Nannini a TMW: “Somiglio a Leclerc e sogno la F1 già dal 2022” (VIDEO)

Matteo Nannini tenterà l’impresa di correre contemporaneamente sia in F2 che in F3. Noi di TuttoMotoriWeb.it lo abbiamo intervistato per voi.

Matteo Nannini è una delle grandi speranze dell’automobilismo italiano, che come si sa negli ultimi ha prodotto veramente pochissimo. Nativo di Faenza, nipote di Alessandro Nannini, ex pilota di F1, ha all’attivo, nonostante i suoi soli 17 anni, già una discreta esperienza con le monoposto. Nel 2019 ha conquistato il campionato Formula 4 UAE Championship. Nel 2020 invece, all’esordio in Formula 3 ha chiuso la stagione con un podio.

In questo 2021 però ha deciso di raccogliere una sfida davvero unica. Matteo Nannini, infatti, correrà contemporaneamente con il team HWA Racelab sia in F2 che in F3. Una sfida difficile e importante che lui spera possa lanciarlo verso il tanto agognato traguardo della F1. Noi di TuttoMotoriWeb.it lo abbiamo intervistato per voi.

Come è nata l’idea di disputare due campionati contemporaneamente?
Questo non era l’obiettivo di quest’anno. Inizialmente il progetto non era nemmeno quello di correre con HWA. Dopo i test post-stagionali a Barcellona dell’anno scorso la HWA ci ha contattato per andare a fare una sessione al simulatore presso la loro sede in Germania. La cosa è andata molto bene e mi hanno proposto il loro progetto, che prevedeva lo svolgimento di due categorie nello stesso anno. Subito abbiamo accettato perché è una doppia sfida, a me le sfide piacciono. Poi HWA è un team molto importante, collegato con Mercedes perché costruiscono le macchine GT3 ad Affalterbach. Penso che ottenendo buoni risultati questo team possa darmi una mano per il mio futuro.

Come è nata la tua passione per i motori?
Sin da bambino mi piacevano le macchine. Avevo tantissimi giochi in tal senso. Tutto è nato per caso perché ero ad una fiera e si è presentata l’opportunità di provare un piccolo kart a noleggio. Era talmente piccolo che aveva il motore di un tagliaerba. Ho provato, mi sono divertito un sacco, mi sono fatto anche i primi lividi alla schiena perché non era molto confortevole. Sono riuscito a convincere mio padre che subito mi ha comprato quel kart lì. Da lì è poi nato tutto.

Senti hai mosso i tuoi primi passi nei kart con il team di Alonso. Lo hai conosciuto direttamente, ci racconti di quel periodo?
Sinceramente Fernando l’ho conosciuto più ultimamente nelle macchine perché abbiamo lo stesso preparatore atletico. L’ho poi incontrato durante la premiazione della FIA a Parigi nel 2019, quando avevo vinto il campionato di Formula 4 e c’era anche lui che aveva vinto se non sbaglio la 24h di Le Mans.

C’è una pista che ti piace particolarmente?
L’anno scorso ho avuto l’opportunità di correre per la prima volta su due piste come Silverstone e Spa. Sono due tracciati tosti e tecnici. Quella su cui mi piace correre davvero tanto è Abu Dhabi. Lì ho corso tante volte con la Formula 4. Abu Dhabi è una delle mie preferite a parte il caldo. Però quello è uno dei fattori con i quali bisogna giocare. Come pista non dà tantissime possibilità di sorpasso. Forse gli unici punti sono dopo i due rettilinei, nelle staccate, però il primo settore non si sorpassa. Spa mi è piaciuta tanto. A l’Eau Rouge è divertente, senti tanto l’aerodinamica della macchina che ti schiaccia sull’asfalto.

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali in entrambe le categorie?
Con la Formula 3, essendo HWA uno dei migliori team presenti nello schieramento, l’obiettivo è sicuramente quello di fare dei buoni risultati. Avendo poi accumulato già esperienza l’anno scorso il mio intento è quello di utilizzarla nella direzione giusta. I test sono andati molto bene e fanno ben sperare. In F2, già dal Bahrain le cose sono andate molto bene. È un pochino più difficile lì perché HWA è comunque un team nuovo e io sono all’esordio. Stiamo lavorando sul ritmo, ma abbiamo visto che siamo già vicini. Dobbiamo lavorare un pochino sulla qualifica. Nelle gare cittadine mi sono prefissato per prima cosa di non schiantarmi. In ogni caso sarebbe bello per me riuscire a portare a casa qualche podio.

Come è fare questo lavoro a 17 anni? Raccontami un po’ il tuo rapporto con gli amici, la scuola.
Questo è diventato un lavoro a tutti gli effetti perché anche quando sono a casa non vado a scuola e basta. C’è la preparazione atletica perché queste macchine sono impegnative da guidare, poi c’è la preparazione al simulatore. Non potendo fare tanti test il simulatore è l’unica cosa che si può fare per noi piloti. Devo dire che si stanno evolvendo tanto e sono davvero impressionanti. Per certe piste in particolare quasi non c’è differenza. Naturalmente in pista è sempre diverso, però sui punti di frenata, staccate, dare gas, queste cose sono praticamente identiche al simulatore. Da un lato i piloti sono sempre più giovani e più lo sono più sono portati a queste novità tecnologiche. Alla fine però è giusto così perché le macchine adesso si stanno evolvendo, sono pieni di pulsanti i volanti. I tempi di reazione tra un 17enne e un 30enne, nonostante siano entrambi molto giovani, sono diversi. Anche in F1 i piloti che stanno emergendo di più sono i giovani.

Spesso i piloti che passano dalla F2 alla F1 si lamentano di avere un volante pieno di bottoni. Tu invece come stai vivendo in tal senso questo passaggio dalla F3 alla F2?
Il volante è lo stesso. L’unica cosa che in Formula 3 ci sono dei pulsanti o delle ghiere che ruotano, che non funzionano, che in F2, invece, hanno un’utilità. Ci sono delle cose che secondo me si potrebbero aggiungere come il ripartitore di freno. In F1 ci sono due pulsanti, mentre noi abbiamo una leva da girare vicino a dove si accende la macchina, che lì sarebbe più comodo averlo al volante. Questo però non è fattibile.

Tuo zio Alessandro ti segue mai in pista? Ti ha mai dato dei consigli?
Alessandro mi seguiva in particolare quando facevo i kart, anche quando facevo il mondiale in Bahrain. Però con le macchine ci siamo un pochino distaccati perché le trasferte sono un pochino più impegnative. Anche per questioni lavorative diventa difficile per lui venire. Quando corro in piste nuove dove so che lui ci ha corso però gli chiedo qualche consiglio.

Negli ultimi anni in F1 non si sono visti piloti italiani a parte qualche rara eccezione. Secondo te perché?
Ci sono tanti piloti. Oggi dipende da molte cose. Devi arrivare al momento giusto secondo me. Se arrivi che siete in 5 e ci sono 2 sedili liberi diventa complicato, poi devi essere anche appoggiato dalle persone giuste. A meno che non hai un grosso sponsor che ti sostiene, in quel caso è più semplice. Secondo me di piloti italiani forti ce ne sono tanti. Ne ho conosciuti anche in passato e purtroppo non sono riusciti a continuare le loro carriere per questioni di budget. Quest’anno il mio sforzo è raddoppiato, ma questa cosa allo stesso tempo nella sua unicità mi ha permesso di raccogliere più sponsor perché sono interessati ad un pilota che fa due campionati in una sola stagione. Sia io che la mia famiglia siamo stati coraggiosi ad intraprendere questa strada, che ha poi fruttato bene.

Cosa ne pensi del nuovo format approvato recentemente per le qualifiche di F1?
Sinceramente lo vorrei vedere prima dal vivo. Su carta non mi piace perché poi se ho un problema durante la sprint race pregiudico la gara. Questa cosa non mi piace.

Con quale team sogni di gareggiare in F1?
Essendo in HWA direi Mercedes. Però sicuramente deve essere una forte emozione correre con la Ferrari da italiano. Anche perché è tanto tempo che un pilota italiano non guida lì. A volte mi dimentico che Leclerc non è italiano. Sicuramente sarebbe bello con i due team più storici che ci sono, quindi Mercedes e Ferrari.

E se ti arrivano entrambe le offerte sul tavolo?
Dipende in quel momento quale è la macchina che va più forte. Forse meglio la Ferrari perché le macchine aziendali sono migliori (ride, ndr).

Chi è il tuo idolo in F1 e a chi pensi di somigliare di più nello stile di guida?
Mi piacciono tutti i piloti giovani come Leclerc, Verstappen, Russell, Norris, perché sono tutti molto aggressivi. Si fanno rispettare. Poi dico sempre Hamilton perché riesce sempre a tenere il sangue freddo. A parte che è super-fortunato, a livello che mi conviene dare a lui 10 euro per giocarmi un Gratta e Vinci. Riesce sempre a tenere la calma. Anche ad Imola non ha perso la testa, ha messo la retromarcia che secondo me è stata una gran mossa. Hamilton mi sorprende sempre per come sa gestire i momenti di difficoltà. Penso poi sempre ai piloti del passato che secondo me erano più dedicati a questo sport. Penso ad esempio a Lauda o allo stesso Alessandro. Niki, dopo l’incidente in Germania, un pilota di adesso non sarebbe mai tornato. Loro invece avevano questa dedizione e tornavano a correre. Tra i piloti del passato dico sempre Niki Lauda come idolo.

C’è un pilota che ti somiglia di più?
Come stile somiglio un po’ a Leclerc. Io non mi lamento tanto alla radio, ma mi rispecchio molto in lui.

L’anno scorso Shwartzman cantò “’O sole mio” dopo una vittoria, tu pensi di intonarci qualcosa qualora dovesse capitare anche a te?
Vediamo, ci devo pensare. Magari si.

Che regalo vuoi per i tuoi 18 anni?
Il miglior regalo per i miei 18 anni potrebbe essere una promozione alla categoria di vertice l’anno prossimo. Secondo me in HWA ci sono tanti esponenti che contano. Abbiamo ad esempio Norbert Haug che ha proprio il compito di guardare noi piloti. Molto spesso lo sento dopo le gare per avere dei feedback. Voglio fare bene perché sono sicuro che se dovessi andare forte avrò le porte spalancate. Da contratto c’è già l’opzione di fare un test quest’anno. Non mi hanno specificato ancora con chi, quando, dove e perché, però io ora mi concentro a fare queste gare e poi vediamo che succede.

Antonio Russo

Matteo Nannini
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