MotoGP, piloti in rivolta contro i commissari: “Non sono imparziali”

L’ex campione del mondo Freddie Spencer, oggi capo dei commissari della MotoGP, non gode più della fiducia dei piloti, che non lo ritengono obiettivo

La pit lane del Gran Premio di Stiria di MotoGP 2020 al Red Bull Ring (Foto Dorna)
La pit lane del Gran Premio di Stiria di MotoGP 2020 al Red Bull Ring (Foto Dorna)

Tra i piloti di MotoGP si sta diffondendo una vera e propria rivolta. E nel loro mirino c’è un nome su tutti: quello di Freddie Spencer, ormai da un paio d’anni presidente dei commissari di gara del Motomondiale.

Sul suo curriculum da campione ci sono pochi dubbi: ha in bacheca ben tre campionati del mondo. Ma sulle sue capacità di giudice, invece, sono in molti tra i suoi colleghi ad esprimere parecchie perplessità. “Chi comanda? Spencer? Dice tutto”, graffia Cal Crutchlow. “Noi piloti non siamo contenti degli steward”, ammette Danilo Petrucci. “Servirebbero uomini veri”, affonda poi Johann Zarco.

Freddie Spencer, il capo dei giudici, è sfiduciato

Insomma, Spencer e il suo collegio sono finiti sotto accusa perché ritenuti non imparziali e non obiettivi. Gli esempi sono numerosi, anche solo guardando agli ultimi due fine settimana in Austria, al Red Bull Ring. Dall’incidente tra Zarco e Morbidelli, investigato solo dopo un incomprensibile ritardo, all’uscita di Pol Espargaro dai margini della pista all’ultimo giro della gara di domenica.

Lo spagnolo non è stato sanzionato e ha mantenuto il terzo posto, mentre per un episodio analogo Jorge Martin ha perso la vittoria in Moto2. “Le regole funzionano se sono chiare”, fa presente Valentino Rossi. Ed evidentemente il 58enne capo dei commissari non viene ritenuto più l’uomo giusto per farle rispettare.

“Massimo rispetto, ma quand’è stata l’ultima volta che Spencer ha guidato una di queste moto? Serve qualcuno che abbia guidato una MotoGP massimo 7-8 anni fa”, conferma Aleix Espargaro. Un personaggio ideale, in effetti, ci sarebbe, e il suo identikit lo traccia la Gazzetta dello Sport: Casey Stoner, che non solo è stato pilota e campione in tempi recenti, ma ha anche saputo sempre comportarsi e parlare in maniera schietta e sincera, senza piegarsi alla diplomazia o alla politica. Sarà lui l’erede designato di Spencer?

La pit lane del Gran Premio di Stiria di MotoGP 2020 al Red Bull Ring (Foto Dorna)
La pit lane del Gran Premio di Stiria di MotoGP 2020 al Red Bull Ring (Foto Dorna)
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