F1, Binotto annuncia il reale obiettivo della Ferrari: tifosi inferociti

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, si è sbilanciato sugli obiettivi della Ferrari in Canada. Ci si attendeva ben altro alla vigilia del campionato 2022.

In Ferrari tira la solita aria di disfatta anticipata, della serie “anche quest’anno si vince l’anno prossimo”. La Scuderia latita da anni tra presunte ambizioni mai raggiunte e una realtà che stride con gli obiettivi dei piloti. Alonso avrebbe sognato vincere la sua terza corona a Maranello, Sebastian Vettel arrivò con il chiaro intento di emulare le gesta del suo eroe Schumacher e Leclerc, naturalmente, crede fortemente nella possibilità di affermarsi con la Scuderia che lo ha cresciuto.

F1 Ferrari Mattia Binotto (Ansa Foto)
F1 Ferrari Mattia Binotto (Ansa Foto)

“Essere competitivi” non è abbastanza per un team della storia del Cavallino. In Ferrari obiettivi e ambizioni dovrebbero sempre coincidere e dovrebbero tradursi con una cavalcata mondiale. Si può vincere, si può perdere, ma un mondiale tanto atteso va combattuto sino alla fine. Nel 2022 la squadra può ricercare nuovi proclami, ma non giustificazioni. Dopo anni ad aspettare il cambio di regolamento per puntare all’ “apertura di un ciclo vincente”, tanto invocato dal Presidente John Elkann, le ultime uscite in pista e sparate ai microfoni del team principal rappresentano una delusione.

Mattia Binotto non sta facendo altro che spostare l’obiettivo un po’ più in là, puntando già al prossimo anno. La squadra dovrà crescere, abituarsi alla pressione, mediatica e psicologica, diventare affidabile ma già avrebbe dovuto esserlo. La Ferrari non ha marcato vittorie per due anni e mezzo. In Bahrain Leclerc e Sainz, all’esordio stagionale, avevano sfatato un tabù che si trascinava, tristemente, dal Gran Premio di Singapore del 22 settembre 2019. Accordi segreti con la FIA, progetti fallimentari, brutte figure a livello planetario, i piloti hanno dovuto subire diversi pregiudizi nel corso delle ultime stagioni.

Charles Leclerc, senza dubbio, è il più pregiudicato in questa complicata situazione. Sebastian Vettel, sotto la direzione di Maurizio Arrivabene, è arrivato a giocarsi dei titoli mondiale con Lewis Hamilton, sebbene non all’ultimo respiro. Il tedesco è diventato, in ogni caso, il terzo pilota con il maggior numero di vittorie a Maranello. Il monegasco rischia di diventare il driver con più pole position della storia della Scuderia, ma con la peggior percentuale di vittorie. Charles Leclerc ha vinto solo in due occasione nel 2019, a Spa e Monza, e i due Gran Premi del 2020, in Bahrain e Australia, pur conquistando 15 pole position in carriera. Helmut Marko, intanto, gongola sulle sfortune Ferrari: ecco le sue parole su Leclerc.

Nel 2019, post summer break, la Ferrari aveva fatto straordinari passi in avanti. La stangata è arrivata con l’accordo segreto della FIA che ha limitato la potenza e le ambizioni del team. Dopo aver toccato il fondo nel 2020 con la SF1000, la Rossa era riuscita a tornare in terza posizione nei costruttori nel 2021, anche grazie all’apporto di Carlos Sainz, sostituto del quattro volte campione del mondo tedesco. La squadra ha ritrovato affidabilità e costanza, pur non rientrando mai nella lotta al titolo tra Mercedes e Red Bull Racing.

Ferrari, le parole amare di Mattia Binotto

Stanca di osservare gli avversari celebrare vittorie, la Rossa ha deciso di pregiudicare lo sviluppo della SF21 per puntare in modo deciso sul progetto wing car. Il Covid-19 ha rallentato di un anno l’introduzione delle auto ad effetto suolo. I team hanno avuto ancora più tempo per lanciare il progetto definitivo. La F1-75 avrebbe dovuto essere la monoposto della svolta. L’obiettivo, alla vigilia, non era la singola vittoria di tappa, ma tornare a lottare per un titolo mondiale, vincere e confermarsi campioni.

L’apertura di un ciclo vincente è stata confermata, recentemente, da Mattia Binotto in una lunga intervista alla BBC. L’ingegnere di Losanna, però, ha già iniziato ad anticipare che l’obiettivo di quest’anno era tornare competitivi per poi gettare delle basi solide per il futuro. La realtà è che, dopo l’Australia, gli intenti e i proclami erano ben diversi. La vettura avrebbe dovuto lottare per la massima posta in palio su tutti i tracciati, conseguentemente per la corona. Poi d’improvviso A Miami bisognava riscattare Imola. A Barcellona bisognava riscattare Miami. A Monaco bisognava riscattare Barcellona. A Baku bisognava riscattare Monaco. A Montreal bisognerà riscattare Baku. Insuccessi in rapida successione che hanno portato la Red Bull Racing a comandare, con ampio margine, la classifica costruttori.

Il team di Milton Keynes guarda tutti dall’alto in basso con 279 punti. La Mercedes ora è a 161 punti, soli 38 in meno della Rossa. La Ferrari è costretta d’ora in avanti a guardarsi alle spalle, essendo rimasta ferma a 199, dopo la disfatta di Baku. La F1-75 non vince una gara dal 10 aprile scorso e la situazione inizia ad essere pesante. La classifica piloti vede Max Verstappen a quota 150 e Sergio Perez a quota 129. Charles Leclerc è scivolato al terzo posto, a 116 punti, soli 17 in più di George Russell. Un vero disastro se paragonato all’inizio di stagione con hat-trick e grand chelem del monegasco. Il doppio pesante zero di Baku ha consolidato la posizione dominante della squadra rivale.

In Red Bull Racing ambizioni e obiettivi sembrano coincidere alla grande. La Rossa dovrà, inevitabilmente, riscattare le ultime sfortunate uscite. Ecco gli orari del Gran Premio del Canada. Le parole rilasciate da Mattia Binotto e riportate dal web magazine spagnolo SoyMotor suonano sinistre. “Non credo affatto che il GP del Canada sia una gara da vincere per forza. Dobbiamo pensare gara dopo gara e cercheremo di ottimizzare il nostro potenziale”, ha annunciato l’ingegnere di Losanna. La Rossa dovrà ritrovare lo smalto dei giorni migliori, lavorare sodo sull’affidabilità della wing car, ma d’ora in avanti non sono più ammessi altri passi falsi. Il distacco in classifica è già ampio e la stagione rischia di finire ben prima di Abu Dhabi.

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