La Ferrari a Singapore torna grande: dietro la rinascita ci potrebbe essere questo motivo

La Ferrari ha dominato a Singapore, ma anche McLaren e Mercedes hanno surclassato la Red Bull. Ecco cosa può accadere.

Il Gran Premio di Singapore ha regalato a Carlos Sainz il secondo successo in carriera, il primo in stagione per la Ferrari. Finisce la striscia positiva della Red Bull che veniva da 15 successi consecutivi, e l’ultimo trionfo di un’auto diversa da quella del team di Milton Keynes risaliva al 13 di novembre scorso, quando George Russell su Mercedes si impose in Brasile.

Ferrari domina a Singapore
Ferrari in azione a Singapore (ANSA) – Tuttomotoriweb.it

Ovviamente, la Red Bull ha i mondiali in mano e ce la aspettiamo di nuovo protagonista a Suzuka tra pochi giorni, ma una ventata di aria fresca fa sempre bene allo sport. Sainz ha piazzato un capolavoro, comandando tutti i 62 giri di gara dopo aver fatto segnare la pole position, sempre molto importante su questa pista.

Singapore si è confermata amica della Ferrari, squadra che ora dovrà dare delle conferme importanti dopo un successo di questo tipo. La direttiva tecnica che è stata introdotta prima di questa tappa può aver cambiato le carte in tavola? Nelle prossime righe cercheremo di far chiarezza su un argomento molto chiacchierato.

Ferrari, la prima vittoria nel giorno del crollo Red Bull

Prima del Gran Premio di Singapore, la FIA ha introdotto la direttiva tecnica TD018, imponendo dei nuovi controlli per cercare di evitare la flessione delle ali. Inoltre, anche il fondo delle monoposto adesso deve essere “fisso”, ovvero non flettere sia in fase statica che dinamica, in modo così da poter superare i nuovi test che sono stati imposti. In base ad alcuni rumor, la Ferrari potrebbe essere il team che maggiormente è uscito avvantaggiato dai cambiamenti.

Ferrari e Red Bull tante stranezze a Singapore
Ferrari e Red Bull in azione a Singapore (ANSA) – Tuttomotoriweb.it

Infatti, le ali di Mercedes e Red Bull, così come i fondi, sono stati sempre più estremi rispetto a quelli del Cavallino, ed è probabile che soprattutto la RB19 abbia risentito di questo cambiamento.

Va però detto che ogni tipologia di pensiero sull’effetto della direttiva è ancora troppo prematuro, dal momento che, soprattutto in termini di ali, Singapore non è un tracciato che mette troppo in mostra eventuali problematiche legate ad una mancata flessibilità.

Nel caso in cui la crisi della RB19 sulla pista di Singapore fosse stata causata dalla direttiva, a Suzuka le cose potrebbero andare ancora peggio, visto che su quel tracciato dovrebbero sentirsi ancora di più le modifiche operate alle ali ed al fondo. Va però evidenziato che non ci possono essere certezze, ma un aspetto che è emerso a Singapore non può non preoccupare gli uomini di Christian Horner.

In qualifica, Max Verstappen e Sergio Perez lottavano con un’auto che scivolava di continuo, come se la finestra di utilizzo della gomma si fosse ristretta. La Red Bull è sempre stata l’auto migliore nell’innescare gli pneumatici, ma qui non è andata come in passato. La Ferrari ha fatto invece alla perfezione il suo lavoro, pur non portando novità tecniche di rilievo, al contrario della McLaren.

Finalmente, a Maranello è stato azzeccato il set-up di base, visto che le SF-23 sono state competitive sin dalle prime libere. Inoltre, anche la gestione della gomma Dura in gara è stata molto buona, visto che Carlos Sainz non ha avuto problemi nonostante uno stint di ben 40 giri su questa mescola, anche se con una gran parte del tempo passato in gestione.

Che la SF-23 sia cresciuta è un dato di fatto, ma per il momento, non possiamo ancora parlare di un “effetto direttiva”. Suzuka sarà un banco di prova fondamentale, perché se la Red Bull dovesse essere in difficoltà anche in Giappone, potremmo assistere ad un finale di stagione davvero entusiasmante.

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