F1, Ferrari sfida la cabala? La scelta dei colori è un grande azzardo

La Ferrari punta sui colori rosso e nero per tornare al top in F1. Tuttavia, in passato questa livrea non ha portato molta fortuna.

Il Circus della F1 sta riaccendendo i motori dopo un inverno di polemiche roventi. La questione di Abu Dhabi è costata il posto a Michael Masi, che dal Gran Premio del Bahrain del prossimo 20 marzo non sarà più il direttore di gara. La sfida tra Red Bull e Mercedes ha entusiasmato la passata stagione, ma la Ferrari è stanca di recitare il ruolo della comprimaria.

F1 Ferrari (Twitter)
F1 Ferrari (Twitter)

Per invertire la tendenza, i tecnici del Cavallino hanno portato alla luce la F1-75, la monoposto più rivoluzionaria presentata sino ad oggi. Ad occhio, la nuova rossa ha colpito molto di più rispetto ai due top team, anche se le monoposto definitive non le vedremo prima dell’appuntamento inaugurale di Sakhir.

Le nuove F1 hanno ricacciato indietro le paure dei tifosi, che temevano di vedere una specie di Indycar dominata da monoposto tutte uguali tra loro. In realtà, i concetti sono ben diversi, cosa che entusiasma gli appassionati. La rossa è stata tra le prime ad andare in pista, effettuando il consueto filming day sulla pista di Fiorano.

Il Cavallino non effettuava l’esordio assoluto sul tracciato di casa dal 2017, quando venne portata subito in pista la SF70H di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Quella vettura fu in grado di vincere parecchie gare e di restare in testa al mondiale fino ad oltre la metà della stagione, salvo poi subire il ritorno della Mercedes che fu aiutato dal crollo dell’affidabilità della monoposto rossa.

Tra i tanti cambiamenti mostrati dalla F1-75 si nota molto chiaramente anche il colore. Il rosso è, ovviamente, quello dominante, ma il nero ha ripreso possesso di diverse parti della vettura, come le due ali, sia quella anteriore che posteriore. Sul cofano motore, il logo che ricorda i 75 anni dalla nascita della casa di Maranello è realizzato in bianco, ma è racchiuso in una porzione nera.

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F1, la Ferrari torna al nero degli anni Novanta

La Ferrari ha abbracciato il nero per diverse volte nella sua storia in F1, l’ultima delle quali con la SF90 del 2019, seppur in maniera molto limitata rispetto al nuovo modello. Per parlare di una livrea rosso-nera, occorre tornare all’epoca compresa tra il 1983 ed il 1996, uno dei periodi più difficili per la Scuderia modenese.

In effetti, l’unico titolo mondiale vinto il quel periodo risale proprio al 1983, quando la coppia francese formata da René Arnoux e Patrick Tambay si assicurò l’iride costruttori grazie alla 126 C2B ed alla 126 C3. Il titolo piloti andò invece a Nelson Piquet, che si impose con la Brabham.

Gli anni successivi videro la Ferrari remare e non poco, surclassata dei team britannici che conobbero un’epoca d’oro in F1. Gli unici due anni in cui il Cavallino riuscì ad intrufolarsi nella lotta al titolo furono il 1985 ed il 1990, con Michele Alboreto ed Alain Prost, ma in entrambi i casi non ci fu il lieto fine.

Per il pilota italiano la beffa fu servita sul finale di stagione, quando se la stava giocando testa a testa proprio con il francese, all’epoca in forze alla McLaren. Il povero Alboreto fu costretto al ritiro nelle ultime quattro gare, beffato dall’affidabilità della sua Ferrari. Prost vinse il titolo del 1985, quello del 1986 e del 1989, prima di arrivare a Maranello nel 1990.

La 641, oggi esposta anche al MoMA di New York, sfidò la McLaren-Honda di Ayrton Senna sino a fine stagione, quando avvenne il famoso contatto in Curva 1 a Suzuka, che condannò il francese ed il Cavallino ad una bruciante sconfitta. Le annate successive furono un vero e proprio incubo, dato che la vittoria divenne un miraggio sino al 1994.

A spezzare l’incantesimo ci pensò Gerhard Berger in una domenica di luglio, mentre l’anno dopo toccò a Jean Alesi imporsi nel Gran Premio del Canada. In seguito, a Maranello arrivò Michael Schumacher, che nel 1996 vinse in Spagna, in Belgio ed in Italia, in un leggendario GP di Monza dove riuscì a sconfiggere le inarrivabili Williams-Renault di Damon Hill e Jacques Villeneuve.

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Nel 2022, la rossa tornerà a vestirsi di rosso-nero, con la speranza che i risultati siano ben diversi. Qualcuno ha già associato colore e disegno delle pance alla F92A del 1992, una delle monoposto più disastrose della storia della Scuderia modenese. Dopo tre decenni, occorre invertire la rotta e tornare a lottare per qualcosa di importante.

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