MotoGP, presto il pubblico sugli spalti: oltre 10.000 al Sachsenring

Dorna vuole disputare 18 gare nella stagione 2021. Prima dell’estate alcuni circuiti potrebbero aprile gli spalti al pubblico.

Sachsenring
Circuito del Sachsenring (foto Facebook)

La prossima gara del Motomondiale sul circuito di Jerez si terrà a porte chiuse, ma sono diverse le piste che potrebbero aprire al pubblico, almeno in parte. Fra queste quella del Sachsenring, dove la carovana della MotoGP sbarcherà il 20 giugno. L’emergenza Coronavirus costringe a perseverare con misure restringenti e tribune vietate ai fan, ma la campagna di vaccinazione presto potrebbe consentire delle aperture.

Dorna ha intenzione di disputare 18 gare nel 2021, resta ancora da verificare se si potrà andare in Asia e nelle Americhe. Viceversa si opterà per doppi turni sul medesimo tracciato. Entro l’estate il calendario dovrebbe essere definito e molto dipenderà dalle restrizioni di viaggio che in certo Paesi come Malesia, Thailandia e Australia sono ancora vigenti.

“Vogliamo organizzare 18 Gran Premi. Non si possono quindi escludere ulteriori doppi eventi come l’ultimo in Qatar per la seconda metà della stagione”, ha spiegato a Speedweek.com il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta. “Stiamo rivalutando la situazione di settimana in settimana”. In Qatar sono apparsi 5000 spettatori in gara 1, mentre la domenica successiva si è preferito lasciare porte chiuse. Portimao senza spettatori, così come Jerez e Le Mans. Per il Mugello si vedrà, ma probabile che anche qui ci saranno alcune migliaia di tifosi.

Al Sachsenring potrebbero esserci almeno 10.000 persone sulle tribune, come avvenuto a Misano lo scorso anno. Il GP d’Austria si svolgerà circa due mesi dopo, il 15 agosto. In Stiria è quindi atteso un numero di spettatori significativamente più alto. E a tal proposito Carmelo Ezpeleta si è detto fiducioso: “Siamo in ottime mani lì”. Tutti gli Stati europei stanno progressivamente aprendo anche al turismo e nuove normative verranno stabilite di volta in volta.

Red Bull Ring (foto Facebook)
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