MotoGP, mistero Honda e Yamaha: viaggio nelle cause della crisi

Honda e Yamaha hanno dominato la storia della MotoGP, ma ora versano in condizioni critiche. Ecco i motivi del loro tracollo.

La MotoGP sta vivendo una fase di transizione, dalla quale dovrà ripartire e ben presto. I ritiri dei grandi campioni del passato più recente, come Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Valentino Rossi hanno lasciato il campo a tanti giovani ricchi di talento, ma dando la sensazione che quel tocco di magia sia, almeno per ora, svanito nel nulla.

MotoGP Honda e Yamaha (ANSA)
MotoGP Honda e Yamaha (ANSA)

L’eredità di tutti loro era stata raccolta da Marc Marquez, che prima ancora del loro addio li aveva battuti nettamente, dominando la scena dal 2013 al 2019 in sella alla sua Honda, con la quale aveva trovato un feeling eccezionale. Quando i record sembravano in procinto di essere sbriciolati, la carriera dello spagnolo è stata distrutta dall’incredibile sfortuna degli ultimi due anni, iniziata con il crash di Jerez de la Frontera del 2020.

La MotoGP ha perso un campione dal valore inestimabile, che da quel giorno non è stato più lo stesso. Tuttavia, i veri talenti non mollano mai, e Marquez ha così deciso di sacrificare anche la stagione 2022 per sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico al braccio sinistro, del quale ha mostrato l’impressionante cicatrice proprio in questi ultimi giorni.

Oltre a tutto ciò, in questi anni c’è da registrare la caduta libera che ha visto protagoniste Yamaha ed Honda, ma soprattutto quest’ultima. La casa di Iwata infatti, maschera le sue magagne dietro alle prodezze di Fabio Quartararo, l’unico in grado di far performare al meglio la M1, in un caso simile a quello del miglior Casey Stoner degli anni in Ducati.

“El Diablo” ha vinto da fenomeno il mondiale dello scorso anno ed è il grande favorito anche per questa stagione, anche se il ritiro di Assen ha dato speranza agli inseguitori. Per la Honda, invece, è notte fonda, e dall’inizio del 2020 ad oggi ha ottenuto solo tre vittorie, tutte con Marquez nel 2021, al Sachsenring, ad Austin e nella seconda tappa di Misano. Per il resto, è stato il buio totale.

Nelle ultime ore si è diffusa anche una voce che avrebbe del clamoroso, anche se non ci sono conferme. La Honda starebbe pensando a Davide Brivio per rimpiazzare Albert Puig, che dopo anni di successi si trova ora a fronteggiare una crisi tecnica senza precedenti.

MotoGP, i motivi del crollo di Honda e Yamaha

Sulle colonne di “Motorsport.com“, è apparsa un’interessante analisi che riguarda i problemi di Honda e Yamaha, le storiche padrone della MotoGP. Da quando questo campionato si chiama così, ovvero dal 2002, solo la Ducati con Casey Stoner nel 2007 e la Suzuki di Joan Mir nel 2020 sono riuscite ad avere ragione dei colossi giapponesi, che ora stanno attraversando un periodo molto difficile.

Escludendo quanto riesce a fare Fabio Quartararo, i vari Franco Morbidelli, Andrea Dovizioso e Darryn Binder non riescono mai ad avvicinarsi alla top ten, navigando sempre nei bassifondi della classifica. Tra le cause della crisi della Honda ci sarebbero i tantissimi volti nuovi giunti nella fabbrica, come se una mancanza di continuità avesse influito sui progetti.

No, non è solo l’assenza di Marc Marquez la motivazione che giustifica il tutto. E pensare che la RC213V del 2022 appariva come una moto molto promettente, con Pol Espargaró che aveva dominato i test di Mandalika per poi concludere sul podio in Qatar, con un terzo posto ottenuto su una pista da sempre ostica per i nipponici.

La scarsa comunicazione tra la sede giapponese e la squadra corse che è in gran parte europea non aiuta di certo, cosa che accadeva anche alla Toyota quando militava in F1. I giapponesi, ormai, devono rendersi conto che il loro dominio non è più intaccabile, e la Yamaha sta dando l’idea che questa mentalità sovrana degli orientali deve essere modificata.

Da poco tempo è stato infatti assunto l’ingegner Luca Marmorini, ex motorista della Ferrari nella massima formula. L’obiettivo è quello di colmare il gap di potenza che si è creato in MotoGP con gli altri costruttori, e che solo la Suzuki era riuscita a limare, prima che venisse annunciato il ritiro e che lo sviluppo della moto fosse abbandonato del tutto.

Le nuove regine del Motomondiale sono la Ducati e l’Aprilia, case italiane che in pochi anni sono giunte al vertice dopo stagioni in cui non potevano pensare di reggere il confronto con Yamaha ed Honda. L’ingegner Gigi Dall’Igna da una parte e Massimo Rivola dall’altra sono i fautori di questo processo di occidentalizzazione che si sta facendo largo nel mondo delle due ruote.

Ciò che è mancato alla casa di Borgo Panigale in questi anni è stata la poca costanza dei piloti, oltre alla sfortuna di aver incontrato il miglior Marc Marquez di sempre ed ora del suo degno sostituto, ovvero Quartararo. La RS-GP è invece la sorpresa dell’anno, ed Aleix Espargaró paga solo 20 punti in classifica dal campione del mondo. Il destino della Yamaha sarà direttamente legato alle sorti di questo mondiale, mentre la fine della crisi della Honda è molto lontana.

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