Il brand ambassador del marchio di Iwata, Valentino Rossi, non fu accolto bene da tutti al suo arrivo. Venti anni dopo è tempo di una confessione scioccante.
E’ diventato una leggenda portando al successo una M1 che non vinceva da anni, ma Valentino Rossi era veramente amato da tutti nel box del brand giapponese? A quanto pare c’erano stati molti litigi per il suo ingaggio. Non tutti volevano un campione che avesse fatto la storia della Honda in Classe 500 e MotoGP, ma che avrebbe anche tradito dei valori, volendo passare alla diretta concorrenza.
In Giappone viene data grande importanza ai valori quali la fedeltà a una squadra e non si erano chiusi bene i rapporti tra Rossi e la HRC. Il Dottore voleva dimostrare di essere più forte di tutti e tutto. Riuscì nella sua impresa al primo anno in Yamaha, nonostante una nutrita concorrenza. Per anni Max Biaggi aveva provato a vincere in sella alla Yamaha senza successo. A livello generale Valentino Rossi voleva lasciare il team più forte dell’epoca per scrivere una nuova pagina di storia della MotoGP.
Marc Marquez, al contrario, ha lasciato una Honda in caduta libera, decidendo semplicemente di correre per la migliore squadra in griglia da anni. Per il numero 46 il passaggio dalla Honda alla Yamaha fu un mezzo salto nel buio. Si portò dietro tanti suoi tecnici e fece la differenza sin dalla prima gara in un duello acceso con Biaggi. Quella annata fu trionfale. Dopo il titolo conquistò del 2004, il centauro di Tavullia conquistò altri 3 mondiali e in altre 3 occasioni terminò al secondo posto, sfiorando il decimo riconoscimento iridato nel 2015, 11 anni dopo il primo trionfo sulla M1. Ha guadagnato tantissimo con il team.
Valentino Rossi, la confessione di Brivio
In una intervista a Crash.net Davide Brivio, team manager di Yamaha, ha annunciato: “Quando parlavamo con Valentino c’era un modo diverso di pensare all’interno della Yamaha, perché qualcuno era contrario all’idea di prenderlo. Dicevano ‘è un pluricampione del mondo: se viene alla Yamaha e noi non vinciamo, è colpa della Yamaha’ mentre ‘se vinciamo, è grazie a Valentino. Quindi non abbiamo nulla da guadagnare come marchio“.
“Qualcuno all’interno della Yamaha diceva non abbiamo bisogno di Valentino perché faremo una moto così forte che possiamo vincere con qualsiasi pilota“, ha ricordato Brivio. La Casa di Iwata aveva vinto l’ultimo titolo in Classe 500 con Rainey. Nel 2003 il team factory non aveva conquistato nemmeno una tappa. “Portando Valentino in Yamaha, abbiamo in un certo senso dimostrato che entrambi gli elementi sono importanti in questo mondo. E ne sono piuttosto orgoglioso perché penso che abbiamo restituito un po’ di valore all’uomo, allo sport. Ok, lavorando per un produttore non dovrei dirlo, ma penso che a quel tempo avessimo la sensazione di aver contribuito a bilanciare un po’ di più l’importanza della moto rispetto all’importanza del pilota“, ha concluso Brivio.