Verstappen in versione Schumacher: ma Red Bull non deve ridere troppo

In Canada Verstappen allunga nel Mondiale e in casa Red Bull se la ridono. Ma è arrivato anche un campanello d’allarme da non sottovalutare.

Un’altra vittoria e tanti sorrisi e risate dopo il traguardo per Max Verstappen a Montreal. In Canada per la Red Bull è l’olandese è arrivato l’ennesimo trionfo che allunga ancora di più il momento d’oro di questo binomio, che sembra essere decisamente quello da battere, nonostante i proclami Ferrari su una macchina sì veloce ma ancora affetta da difetti di affidabilità che ne stanno limitando il rendimento. Dopo i due successi nella prime tre gare, la Rossa sembrava essere la favorita. Invece da Imola il vento è cambiato pericolosamente, tanto che a Barcellona è arrivato il sorpasso Red Bull, che ora è in fuga.

Max Verstappen (ANSA)
Max Verstappen (ANSA)

Merito di un gruppo che ha saputo lavorare come sempre, portando novità costanti ma soprattutto di un box capace di sfruttare a pieno ogni singolo errore o esitazione avuta dalla Ferrari nel corso di questi gran premi. Oggi il vantaggio è chiaro, non solo in classifica costruttori quanto in quella piloti, con Verstappen che ha da gestire già 49 punti su Charles Leclerc neanche a metà stagione.

Red Bull e Verstappen gongolano: ma non troppo

Quello che colpisce è come ora Verstappen sappia gestire le gare senza grandi patemi. In Canada, dove fin dal primo momento si è capito che la Ferrari potesse averne di più, l’olandese della Red Bull è stato capace di controllare la situazione con grande lucidità in ogni momento, resistendo poi agli attacchi nel finale di Carlos Sainz Jr dopo la safety car.

Sarà la consapevolezza del campione, ma Verstappen come condotta di gara per una volta è sembrato sempre più simile a quel Michael Schumacher che in tanti rimpiangono ancora oggi, viste le prestazioni di Fernando Alonso e Sebastian Vettel. Il campione 2021 ha maturato una consapevolezza nei propri mezzi impressionante, che si riverbera poi sul comportamento in gara, dove seppur in difficoltà in alcuni frangenti non si è fatto prendere dall’ansia e ha condotto da par suo, dando nel finale vita a una vera lunga qualifica per tenere dietro la Ferrari. Una tattica che spesso usava proprio il Kaiser quando c’era da recuperare terreno agli avversari.

Quello che ha impressionato poi è la serenità del box Red Bull, con Christian Horner e Helmut Marko sorridenti più che mai con Verstappen nel post-gara, quasi a sbeffeggiare una Ferrari che ce l’ha messa tutta per cambiare le sorti della gara ma si è dovuta accontentare di nuovo delle briciole lasciate dagli avversari. Ha fatto specie vedere le risate del gran capo Red Bull, come di tutti d’altronde dopo il GP. Ma dal weekend canadese la casa anglo-austriaca esce anche con una consapevolezza in più: il tema affidabilità non è esclusiva Ferrari. Il ko di Sergio Perez è un campanello d’allarme che deve far riflettere.

In una corsa al Mondiale, sono i dettagli a fare la differenza. E L’affidabilità è uno di quelli chiave. La Rossa ne sta pagando le conseguenze ora, complici anche le migliorie apportate a Barcellona che hanno funzionato solo sul piano prestazionale. Chissà quindi che anche la Red Bull, che porta sempre nuovi pezzi, non possa incappare in pericoli del genere. In casa Red Bull sorridono per le disgrazie altrui e per i successi propri, ma lo sanno che la ruota gira e che prima o poi può accadere anche a loro. Allora guai a dare per finito il Mondiale. Leclerc ha detto bene, due vittorie per lui e zero punti per Max e tutto si aggiusta, anche se in maniera scherzosa. Ma la realtà è proprio questa: tutto può succedere e non è detto che chi canta vittoria adesso, possa farlo anche alla fine.

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