L’incredibile storia di Perez. Così ha scoperto di essere stato cacciato

E’ una storia che ha dell’incredibile quella raccontata dal pilota Racing Point Perez in Russia e va ben oltre il licenziamento via telefono subito.

Sergio Perez (©Getty Images)

Quello della F1 è certamente un mondo altro, una sorta di cosmo a parte, in cui tuttavia, come in ogni ambiente dove a ballare sono soldi e interessi, il fattore umano passa in secondo, se non in terzo piano. Ne sanno qualcosa i diretti protagonisti del carrozzone a ruote scoperte, utilizzati, spesso, come pedine da spostare a piacimento sullo scacchiere nella speranza di ottenere la fetta di torta più cospicua a fine stagione. Due esempi su tutti, giusto per parlare del presente, i casi Vettel-Ferrari e quello Racing Point-Perez.

E a proposito di Sergio, il messicano,non ha taciuto neppure a Sochi il proprio disappunto per come è stato accompagnato alla porta in vista del 2021. E se al Mugello eravamo rimasti alla famosa telefonata ricevuta, anticipo dell’annuncio del giovedì, nel paddock russo, è stato reso noto un altro pezzettino della vicenda.

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Manco fossimo in un film di spionaggio, il driver di Guadalajara avrebbe intuito di essere stato scartato in una maniera davvero pittoresca. In pratica, a Monza, la domenica sera, il 30enne, tornato nella sua stanza d’albergo adiacente a quella del patron Lawrence Stroll, avrebbe, suo malgrado, ascoltato una chiamata tra lo stesso e un suo collaboratore riguardante i dettagli dell’operazione Seb, compresi stipendio e bonus.

“Ho voglia di restare”, ha comunque assicurato seppur deluso per il trattamento ricevuto, e per questa vicenda, privata, fatta circolare da un membro dello staff della squadra con base a Silverstone. “Ho avuto contatti con un paio di squadre. Penso che nel corso della prossima settimana ne saprò di più, ma è qualcosa che terrò per me. Ritengo che tutti meritino rispetto”, ha chiosato con una frecciata.

Racing Point (©Getty Images)

Chiara Rainis

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