La confessione di Binotto: “Perché il motore Ferrari ha perso potenza”

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, ammette che il suo motore ha perso potenza per via degli ultimi chiarimenti regolamentari della Fia

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto (Foto Ferrari)
Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto (Foto Ferrari)

Delle presunte, sospettate, chiacchierate irregolarità del vecchio motore Ferrari, Mattia Binotto non parla e non parlerà mai. Eppure, nella conferenza stampa di oggi riservata ai team principal, a margine del Gran Premio d’Ungheria, per la prima volta il boss della Rossa si è lasciato sfuggire una frase che ha il sapore di una confessione.

Non ammette che il suo propulsore 2019 fosse illegale, questo no, ma dichiara apertamente che le direttive tecniche diramate dalla Federazione internazionale dell’automobile (proprio per colmare quei buchi del regolamento sfruttati dal Cavallino rampante) sono state la causa della perdita improvvisa di potenza della power unit di Maranello. Insomma, il giro di vite regolamentare ha fatto tornare bruscamente alla normalità quel motore che fino all’anno scorso sembrava superpotente.

La Ferrari ha pagato le precisazioni sul regolamento

Pur con toni ampiamente diplomatici, il contenuto è inequivocabile: “Credo che il regolamento sui motori sia molto difficile e complesso e abbia delle aree in cui servono ancora dei chiarimenti”, ha spiegato Binotto. “Si tratta di un processo continuo, che è sempre esistito in passato ed esisterà in futuro. Dall’anno scorso sono state diramate molte direttive tecniche per chiarire alcune aree del regolamento e a queste abbiamo dovuto adattarci. Non credo che questo riguardi solo la Ferrari, perché guardando le potenze sviluppate in questa stagione anche molti altri costruttori si sono dovuti adattare. Ma certamente noi abbiamo perso prestazione”.

L’ingegnere italo-svizzero, però, non fa solo ammissioni, ma rilancia anche con accuse alla concorrenza. Per esempio, ribadisce quanto aveva già affermato in precedenza: ovvero che alcuni rivali avrebbero violato sottobanco la chiusura delle fabbriche imposta durante la quarantena, continuando a sviluppare motori e telai anche durante quel periodo.

“Lo sviluppo del motore è un processo continuo che non abbiamo mai interrotto dal 2012, quando cominciò la realizzazione di questi motori”, prosegue. “Ora è da molto tempo che li sviluppiamo e stiamo continuando a farlo anche in questa stagione, persino se non potremo introdurre modifiche durante l’anno, perché abbiamo avuto un lungo periodo di chiusura prima dell’inizio della stagione, che non è valso per altri costruttori, tra parentesi”.

Il momento più duro per Binotto

Poi Binotto si sposta su un tema molto più personale, quando gli chiedono se si aspettasse un lavoro così duro nel momento in cui accettò il ruolo di team principal. Domanda quantomai d’attualità, ora che proprio lui si ritrova nel mirino delle accuse per la crisi Ferrari e delle voci di un prossimo possibile esonero.

“Certamente il lavoro è difficile e quando non stai andando bene, come noi, hai sulle spalle molta pressione, soprattutto dall’esterno”, afferma. “Ma credo che anche noi ci stiamo mettendo pressione addosso, perché alla Ferrari sappiamo quale sia il nostro obiettivo. Non è la prima volta in cui viviamo stagioni difficili, e quando ho accettato questo ruolo mi aspettavo tempi difficili. La cosa più importante è mantenere la stabilità e la concentrazione e, se c’è qualcosa che va risolto o migliorato, prendere le decisioni giuste, per il meglio della squadra”.

Sebastian Vettel in pista nelle prove libere del Gran Premio d'Ungheria di F1 2020 all'Hungaroring (Foto Ferrari)
Sebastian Vettel in pista nelle prove libere del Gran Premio d’Ungheria di F1 2020 all’Hungaroring (Foto Ferrari)
Impostazioni privacy