Grande ansia per le condizioni di Zanardi. L’amico: “Siamo preoccupati”

Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano e grande amico di Alex Zanardi, racconta tutti i timori per il suo ritorno in terapia intensiva

Alex Zanardi (Foto Bmw)
Alex Zanardi (Foto Bmw)

“È un momento di preoccupazione”. La notizia dell’improvvisa complicazione delle condizioni cliniche di Alex Zanardi, che ha costretto al suo nuovo ricovero in terapia intensiva, all’ospedale San Raffaele di Milano, ha fatto ripiombare l’Italia dello sport nell’ansia per la vita dell’ex pilota di Formula 1.

In particolare chi lo conosce bene come Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano. “Siamo legati da un rapporto di amicizia, di condivisione anagrafica di pagine di vita, legate al periodo dell’adolescenza dei nostri figli”, racconta ai microfoni del Corriere dello Sport. “E poi stiamo parlando di un’icona dello sport italiano, oltre che delle discipline paralimpiche internazionali. Sì, perché Alex è un amplificatore straordinario del messaggio che arriva dallo sport paralimpico. Con incredibile semplicità e con quell’ottimismo che lo caratterizza, ha reso visibile l’invisibile”.

Zanardi leader del movimento paralimpico

L’impegno, sportivo e mediatico, di Zanardi ha infatti dato molto, in termini di consapevolezza, a tutto il movimento dei disabili nel nostro Paese: “Vi ricordate quando Alex, dopo l’incidente in Germania, ha detto di aver pensato alla parte che gli era rimasta, piuttosto che a quella che era andata persa? Ecco, il suo essere Zanardi ha permesso, ormai da anni, di concentrare l’attenzione sul mondo della disabilità, su quello che centinaia di giovani si trovano a vivere quotidianamente, tra difficoltà e conquiste”, prosegue Pancalli. “E poi quel suo carattere da inguaribile ottimista, con un sorriso capace di accendere ogni tipo di giornata, è diventato fin da subito il comune denominatore di molti disabili. ‘Se lo fa Alex, lo posso fare anche io’. Una molla per gli altri, una sfida per sé: la sua missione, ormai da anni, è quella di rendere visibili le sfide dei disabili”.

Si può dire addirittura che nel tempo Alex Zanardi sia divenuto capofila del suo movimento: “È diventato l’amplificatore perfetto, a servizio degli altri e mai davanti agli altri, assolutamente ben integrato in quella che è la grande famiglia dello sport paralimpico. È un condottiero educato, elegante, affatto prevaricatore, pronto a stare dietro, al massimo accanto. Ed anche attento a tirare la volata a chi ne ha bisogno, sempre con la delicatezza che fa parte del suo carattere. Questo suo essere va letto come un atto di totale generosità. Si è trasformato nel nostro leader, una fucina di idee, un detonatore di energie positive”.

La più grande sfida di Alex

Per questo motivo oggi tutti gli atleti paralimpici, e non solo, si stringono attorno al loro campione, nel momento più difficile della sua lotta: “Sfida è la parola che ben descrive la filosofia di Alex”, spiega Pancalli. “Che poi è quello che lo ha spinto a primeggiare alle Paralimpiadi, non accontentandosi mai, nonostante il passare degli anni e comunque i traguardi tagliati in precedenza. Il suo vedere sempre il bicchiere mezzo pieno è l’incentivo che manda avanti tutti quei disabili che non si sono arresi di fronte alle difficoltà proprio come lui, ma che diversamente non finirebbero sotto i riflettori. Anche per questo, adesso siamo tutti al suo fianco, con la determinazione di Zanardi e di tutti i suoi fratelli. Ora più che mai, forza Alex”.

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Alex Zanardi con la sua handbike (Foto Bmw)
Alex Zanardi con la sua handbike (Foto Bmw)
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