L’abitacolo di una Formula 1, nonostante le dimensioni più elevate delle monoposto attuali, sono molto angusti. Ecco come funziona la seduta di una wing car.
Le auto ad effetto suolo avrebbero potuto rappresentare la svolta per la categoria regina del Motorsport. I regolamenti avrebbero potuto mandare in soffitta il DRS per tornare ad una concezione di vetture più piccole e leggere. Le scelte prese, invece, non hanno accresciuto lo spettacolo in pista, rendendo anche piuttosto difficili i sorpassi senza l’ala posteriore mobile spalancata.
Per i 20 driver più forti al mondo il passaggio a questa moderna concezione di auto non ha rappresentato un chiaro passo in avanti. L’unico, probabilmente, felice è il bicampione del mondo Max Verstappen che sta facendo incetta di vittorie. Dagli on board possiamo apprezzare la visuale dei piloti all’interno degli abitacoli.
Le monoposto sono bassissime ed è, veramente, complesso portare al limite, su alcuni tracciati, le wing car anche a causa della particolare posizione semi-sdraiata.
Il concetto di guida tradizionale e anche kartistica è, totalmente, diverso. In F1 ogni pilota ha un sedile personalizzato che ricalca le misure esatte di ciascun corpo. Si tratta di un calco che è progettato al millimetro per poter ospitare, nel modo più confortevole possibile, il driver. Di base tutti gli abitacoli devono rispettare delle regole standard imposte dal regolamento, ma poi variano in base alla filosofia progettuale e alle dimensioni dei piloti.
Si parte da una seduta standard per poi modellare con una precisione massima il posto di guida. In primo piano c’è sempre l’elemento sicurezza. In caso di impatto è essenziale che il pilota sia protetto nel miglior modo possibile. Le monoposto attuali non sono più difficili da guidare rispetto a quelle passate, ma richiedono delle skill di altro genere.
Formula 1, i segreti delle sedute
I piloti, oltre a spingere al limite le monoposto, devono anche poter parlare con il box via radio e, contestualmente, modificare le impostazioni su un volante che è più complesso di un computer. Inoltre devono bere dei liquidi durante un GP per non rimanere disidratati. Per tutti questi motivi l’adattamento al sedile deve essere perfetto. Vai poi considerato il dispositivo Hans, che protegge la testa da eventuali colpi e il fattore halo.
Ciascuna seduta è fatta per limitare al minimo il movimento dei piloti durante le azioni in pista. Il volante è posizionato appena più giù della linea degli occhi dell’automobilista. Per questo motivo la visibilità deve essere massima, tenendo presente anche la struttura dell’halo. Per affrontare gare bagnate i piloti devono avere una ampia visione. Per avvicinare il baricentro a quello della monoposto la seduta è resa più bassa possibile.
Da tale posizione è più “semplice” avere il pieno controllo della monoposto, favorendo il flusso aerodinamico dell’auto ad effetto suolo. Il pilota non risulta d’intralcio al passaggio dei flussi, grazie ad una posizione semi-sdraiata. Il pilota deve evitare di rilassarsi troppo in posizione inclinata, perché, come sancito con una battuta da Lewis Hamilton, la posizione sarebbe ideale per schiacciare anche un pisolino.