MotoGP, comincia l’era dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale ha già fatto il suo ingresso in MotoGP. Ma presto avrà un ruolo ancora più importante nell’evoluzione dei prototipi.

La Ducati Desmosedici di Danilo Petrucci (getty images)
La Ducati Desmosedici di Danilo Petrucci (getty images)

La tecnologia in MotoGP fa passi da gigante ed è normale che sia così, rappresentando l’avanguardia del motociclismo mondiale, il luogo dove sperimentare nuove soluzioni da applicare in seguito sulle moto di serie. Si perfezionano i piloti con i loro stili di guida, ma anche gli ingegneri. Soprattutto in casa Ducati i tecnici hanno dato ripetutamente prova di essere un passo in avanti rispetto ai rivali, soprattutto in termini di aerodinamica.

Ma la nuova frontiera tecnologica della classe regina si chiama intelligenza artificiale, già presente all’interno dei prototipi contemporanei. Non si tratta di fantascienza! In un incontro con Lenovo erano presenti alcuni ingegneri della casa di Borgo Panigale: Davide Barana, direttore tecnico del reparto corse Ducati, Edoardo Lenoci, responsabile dello sviluppo della Ducati Aerodynamics e Gabriele Conti, capo del dipartimento dei sistemi elettronici Ducati. Quest’ultimo ha iniziato a illustrare il suo lavoro, come riportato dal quotidiano spagnolo ‘Marca’. “Non si tratta più solo di raccogliere dati, ma anche di analizzarli in profondità. La prossima cosa sarà l’Intelligenza Artificiale”.

L’IA entra nella classe regina

Ma come entrerà a far parte della classe regina l’intelligenza artificiale? “È il futuro, penso, perché abbiamo bisogno di qualcosa che pensi più velocemente degli umani e l’intelligenza artificiale può farlo. Stiamo già usando una macchina per imparare. Usiamo già alcuni parametri calcolati con una macchina capace di gestire un’incredibile quantità di dati , cosa che noi non possiamo fare. Effettua calcoli corretti per avere parametri in tempo reale. Il prossimo passo, e ci stiamo già lavorando, aiuterà gli ingegneri di pista e di fabbrica a sviluppare la nuova moto. Questo è il futuro, immagino”.

Nella gestione dei dati vengono coinvolti anche i piloti, che devono assumere una minima parvenza ingegneristica per collaborare nell’evoluzione dei prototipi. “Sfortunatamente, dobbiamo guardare i dati più che andare in moto. È il modo di capire come guidare meglio – ha sottolineato Danilo Petrucci -. L’ 80 percento della configurazione della moto si basa sui dati… Ogni Gran Premio ricevo un’e-mail con sette pagine di dati dal mio capo meccanico. Dal 2015 è stato così. Li ho ancora tutti salvati”.

Danilo Petrucci nel Gran Premio di Jerez di MotoGP 2019 (Foto Ducati)
Danilo Petrucci nel Gran Premio di Jerez di MotoGP 2019 (Foto Ducati)
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