Tra il centauro spagnolo, Marc Marquez, e la Honda si è quasi giunti ai titoli di coda. Il fenomeno di Cervera, dopo una pessima SR, ha puntato il dito sui limiti tecnici della RC213V.
Sarebbe dovuta essere una giornata positiva per Marc Marquez, ma si è tradotta nell’ennesima disfatta. Dopo l’annuncio dell’addio alla Honda con il passaggio alla Ducati nel team Gresini Racing, era tra gli osservati speciali a Mandalika. La copertina della Sprint Race se l’è presa, ancora una volta, lo spagnolo del team Pramac.
Jorge Martin sta diventando il faro della MotoGP e, dopo il trionfo nella Sprint indonesiana, è anche diventato il leader della classifica, scavalcando un Bagnaia sempre più in crisi. La rimonta si è, definitivamente, chiusa con un trionfo spettacolare. Martinator, infatti, è scattato come un fulmine dalla sesta casella della griglia e ha dimostrato di avere un ritmo impressionante sulla GP23. Non è stato il solo ad andare forte in sella alla Desmosedici.
La tripletta sul podio è stata chiusa dai due centauri del team Mooney VR46. Nonostante le precarie condizioni fisiche di Luca Marini e Marco Bezzecchi, freschi di operazioni alle clavicole, hanno dimostrato un feeling spettacolare. Le Aprilia, alla lunga, non hanno potuto nulla. Il campione del mondo della Moto3 2018 sembra lanciatissimo verso la sua prima corona iridata.
Dopo aver fatto da cacciatore per mesi, occorrerà solo vedere se sarà in grado di ricoprire il ruolo della lepre ed accumulare un vantaggio sul campione in carica. Quarta piazza per Maverick Vinales davanti alla Yamaha di Fabio Quartararo e alla Ducati Gresini di Fabio Di Giannantonio. Il primo centauro del team factory è Enea Bastianini che ha preceduto un pessimo Francesco Bagnaia. Quest’ultimo ha approfittato anche degli scivoloni dei vari Marc Marquez, Aleix Espargarò e Brad Binder per strappare due punticini.
I problemi di Marc Marquez
La sua Honda è risultata nervosa sin dal primo turno di libere. Il Cabroncito è stato bravissimo a qualificarsi, direttamente, al Q2 ma non è bastato per lottare per una posizione nobile. Partito ottavo, il centauro di Cervera è subito scivolato, nel corso del primo giro, mentre era in scia al gruppetto di testa. Non ha grossi rammarichi, anche perché il passo non era dei migliori. Il trentenne ha confessato che aveva un ritmo da decima posizione.
Sul giro secco riesce a difendersi, ma sulla lunghezza di una corsa non può guidare al limite come vorrebbe. “Abbiamo fatto tanta fatica. Tutte le Honda erano in difficoltà e anch’io ho faticato. Partivo ottavo, ma la mia corsa sarebbe stata probabilmente dietro a Bagnaia o anche peggio“, ha affermato l’otto volte iridato ai microfoni di Sky Sport dopo la Sprint Race di Mandalika.
Il trentenne vorrebbe chiudere in bellezza la sua esperienza in Honda. “Provo a dare feedback precisi e a lottare in pista. Questo si è visto oggi in qualifica, quando sono caduto e mi sono rialzato subito, poi sono ripartito e ho fatto il giro forte. Stessa cosa in gara, il mio impegno non cambia“, ha spiegato il fenomeno di Cervera. Nella prossima annata, però, diventerà un rivale della casa di Tokyo. Le amicizie, costruite in 11 anni, rimarranno solide, ma fuori dal contesto della pista.