Effetto tuta nera. Bottas svela quanti chili ha perso al Montmelo

Al termine del GP di Spagna Bottas ha rivelato di aver perso parecchi chili a causa del caldo patito durante la corsa, forse per la tuta nera.

Valtteri Bottas  (Photo by ALBERT GEA/POOL/AFP via Getty Images)

Il suo team radio non diventerà un cult come quello di Kimi Raikkonen del lontano 2012, ma di certo è stato molto sui generis, specialmente per uno compassato come Valtteri Bottas. Quel “queste tute nere sono fottutamente calde” pronunciato in un team radio nel bel mezzo del gran premio del Montmelo ha fatto sorridere molti e chissà se pure Lewis Hamilton quando lo avrà sentito dato che è stato lui a convincere la Mercedes a passare dal total silver al total black per la sua campagna anti-razzismo.

“In macchina si soffocava”, ha spiegato ai media al termine della corsa. Non so quanti gradi porti in più avere una livrea nera, in ogni caso si moriva, tra l’altro le nuove “overall” sono più spesse, così come la biancheria intima. Di sicuro il bianco sarebbe più fresco in termini di temperature. In gara, per esempio, ho perso 3 chili che è davvero tanto”.

Per il finlandese l’eccessivo calore potrebbe portare ad un drastico calo della performance, per cui implicitamente ha lanciato un messaggio alla squadra perché si torni alla vecchia colorazione.

“Il può anche iniziare a influire sulle prestazioni”, ha sostenuto. “So che tra tutti i piloti sono uno dei più in forma, se non il più in forma e quindi posso sopportarlo, ma non è confortevole e si può migliorare”.

In realtà la Mercedes già qualche settimana fa aveva assicurato che il colore non può influenzare il rendimento dell’auto. “All’interno del cofano motore c’è un rivestimento argentato che resiste al calore. E’ stato messo indipendentemente dalla tinta esterna”, la spiegazione del responsabile della strategia James Vowels. “Da parte nostra non abbiamo riscontrato alcuna differenza sulle temperature dei radiatori o dei sistemi centrali all’interno della monoposto”.

Mercedes’Photo by BRYN LENNON/POOL/AFP via Getty Images

Chiara Rainis

Impostazioni privacy