F1, arriva la richiesta ufficiale alla FIA: i piloti non vogliono più vederlo

Gli ultimi GP hanno visto accadere episodi che hanno lasciato i piloti di F1 sorpresi. Per questo si sono appellati alla Federazione.

Da Abu Dhabi 2021, quando la FIA influenzò in maniera importante l’esito finale del Mondiale, spezzando la lunga supremazia Mercedes, gli alti uffici del Circus, sono diventati sempre più presenti. Quasi che dietro ad ogni gara ci sia una regia, che decide chi deve vincere e chi perdere. Ovviamente si tratta di una mera sensazione, data dagli strani ritardi che si verificano quando c’è un incidente. Dall’ingresso a volte immediato, a volte no della Safety Car. Dalle improvvise sospensioni con bandiera rossa, in più di qualche occasione, senza una vera ragione.

I piloti non lo vogliono in F1
Tuttomotoriweb.it (LaPresse)

Ebbene, a fronte di tutte queste considerazioni, in quel di Miami i protagonisti del campionato si sono riuniti, formulando in maniera formale la richiesta ai federali, di non interrompere più a casaccio i gran premi, scatenendo situazioni di pericolo, come quelle di Melbourne, quando i restart a gomme fredde hanno provocato crash e vanificato bei risultati.

I piloti di F1 non ci stanno. Cosa domandano alla FIA

A quanto il responso ottenuto sarebbe stato positivo. Ne consegue che non dovremmo più trovarci ad assistere a stop, quando magari una macchina uscita è in posizione sicura, e magari pure fuori dalla via di fuga. A confortare sulla buona riuscita dell’incontro è stato lo stesso George Russell, capo dell’associazione driver GPDA.

A nostro avviso ripartire da fermi sul finale di una corsa è particolarmente insidioso, in quanto è pieno di riccioli di gomma fuori traiettoria“, ha spiegato le sue ragioni e quelle dei colleghi a Motorsport.com.

Al di là del rischio di andare a muro, o di entrare in collisione con un avversario, per il portacolori della Mercedes, far riprendere un evento in via di conclusione dalla griglia di partenza, fornirebbe un ingiusto vantaggio a chi si trova all’interno della linea sporca, creando inoltre inoltre caos e ingiustizie (chissà se il riferimento in questo caso era a Yas Marina di tre annate fa).

Tutti e venti conveniamo che sia sbagliato imporre una standing start quando è stato completato almeno il 50% del GP“, ha affermato convinto.

Cosa succederà nei GP americani

Quanto avvenuto in Australia, con tanti conduttori finiti fuori anche a causa delle coperture non a temperatura dopo aver fatto un garone, aveva lasciato parecchio amaro in bocca in gruppo. Già in Azerbaijan la Federazione aveva accettato di andare incontro alle esigenze dei protagonisti, imponendo alla vettura di sicurezza trenta seconda di margine al primo via, allungato ad un minuto in Florida. Da quanto si apprende, comunque, questa procedura verrà adattata ad ogni circuito.

Ma come verrà gestita la bandiera rossa in caso di maltempo? Negli USA ad esempio tutti gli eventi sportivi devono essere fermati in caso di tempesta per garantire agli spettatori la protezione dai fulmini. Quindi, in tutte e tre le manifestazioni sul territorio (la F1 farà tappa pure ad Austin e Las Vegas), la corsa dovrà essere per forza di cose stoppata per permettere allo staff delle squadre di riportare ai box le macchine. Ne consegue che non sarà consentito il lavoro in pitlane.

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