Ferrari, altra statistica pessima: la Rossa è ultima in una classifica

Il 2022 sta diventando un calvario per la Ferrari, che riesce sempre a complicarsi la vita pur avendo una gran macchina. Il dato è chiaro.

Per la Ferrari il 2022 è divenuta una sorta di Via Crucis. La stagione che era stata promossa dai vertici come quella del riscatto, con l’obiettivo di aprire un ciclo vincente, sta invece lasciando spazio alle delusioni. La colpa non è certo da affibiare ad una macchina eccezionale, capace di portare a casa ben otto pole position su tredici qualifiche, dimostrando delle doti velocistiche davvero lodevoli.

Ferrari F1-75 (ANSA)
Ferrari F1-75 (ANSA)

La Scuderia modenese può riprendersela solo con gli uomini che la gestiscono, con le folli strategie attuate dal muretto e con un affidabilità che troppo spesso ha lasciato a desiderare. Va detto che, da un certo punto di vista, i guasti tecnici sono un dazio da pagare, perché non va dimenticato quanto fosse pesante il ritardo in termini di potenza da Honda e Mercedes lo scorso anno e soprattutto due anni fa.

La Ferrari ha dovuto rischiare chiudendo il gap, ma è chiaro che qualche magagna, inizialmente, può anche essere concessa. Tuttavia, è inaccettabile il fatto che persistano sempre gli stessi problemi sul fronte delle strategie, cosa che ormai da anni compromette la rincorsa dei piloti alle prime posizioni.

Nell’ultimo biennio, le monoposto Rosse erano sempre nelle retrovie, per cui era difficile notare anche il più piccolo errore tattico, che oggi invece pesa come un macigno. L’ultimo anno in cui la Scuderia modenese aveva dimostrato una buona competitività era stato il 2019, ed in quel caso vennero perse almeno due-tre gare per errori da parte di Inaki Rueda.

L’affidabilità è comunque un fattore che sta facendo la differenza, visto che Leclerc si è dovuto ritirare mentre aveva tutto sotto controllo sia a Barcellona che a Baku, perdendo 50 punti fatali nella battaglia contro la Red Bull di Max Verstappen. Come ha detto Mattia Binotto, è difficile pensare di risolvere il tutto in poche settimane, considerando anche le ristrettezze regolamentari nelle quali i team devono operare.

Ferrari, ecco la statistica che allarma i tifosi

Il primo a lanciare l’allarme sull’affidabilità della nuova power unit Ferrari, denominata Superfast, fu Gunther Steiner nel corso dei test invernali. Il team principal della Haas, squadra che monta le unità propulsive di Maranello, si era accorto dei grandi passi avanti svolti a livello di potenza, ma anche di una fragilità che avrebbe potuto causare problemi non da poco.

Infatti, le Ferrari ufficiali si sono ritirate per ben quattro volte a causa di guasti tecnici. Charles Leclerc ha rotto turbo ed MGU-H sia a Barcellona che a Baku, e lo stesso guaio è capitato anche a Carlos Sainz in Austria. Lo spagnolo si era fermato anche in Azerbaijan, ma in quel caso il guasto era stato di natura idraulica, dunque, non attribuibile ad un cedimento della power unit.

Dopo le prime tredici gare, è stata stilata una classifica sui chilometri percorsi dalle squadre. Davanti a tutti ci sono tre team motorizzati Mercedes, con la McLaren che comanda a quota 7594 km, seguita dai 7533 dell’Aston Martin e dai 7496 del team di Brackley. La Williams è solo sesta a quota 6969 per via delle tante gare finite in anticipo a causa degli incidenti di Nicholas Latifi.

La prima a non montare un motore Mercedes è l’Alpine-Renault, quarta con 7318, davanti alla Red Bull-Honda che è a 7202. Settima l’AlphaTauri a 6849, mentre nelle posizioni finali ci sono le tre squadre equipaggiate dalla power unit del Cavallino, che ha dato davvero troppi problemi sino a questo momento.

La Haas è la prima delle tre con 6716 km percorsi, seguita dai 6520 dell’Alfa Romeo Racing e dai soli 6301 della Scuderia modenese, che ne ha percorsi quasi mille in meno rispetto alla Red Bull. Va detto che su questo dato influiscono anche i tanti incidenti avuti dai piloti, ma è indubbio il fatto che sull’affidabilità persista un allarme non da poco.

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