La Ferrari torna a deludere a Losail, mentre la Red Bull fa uno sport a parte in una F1 troppo scontata. Il Qatar non mente.
La F1 ha fatto tappa per la seconda volta nella sua storia in Qatar, sul tracciato di Losail. Il copione è stato il solito, con Max Verstappen e la Red Bull che hanno dominato, e l’olandese ha conquistato, già durante la Sprint Race del sabato, il terzo titolo mondiale della sua brillante carriera.
A 26 anni appena compiuti, il figlio di Jos è già una leggenda della F1, in grado di demolire tutti con una facilità mostruosa. Il primo ad uscire disintegrato dal confronto è Sergio Perez, che in questa gara non è andato oltre un mesto decimo posto dopo il ritiro del sabato, a conferma di un momento di crisi dal quale non riesce ad uscire.
Nelle mani di Checo, la RB19 è ormai un’auto da metà classifica, mentre con Verstappen diventa un’astronave imprendibile. Per quanto riguarda il team di Milton Keynes, potremmo sintetizzare così ciò che si è visto in Qatar, mentre la Ferrari, che ad inizio anno avrebbe dovuto sfidare i siluri di Adrian Newey, torna a casa con una disfatta.
Sul traguardo, Charles Leclerc che ha chiuso quinto si è beccato quasi 40 secondi da Super Max, un gap eterno, su una pista che si presumeva difficile per la SF-23, ma che in realtà ha messo in mostra una situazione ben peggiore di quella che tutti si aspettavano. Carlos Sainz non è nemmeno partito per via del guasto al sistema del carburante,
F1, in Qatar la Ferrari affonda e la Red Bull festeggia
In Qatar la F1 ha fatto un’altra figura non proprio splendida, a causa dei problemi che si sono riscontrati sulle gomme al passaggio sui cordoli. La Pirelli, sin dal venerdì, ha notato che sulle coperture si potevano osservare dei danni non indifferenti e problematici per la sicurezza, portando il tracciato di Losail a dover effettuare delle modifiche lampo, che però non si sono dimostrati sufficienti.
Per questo, si è deciso di imporre un numero massimo di 18 giri da percorrere con ogni set di gomme in gara, obbligando, in sostanza, tutti i piloti ad effettuare tre pit-stop. Sulla carta, questo sarebbe potuto essere uno svantaggio per la Red Bull ed un vantaggio per la Ferrari.
Infatti, la RB19 è quella che tratta meglio le gomme ed è in grado di gestirle alla perfezione, mentre la Rossa ha sempre fatto fatica su questo aspetto. Tuttavia, il risultato finale è stato il solito e testimonia il margine che ha Max Verstappen, che non è di certo legato alla sola gestione degli pneumatici.
Allo stesso tempo, sulla Rossa non c’è solo un problema di degrado, quanto di performance pura su determinati tipi di pista. La Ferrari non è a suo agio su tracciati dove ci sono curvoni veloci in successione e dove serve avere un’anteriore molto preciso, come si vedeva anche dagli on-board.
In qualifica, Charles Leclerc faceva fatica a trovare un solo giro che fosse pulito, andando spesso oltre i track limits a causa dell’instabilità della sua monoposto. In tal senso, c’è poco che si possa fare, se non ripensare del tutto la vettura e ripresentarsi nel 2024 con un concetto del tutto nuovo.
Un aspetto da considerare è legato alle caratteristiche delle due auto più forti, ovvero la Red Bull e la McLaren. Entrambe sono dotate della sospensione anteriore pull-rod e sono le uniche ad aver puntato su questo concetto. Vedremo se qualcuno penserà di copiare tale soluzione in futuro o meno.