Quel fattaccio Ferrari e l’impresa di Brambilla: le storie della F1 in Austria

Una storia lunga quella della F1 in Austria, con diversi italiani che hanno lasciato il segno. E anche la Ferrari, protagonista anche di un brutto episodio

Michael Schumacher con la F2002 (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

Come lo scorso anno, doppio appuntamento in Austria al Red Bull Ring per la F1. Stavolta però si comincerà con il GP di Stiria, ma in realtà cambia ben poco. Il tracciato austriaco in passato ha regalato qualifiche e gare emozionanti, che hanno lasciato un ricordo indelebile nei tifosi.

Austria, tanti nomi ma una sola pista

In Austria si corre praticamente da sempre sul circuito di Spielberg. Anche se in realtà il tracciato ha spesso visto cambiare il proprio nome: da Zeltweg all’Osterreichring, per passare poi ad A1-Ring e infine a Red Bull Ring.

La F1 in Austria ha una storia particolare e travagliata. La prima edizione valevole per il Mondiale si disputò nel 1964 in un aeroporto militare nei pressi di Zeltweg. Ma dopo il primo anno il circuito fu fortemente criticato da team e piloti, visto che l’asfalto creò numerose rotture per le sue forti sconnessioni. Si tornò qui solo nel 1970 sul circuito nazionale in Stiria denominato “Osterreichring”, poi dall’87 al ’97 nuovi lavori che hanno riportato la F1 sull’attuale layout.

Numeri e imprese

Sull’A1-Ring, poi ribattezzato Red Bull Ring, sono solo sei i piloti capaci di vincere più di una volta: Mika Hakkinen, Michael Schumacher, Nico Rosberg, Max Verstappen, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, che hanno tutti ottenuto due successi. La scuderia più vincente è la Mercedes, con sei vittorie, seguita da McLaren e Ferrari a quota 3.

Ma quando dici Gran Premio d’Austria tornano alla mente tre vittorie memorabili di tre piloti italiani. Come quella del 1964 di Lorenzo Bandini, che siglò la sua prima e unica vittoria in F1 partendo dalla seconda fila al volante della Ferrari 156, una vettura inferiore alla concorrenza. Sia il compagno John Surtees, che Graham Hill, Dan Gurney e Jim Clark dovettero ritirarsi causa cedimento delle sospensioni, del cambio e dello sterzo. Bandini resistette invece al ritorno di Richie Ghinter sulla BRM e portò a casa il successo.

Nel 1975 invece fu la giornata di gloria di Vittorio Brambilla, anche lui alla sua prima e unica affermazione nel Mondiale. La gara, sconvolta da quanto accaduto al mattino con l’incidente a Mark Donhoue (che morì due giorni dopo), si svolse sotto un autentico diluvio, con Lauda davanti a tutti fin da subito.

Ma Brambilla, partito dalla quarta fila, diede vita ad una grande rimonta che al 19° giro lo portò al comando, dopo aver superato il leader provvisorio Hunt, che a sua volta aveva passato Lauda. la corsa però venne interrotta al 29° dei 54 giri previsti, quando i commissari dovettero dire basta per la troppa acqua in pista.

E poi nel 1982 l’impresa di Elio De Angelis, alla sua quarta stagione in F1, con la Lotus. In qualifica fece registrare solo il settimo tempo. Il gran premio però fu un’autentica corsa ad eliminazione, con il romano che condusse fino alla fine la gara, nonostante alcuni problemi al motore. Sul traguardo precedette Keke Rosberg e la sua Williams per soli 125 millesimi.

Come dimenticare poi il “fattaccio” del 2002, quando Rubens Barrichello, dominatore del weekend in Austria, all’ultima curva per ordini di scuderia concede la vittoria a Michael Schumacher, tra i fischi del pubblico. Una pagina brutta della F1 e della Rossa, con Schumi che sul podio diede il gradino più alto al brasiliano, che se l’era meritato.

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Hamilton in Austria nel 2020 (Photo by Mark Thompson/Getty Images)
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