Mercedes ha una chance: perché può vincere il ricorso contro Verstappen

Giovedì scadono i termini per presentare il ricorso dopo il GP di Abu Dhabi. Dalla Mercedes nessuno parla, ma c’è chi pensa che le basi per protestare ci siano

Toto Wolff, team principal Mercedes (foto di Lars Baron/Getty Images)
Toto Wolff, team principal Mercedes (foto di Lars Baron/Getty Images)

Il Gran Premio di Abu Dhabi, atto finale del Mondiale di F1 2021, ha lasciato evidenti strascichi. Se da una parte Lewis Hamilton ha accettato la sconfitta, dall’altra però la Mercedes sembra voler continuare la battaglia per il suo pilota dopo quanto accaduto negli ultimi giri della gara, precisamente dopo l’incidente di Latifi, che ha costretto all’ingresso della safety car.

Ben due i ricorsi presentati nel post gara in fretta e furia dal team Mercedes, tutti respinti dai commissari, a partire dal mancato rispetto dell’articolo 48.12 del regolamento sportivo secondo il quale tutte le vetture doppiate sono tenute a superare la safety car, la quale deve poi rientrare ai box nella tornata successiva.

Mercedes, i tempi del possibile appello

La scuderia ha tempo fino alle 20 di giovedì per presentare un appello. E, guarda caso, nello stesso giorno è in programma il gran galà di premiazione da parte della Fia. E qualora la Mercedes decidesse di adire le vie legali, l’atmosfera non sarebbe per nulla amichevole. Anzi. Inoltre le premiazioni sarebbe tutte provvisorie, visto che la classifica piloti potrebbe cambiare.

Per ora però non è chiaro quale sia il parere definitivo sulla vicenda dei vertici Mercedes. Al momento nessuno parla, neanche sui social. Certo è che ci sono solo le prove dei complimenti fatti a Max Verstappen per il titolo conquistato da parte del team principal tedesco Toto Wolff.

Un ricorso “possibile”

Alla testata britannica Racefans Nicholas Bamber, legale specializzato nelle controversie normative e commerciali presso il rinomato studio Penningtons Manches Cooper LLP, ha spiegato del perché il ricorso Mercedes sia possibile: “L’operato del direttore di gara Michael Masi è stato oggetto di critiche da parte dei piloti, opinionisti ed esperti legali. La tesi secondo la quale l’articolo 15.3 sull’uso della safety car a discrezione del direttore di gara possa scavalcare il 48.12 è incoerente con una visione globale del regolamento“.

In particolare si fa riferimento al fatto che l’articolo 1.1.1 del Codice internazionale Fia riporti che i regolamenti vanno applicati “sulla base dei principi fondamentali della sicurezza e dell’equità sportiva”. Il finale del Gran Premio di Abu Dhabi, durante il quale è stato concesso di sdoppiarsi soltanto ad alcune vetture, quelle che si frapponevano tra Hamilton e Verstappen, mentre la safety car rientrava ai box al termine della tornata stessa dopo poche curve a luci spente, ha ben poco a che fare con principi di sicurezza ed equità. Pensiamo al fatto che soltanto Verstappen ha potuto attaccare Hamilton: invece ad esempio Carlos Sainz, terzo, non ha avuto la stessa opportunità.

E poi c’è il precedente del Nurburgring del 2020, quando lo stesso Michael Masi sottolineò che tutte le vetture dovevano sdoppiarsi in regime di safety car, lasciando dunque poco spazio all’interpretazione del regolamento. Per questo, se la Mercedes decidesse di appellarsi contro la decisione dei commissari, la Fia farebbe molta fatica a difendere il proprio direttore di gara. E le conseguenze potrebbero essere a dir poco “sconvolgenti”.

Toto Wolff con Lewis Hamilton (foto di Mark Thompson/Getty Images)
Toto Wolff con Lewis Hamilton (foto di Mark Thompson/Getty Images)

LEGGI ANCHE —> Ecclestone gongola: “Felice che Hamilton abbia perso”

Impostazioni privacy