Wolff alla Red Bull: “Ci vuole altro per avere un motore vincente”

Prosegue il botta e risposta tra Mercedes e Red Bull a proposito dello “scippo” del personale addetto alla PU. Ecco la stoccata di Wolff.

Toto Wolff (©Getty Images)

Considerato che il mondiale 2021 ci sta regalando calma piatta e nessuna particolare novità se non un po’ più di battaglia per il podio, non possiamo che ringraziare i vari Wolff, Horner e Marko, per il battibecco continuo a proposito dei movimenti nel dietro alle quinte.

Ci stiamo riferendo, ovviamente, all’ormai famosa acquisizione di ingegneri Mercedes da parte della Red Bull per rimpolpare il nascente reparto powertrain di Milton Keynes. Secondo quanto rivelato dal boss della Stella sarebbero state un centinaio le persone avvicinate dal team avversario, ma meno di una ventina quelle convinte, si capisce a suon di monete, al passaggio. Uno sgarbo che  Stoccarda non hanno gradito e che non perdono occasione di denunciare a beneficio dei media, con tanto di battute sarcastiche.

“Tra l’assunzione di qualche tecnico e l’avere una fabbrica di motori completa, funzionante e competitiva, c’è una lunga strada da percorrere”, ha affermato pungente a Motorsport.com. “Credo che la scuderia austriaca possa riuscire nei suoi propositi. Hanno le risorse per farlo, ma noi e altri produttori siamo qui da decenni. Non credo che 15 dipendenti e una sede saranno sufficienti per essere competitivi in ​​tre anni con un nuovo propulsore”.

Alla luce di questo commento aspro appare chiaro come al dirigente di Vienna non sia andata giù la mossa degli energetici che giustamente per loro, nonché intelligentemente, hanno deciso di fare la pesca nel bacino più vincente.

Che il capo delle Frecce Nere nutra anche una certa paura di questa neonata armata? La risposta è sì e non lo diciamo noi, ma lo stesso 49enne che ha rivelato di prendere molto seriamente l’impegno a livello globale in F1 del marchio di bibite.  Tuttavia, per non dare soddisfazione, il buon Toto ha voluto buttare lì che i soldi non fanno la competitività.

Red Bull (©Getty Images)

Chiara Rainis

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