Adamo Leonzio a TMW: “Adeguare i circuiti storici non è semplice”

In esclusiva nella nostra consueta live Twitch, sul canale TVPlay, abbiamo avuto ospite Adamo Leonzio, ing. civile CEO specializzato nella progettazione di impianti sportivi per il Motorsport.

Si fa un gran parlare negli ultimi tempi dei track limit dei circuiti. Tutto nasce dalla necessità di far rispettare ai piloti delle basilare regole di non oltrepassare i limiti della pista. Il problema nasce dal fatto che i piloti sono costretti a correre su tracciati che non sono sempre moderni, anzi hanno una storia secolare in alcuni casi, rendendo complesso l’adattamento alle nuove vetture.

Intervista esclusiva ad Adamo Leonzio
Adamo Leonzio – Tuttomotoriweb.it

Per questo motivo stanno emergendo tantissimi nuovi tracciati, specialmente cittadini che stanno mettendo in secondo piano i circuiti storici europei. Per questo motivo persino piste come Spa Francorchamps e Monza, nel calendario di F1, sono a rischio in ottica futura. L’arrivo di Liberty Media ha stravolto molte consuetudini, mettendo in primo piano nuove location come Miami e Las Vegas, oltre ad Austin.

I piloti del circus, oramai, si sono abituati a viaggiare in ogni dove, affrontando anche in 6 occasioni una doppia gara nel weekend. La categoria regina del Motorsport sta cambiando faccia, con la ferma convinzione che l’interesse dei fan a casa e il coinvolgimento dei tifosi sulle tribune possa continuare a crescere anche in futuro con calendari sempre più ampi.

L’opinione di Adamo Leonzio

L’ing. italiano ci ha ricordato come le piste non vengono concepite solo per la massima categoria del Motorsport, ma ricoprono un ruolo essenziale anche nelle competizioni minori o propedeutiche alla F1. Lo specialista nella progettazione di impianti sportivi per il Motorsport ci ha detto la sua su numerosi argomenti, a partire dai track limit.

– Cosa si può fare affinché i piloti non li superino con così tanta costanza?

E’ una problematica venuta fuori quando per motivi di sicurezza abbiamo allargato le piste. Prima si aveva o erba o ghiaia e si è optato, ai lati delle vie di fuga, per una zona di asfalto. Il pilota se ha la possibilità di allargare una curva per farla più veloce, mettendo due ruote sull’asfalto, lo fa. Usando la telemetria, in F1, mettendo delle speed trap per leggere i trasponder delle auto si intercettano i fuori pista. E’ un sistema costoso ma i circuiti nascono anche per altre attività con un minor budget. Si stanno cercando soluzioni diverse ed auto controllabili, come diminuire l’asfalto dietro al cordolo in uscita di curva“.

– Hai qualche progetto in cantiere per l’imminente futuro di cui ci puoi parlare?

Ho un rapporto di collaborazione con Walter Sciacca per alcune situazioni in America, in Centro e Medio Oriente. Nell’immediato c’abbiamo Tenerife per quanto riguarda la F1 e la MotoGP e stiamo ultimando i lavori sul circuito di Voghera”.

I circuiti storici stanno sparendo dal calendario di F1, secondo te si può fare qualcosa per “salvare” questi tracciati storici che via via stanno venendo fatti fuori?

I circuiti sono storici proprio perché costruiti in un’epoca diversa, quando i mezzi erano diversi. Vanno in crisi per l’evoluzione del mezzo, sia auto che moto. Non riescono a stare al passo per vincoli ambientali piuttosto che per dei limiti di proprietà e sono impossibilitati a fare, ad es, nuove vie di fughe. I nuovi circuiti in tutte le parti del mondo nascono già con certe esigenze richieste. Adeguarsi per i tracciati storici non è semplice“.

Ringraziamo a nome di tutta la redazione Adamo Leonzio per il suo intervento.

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