La paura di Alfa Romeo: “Se facciamo così rischiamo costi record”

Il boss Alfa Romeo Vasseur lancia un nuovo allarme a proposito della sopravvivenza dei team minori qualora Liberty Media dovesse confermare i 18 GP.

La presentazione della Alfa Romeo C39 a Barcellona (Foto Mark Thompson/Getty Images)
La presentazione della Alfa Romeo C39 a Barcellona (Foto Mark Thompson/Getty Images)

Oltre il danno, la beffa. Il team principal dell’ex Sauber è stato certamente uno dei più attivi mediaticamente da quando la F1 si è fermata a causa dell’emergenza Coronavirus, non mancando mai di denunciare i rischi, in un momento tanto delicato, soprattutto per le realtà del Circus meno ricche di risorse. Ecco dunque che, dopo aver paventato un tracollo dei “piccoli”, l’abile manager francese ha cercato di esortare l’ente proprietario della F1 a ripensare al piano che vorrebbe concentrare la stagione, disputata quasi nella sua interezza, nello spazio di pochissimi mesi.

“Fare così tante gare in 6 mesi sarebbe molto dispendioso. I costi sarebbero decisamente più elevati perché sarebbe necessario velocizzare ogni spostamento e aumentare il lavoro del personale”, ha spiegato a Motorsport.com. “Inoltre non ci sarebbe tempo per sviluppare una nuova macchina. La nostra squadra non è in grado di farlo, ad esempio”.

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Secondo Vasseur un buon compromesso potrebbe essere rappresentato dalla riduzione delle giornate del weekend da tre a due. Un pensiero sposato in precedenza anche da Daniel Ricciardo.

“Per me va anche bene fare tanti gran premi e sono favorevole pure a disputarne tre di fila come accaduto nel 2018, basta che si diminuiscano i giorni di presenza in circuito. Eccetto i big gli altri non dispongono di così tanti meccanici da poter fare a rotazione”, ha spiegato il motivo del suo scetticismo davanti alle spinte del Baffo Chase Carey, volte perlopiù a salvare gli introiti, di natura decisamente rilevante, provenienti dalla cessione dei diritti televisivi.

Per concludere, il buon Frederic ha trovato anche qualcosa di cui sorridere, ovvero il congelamento delle vetture 2020 per il 2021. “Era la migliore opzione, se non l’unica per proseguire in una situazione simile”, ha detto.

Frederic Vasseur (©Getty Images)

Chiara Rainis

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