Ferrari, l’audio che condanna Mattia Binotto: errore imbarazzante (VIDEO)

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, ha commesso un errore non accettabile nel corso del Gran Premio d’Ungheria. Il tempo delle scuse è finito.

Si riscontrano, da mesi, nel box della Ferrari errori ingiustificabili. Svarioni non solo da team di bassa classifica, ma nemmeno da squadra di Formula 1. La categoria regina del Motorsport dovrebbe rappresentare il massimo per i piloti, ma anche per tutti gli attori protagonisti. Dai meccanici agli strateghi. La Scuderia si è resa protagonista, anche negli anni scorsi, di errori a dir poco clamorosi. Nelle scorse stagioni la Rossa non avrebbe potuto comunque vincere, ma quest’anno stanno sprecando chance colossali.

Mattia Binotto Ferrari (Ansa Foto)
Mattia Binotto Ferrari (Ansa Foto)

Il nuovo regolamento tecnico aveva spianato la strada. Per tutti i team inseguitori le nuove regole rappresentavano l’occasione giusta per tornare al vertice. Diverse squadre hanno fallito il progetto wing car, ma a Maranello sono stati in grado di costruire una vettura, nettamente, più forte nella concorrenza. Nelle prime uscite stagionali il dominio della F1-75 sembrava inscalfibile, grazie ad una agilità straordinaria. L’auto risultava più leggera dei competitor, senza evidenti problemi di affidabilità e con ottime performance del motore Superfast. In sostanza non mancava nulla. La base era straordinaria per puntare in alto, con qualche opportuno sviluppo. La Rossa, invece, è crollata sul più bello e non per colpa dei piloti.

In Ungheria, ancora una volta, la Ferrari si è distrutta con le proprie mani. I responsabili? Prima di tutto è colpa di chi continua a perseverare sulla presunta capacità di uomini che così non cresceranno mai. Non è una squadra giovane che si sta facendo le ossa. Binotto ha ereditato un team competitivo che aveva affrontato, nel 2017 e nel 2018, due mondiali di altissimo profilo. La gestione Binotto è stata disastrosa, sin qui, sia sul piano comunicativo che gestionale. Dallo scandalo dell’accordo segreto con la FIA che ha certificato una tacita irregolarità del motore della SF90. Il disastro della SF1000 in una stagione molto speciale per il Cavallino e il purgatorio, della scorsa annata, senza alcun sigillo. Zero vittorie per due anni e mezzo sino al Gran Premio del Bahrain 2022, che ha reintegrato Leclerc e Sainz con una magnifica doppietta.

La Scuderia è passata dal dominare le prime gare con hat trick e grand chelem a subire umiliazioni incredibili. La situazione in classifica si è fatta critica. Max Verstappen, all’ottavo successo stagionale, svetta a quota 258, mentre Charles Leclerc, dopo il sesto posto in Ungheria, è a quota 178 punti, incalzato anche da Sergio Perez a 173. Il monegasco ha accumulato un gap di 80 punti, principalmente per delle strategie suicida del team. Leclerc avrà anche commesso degli errori, ad Imola e al Paul Ricard, tuttavia i limiti del team hanno fatto la differenza. I problemi di affidabilità in Spagna e Azerbaijan hanno segnato la cavalcata del #16. Nelle ultime otto gare, Leclerc è salito sul podio solo in Austria, dovendo gestire anche un problema con l’acceleratore.

Binotto, guai seri per la Ferrari

Carlos Sainz, invece, dopo due corse fuori dal podio, è stato scavalcato in classifica da George Russell. Quest’ultimo si è portato a 158, mentre il madrileno è al quinto posto a 156. Lewis Hamilton è salito a 146 punti. Inimmaginabile facendo un confronto tra le performance della fantastica F1-75 e la problematica W13 ad inizio campionato. La classifica costruttori vede la Red Bull Racing a quota 431 punti, davanti alla Scuderia a 334. La Stella a tre punte è a 304, a -30 punti dalla Ferrari. Il team italiano è, al momento, insidiato al terzo posto dalla Mercedes che sin qui non ha ancora marcato un singolo trionfo. Lewis Hamilton ha più podi (6) di Charles Leclerc (5) in questa stagione. Questo la dice lunga sull’incapacità della Scuderia italiana di mettere a terra l’enorme potenziale della wing car.

La Rossa era partita per l’Ungheria per dominare. In qualifica i problemi della Red Bull Racing avrebbero dovuto spianare la strada. L’Hungaroring si sposava con le caratteristiche dell’auto ad effetto suolo di Maranello, ma le temperature non hanno agevolato i piloti. Sainz e Leclerc hanno chiuso il Q3 alle spalle del giovane inglese della Mercedes. George Russell è stato bravo a gestire la prima parte di gara, favorito dalle mescole rosse allo start, ma alla lunga la gialla ha fatto la differenza. La Ferrari avrebbe dovuto semplicemente usare le medie il più a lungo possibile, limitando l’utilizzo delle altre gomme. Il passaggio anticipato alle hard, invece, è risultato fatale a Leclerc. Il leader della corsa è crollato ed è stato pure costretto ad un ulteriore pit stop, finendo la corsa alle spalle di entrambi i piloti della Red Bull Racing, del duo britannico della Mercedes e, ancora una volta, del suo compagno di squadra spagnolo.

E’ andato tutto storto, anche per Sainz. Quest’ultimo non aveva il passo del teammate, ma avrebbe potuto lottare per il podio. Incredibilmente da centro gruppo è emerso Max Verstappen che, con la solita strategia perfetta di Hannah Schmitz, ha trovato il modo per rimontare sino alla prima posizione. Non accadeva dai tempi di Mansell in Ungheria. Le scelte sbagliate della Rossa hanno spianato la strada al campione in carica. Il mondiale, salvo miracoli sportivi è finito, per Leclerc. Nessuno nella storia ha mai rimontato un simile distacco in classifica. A lasciare perplessi sono state anche le parole, disconnesse dalla realtà, del team principal di Losanna nel post gara.

Binotto, massacrato dalla stampa, ha spiegato che i problemi sono nati da una mancanza di performance della vettura. Il ritmo e le parole di Leclerc, ai microfoni di Sky Sport, hanno sbugiardato il TP. Ancora più inquietante è la visione dell’andamento del Gran Premio dell’ingegnere nato in Svizzera, nel corso della gara stessa, dato che non aveva compreso l’avanzata repentina del campione del mondo della RB. Durante il GP di Ungheria, ai microfoni dei reporter di Sky UK, a Binotto è stato chiesto se fosse preoccupato per il ritmo di Verstappen, che stava recuperando terreno abbastanza velocemente. La replica del TP è chiara: “No, il suo ritmo è buono come il nostro”. Un brutto segnale perché significa che l’ingegnere aveva sottovalutato l’avversario, ammettendo con soddisfazione la buona performance della Rossa, per poi smentirsi subito dopo la bandiera a scacchi.

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