Fabio Quartararo si è spesso lasciato andare a commenti molto duri contro la Yamaha, ovvero la squadra con cui ha vinto il titolo nel 2021. L’ex campione del mondo ha un solo obiettivo nella testa.
Anche il 2025 si sta rivelando una stagione avara di soddisfazioni per Fabio Quartararo, dal momento che la sua Yamaha non gli consente ancora di competere nelle posizioni per cui vorrebbe. L’ex campione del mondo ha fatto quattro pole position chiudendo secondo a Jerez de la Frontera, ma tutto grazie al suo straordinario talento piuttosto che per un effettivo passo in avanti della M1. A Silverstone avrebbe quasi certamente vinto, ma la rottura dell’abbassatore lo ha lasciato a piedi a pochi giri dalla fine, privandolo di una grande gioia.
Quartararo non vince da oltre tre anni, da quel GP di Germania del 2022 che sembrava una vera e propria ipoteca sul secondo titolo mondiale consecutivo, ma che si è poi rivelato l’inizio della fine. Tutte le speranze sono riposte nella moto dotata del motore V4 che debutterà presto, e che sarà poi schierata al via della stagione 2026. Il campione del mondo 2021 vuole spingere la sua squadra al meglio, ed ha spiegato la natura dei commenti pesanti che ha spesso rivolto alla casa di Iwata nel corso di questi anni.
Quartararo, le critiche alla Yamaha sono degli stimoli
Alla vigilia di Barcellona, Fabio Quartararo ha voluto chiarire la natura dei suoi duri commenti contro la Yamaha: “Credo sia importante provare più cose possibili e sono contento che Fernandez corra come wild card a Misano. Per quanto mi riguarda, essere duri con la Yamaha nei miei commenti è uno stimolo per la squadra, non una semplice critica. Si tratta di un modo per far capire alla squadra che dobbiamo rimboccarci le maniche e tornare presto dove dovremmo essere. Non credo che i miei toni siano negativi, cerco di essere quello che spinge maggiormente nel box“.

Quartararo ha sottolineato l’importanza di lavorare duramente alla moto con il V4: “Dal mio punto di vista, sarà fondamentale concentrarci sulla moto con il motore V4, sulla M1 non c’è più niente da sviluppare. La Honda ci ha messo molti anni per riprendersi ed ora ci stanno riuscendo. A Brno, Mir è stato veloce ed in generale è stato competitivo anche in Austria ed in Ungheria. Hanno fatto un passo in avanti, noi ci dobbiamo ancora riuscire, spero che la V4 ci aiuti in tal senso“.