Ferrari, Schumacher ti ha fatto male: ora non sai più vincere

La Ferrari si era abituata a conquistare titoli mondiali con il Kaiser in un modo che non pare replicabile nei tempi attuali. Leclerc avrebbe bisogno di un team diverso per vincere il mondiale.

A Silverstone è risultato palese che il mondiale non è alla portata della Scuderia. “Essere competitivi è una cosa, diventare campioni del mondo è un compito di un altro livello”, annunciò il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, alla BBC. Nella Scuderia si ragiona di gara in gara da quanto è emerso a Silverstone e con una mentalità del genere è improbabile immaginare l’apertura di un ciclo vincente, come ai tempi del caro Michael Schumacher. Quest’ultimo aveva intorno a sé un gruppo di uomini determinati a vincere, spinti dalle motivazioni del pilota tedesco.

Ferrari Schumacher Leclerc (Ansa Foto)
Ferrari Schumacher Leclerc (Ansa Foto)

L’unico che in squadra sembra credere all’opportunità di raggiungere l’obiettivo mondiale è Charles Leclerc. Il monegasco, nonostante condotte di gara impeccabili, ha chiuso con il quarto posto un GP d’Inghilterra che avrebbe strameritato di vincere. Il pilota ha messo in mostra tutti gli elementi di un grande campione: aggressività, tenacia, velocità e intelligenza strategica. E’ partito alla grande, sorpassando di cattiveria Sergio Perez, da team player onesto ha chiesto, via radio, alla squadra di aver strada libera per spingere al massimo, senza mettere Sainz in una situazione spiacevole, ma utilizzando un tatto ed una chiarezza dialettica unica. Non è stato ascoltato al momento opportuno, perdendo la prima chance di fare il vuoto.

Dopo gli errori di Monaco che hanno estromesso l’idolo di casa dalla lotta per la prima posizione, ciò che è accaduto a Silverstone è, assolutamente, inaccettabile per un team che vuole essere al vertice. Una squadra che dal periodo di Schumacher, oramai, latita tra obiettivi mai perseguiti e prestazioni che non sono degne del nome del Cavallino. Certamente non ci stiamo dimenticando il mondiale conquistato da Kimi Raikkonen nel 2007 e l’ultimo titolo costruttori nel 2008. Quella Ferrari aveva la stessa solida struttura, salvo qualche eccezione, del quinquennio aureo targato Schumacher. A differenza dell’epoca del Kaiser dove le gerarchie erano ben stabilite, tra Massa e Raikkonen la partita era aperta, almeno inizialmente.

All’atto pratico il brasiliano aiutò Ice-man, proprio in occasione dell’ultimo atto di Sao Paolo, lasciando strada a Kimi per il successo iridato. Nel 2008 non avvenne il miracolo al contrario con Massa che sfiorò il mondiale, ma alla fine la spuntò Lewis Hamilton. Si è passata da gerarchie chiare, come ai tempi di Schumacher – Irvine e poi con Barrichello, a una situazione già più equilibrata negli ultimi mondiali conquistati dalla Rossa, al caos attuale. Tanti campioni sono transitati, nel frattempo, per Maranello e non hanno ottenuto il tanto agognato titolo. Alonso avrebbe sognato vincere la sua terza corona al volante della Rossa, Sebastian Vettel firmò con il chiaro intento di emulare le gesta del suo eroe Schumacher e Leclerc, naturalmente, crede nella possibilità di affermarsi con la Scuderia che lo ha cresciuto.

Ferrari, un disastro annunciato

“Essere competitivi” può mai risultare il target del team più vincente della storia della categoria regina del Motorsport? Dalle parti di Milton Keynes e Brackley obiettivi e ambizioni coincidono e significano una sola cosa, ovvero vittorie mondiali. Dopo anni di attesa la Scuderia avrebbe dovuto parlare in un modo chiarissimo di obiettivo mondiale, ma a farlo oramai è solo Leclerc. Non vi sono più alibi, si è partiti da un foglio bianco e l’auto si è dimostrata anche competitiva. Leclerc ha vinto due tappe importanti ad inizio stagione, dominando la scena. Sainz è sembrato in difficoltà sin dal principio al volante della wing car di Maranello.

I ritiri dello spagnolo avevano creato un solco enorme in classifica, con il #55 sempre dietro in qualifica al compagno di squadra. Era una scelta molto semplice per una squadra in lotta per la testa della classifica con un solo pilota in grado di dare del filo da torcere a Verstappen. Un mondiale si può vincere, si può perdere, ma va combattuto sino alla fine. La Rossa non solo ha dilapidato un vantaggio enorme a causa di errori di strategia e avarie tecnica, ma non ha sfruttato le poche occasioni in cui Verstappen è stato frenato da problemi. Binotto ha continuato, anche a Silverstone, a difendere la sua tesi, spostando l’obiettivo del ciclo vincente sempre più in là. Nel frattempo la poca chiarezza nei ruoli, sta portando Charles Leclerc sempre più lontano dal suo vero obiettivo. La Ferrari non ha neanche più la giustificazione di essere una squadra giovane. Il tempo è passato, Binotto ha preso in mano una squadra ottima, dopo il biennio 2017 / 2018, e da allora è stato un susseguirsi di disastri. Accordi segreti con la FIA, progetti fallimentari, brutte figure a livello planetario e soprattutto due anni e mezzo senza vittorie.

Leclerc e Sainz hanno sfatato il tabù in Bahrain, ma il monegasco è il pilota più pregiudicato dalla situazione attuale. Pur conquistando 15 pole position in carriera ha portato a casa solo quattro vittorie: nel 2019, a Spa e Monza, e nei due Gran Premi del 2022, in Bahrain e Australia. Le reazioni del monegasco, nonostante le delusioni, sono da applausi. La Ferrari non puntando mai su un singolo pilota non riesce a vincere il titolo dal 2007. La concorrenza ha ben chiare le strategie, in Mercedes e Red Bull Racing si vince con una prima e seconda guida. La Rossa ha deciso di pregiudicare lo sviluppo della SF21 per puntare in modo deciso sul progetto wing car. L’auto è risultata agile, performante su tantissimi tracciati, ma è venuta a mancare una squadra solida intorno a Leclerc.

L’obiettivo, alla vigilia del campionato 2022, non era la singola vittoria di tappa, ma tornare a lottare per un titolo mondiale, vincere e confermarsi campioni. Questo vuol dire aprire un ciclo vincente. I proclami del Presidente John Elkann e del team principal Mattia Binotto sono scritti nella pietra. La squadra aveva anche iniziato con il piede giusto, ma alle prime difficoltà è venuta fuori tutta l’incapacità di determinati soggetti, a partire dagli strateghi di Maranello. I successi della Red Bull Racing hanno portato il vantaggio sulla Rossa a 63 punti. Il gap sulla Mercedes, invece, è di 61 punti. La Ferrari si trova in una situazione di mezzo che non farà piacere a Leclerc, sempre a 43 punti da Max Verstappen. Un vero disastro se paragonato all’inizio di stagione con hat-trick e grand chelem del monegasco.

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