Perez vuota il sacco su Verstappen: la situazione nel team è diversa da ciò che si crede

Nel 2022 tra Perez e Verstappen non tutto è stato rosa è fiori. Ma qual è la verità sulle presunte tensioni interne alla Red Bull?

La convivenza pacifica tra compagni di squadra non è affatto scontata nel complesso mondo della F1. Anzi, al contrario, specialmente se la macchina di cui si dispone è competitiva, il rischio è quello di uno scontro, anche spietato, figlio della necessità di prevelare l’uno sull’altro. L’esempio classico è quello che ci riporta ad Ayrton Senna ed Alain Prost, mentre più di recente ci sono stati i casi di Sebastian Vettel e Mark Webber, piuttosto che Lewis Hamilton prima con Fernando Alonso e poi con Nico Rosberg.

Sergio Perez (Ansa Foto)
Sergio Perez (Ansa Foto)

Ora, da qualche tempo, è giunto il turno di Max Verstappen e Sergio Perez. Il messicano era stato reclutato a fine 2020 dalla Racing Point con l’obiettivo di fornire una spalla veloce e costante all’olandese. Ma a fronte di una monoposto capace di sorpassare in termini di competitività la Mercedes, non ha più accettato di farsi relegare al ruolo di secondo. Già lo scorso anno, in più di qualche gara, si era lamentato per le richieste del team di agevolare il collega, e sul finire della stagione, i dissidi perlopiù vissuti nel dietro alle quinte sono esplosi a favor di telecamere. Plateale fu il mancato aiuto da parte del #1 al team-mate poco fedele, quando questi si stava contenendo la seconda piazza iridata con il ferrarista Charles Leclerc.

 Perez vs Verstappen, qual è la realtà dei fatti

Ma siccome campionato nuovo, vita nuova, anziché soffiare sul fuoco Checo si è affrettato a sostenere che tra lui e Mad Max è amore. E se non è amore, non è neppure un calesse, ma una pacifica collaborazione lavorativa, fatta di stima reciproca. Più facile a dirsi che a farsi, aggiungiamo noi. Perché siamo soltanto alla terza corsa dell’annata e la RB19 pare non avere diretti rivali. Il che significa che il Mondiale sarà un affare Red Bull, con tutto ciò che ne consegue.

Io sono qui per dare il massimo. In ogni caso tra di noi c’è molto più rispetto di quanto si possa credere“, ha dichiarato a Motorsport.com esaltando l’atmosfera che si respira tra le quattro mura e lo spirito sinergico che aleggia tra i due garage. “Entrambi siamo abbastanza maturi da capire ciò che è bene e ciò che è male. Fintanto sarà così non mi attendo cambiamenti“.

Dati alla mano il figlio d’arte svetta nella classifica generale piloti con 69 punti contro i suoi 54. Un gap ancora colmabile che il driver di Gaudalajara conta di restringere progressivamente, contando magari in qualche giornata nera del collega di marca. Effettivamente il calendario è molto lungo e le sorprese potrebbero non mancare. Il 2016 insegna che chi parte da sfavorito, avendo meno pressione addosso, può agire con più calma e quando è il momento utile sferrare l’attacco decisivo.

Dal canto suo il 33enne ha le idee chiare e non vuole mollare niente. “Il mio obiettivo è vincere il titolo e battere il mio vicino di box. Mostrando di essere il più costante possibile. Questo aspetto è cruciale. Perché si possono vincere quindici corse, ma se nelle altre non si arriva al traguardo, non serve a nulla. L’approccio deve essere orientato a massimizzare il risultato in ogni gran premio”, ha analizzato sfoggiando una certa lucidità.

Non sempre la volontà va però di pari passo con i dati di fatto, e oggi il corridore di Hasselt è sicuramente il più in forma di tutti. “Alla luce anche dell’auto che guida e dell’equipe che lo segue è certamente il più duro da battere. E ti obbliga a tirare fuori il 100% in ogni singolo fine settimana“, ha concluso la sua riflessione.

 

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