F1, il patron in ansia: cosa sta succedendo sullo schieramento

Lo scorso 31 marzo sono scaduti i termini per la presentazione del report annuale di spesa dei team di F1. Il timore del CEO Domenicali.

Stefano Domenicali ha ammesso di essere preoccupato. Per cosa? Per il budget cap. Introdotto nel 2021 ha subito prodotto danni. Non tanto dal punto di vista tecnico dato che le risorse calmierate hanno perlopiù avvicinato le forze in campo, senza davvero penalizzare i grossi costruttori, quanto del rispetto dei limiti imposti dalla FIA. Nel primo anno di applicazione ad essere beccata in castagna era stata la Red Bull la quale, per aver superato di circa due milioni di dollari il tetto dei 145mila, aveva ricevuto una multa di sette, più il taglio del 10% del monte ore a disposizione in galleria del vento.

Stefano Domenicali
Il patron della F1 Stefano Domenicali (Ansa Foto)

Non appena l’indiscrezione dell’infrazione aveva cominciato a circolare, il resto delle scuderie aveva gridato allo scandalo, domandando il pugno di ferro nei confronti degli austriaci e pene esemplari. Adesso però emerge che nel 2022 molti di più avrebbero fatto i furbi, rendendo certi rimbrotti credibili quanto il bue che dà del cornuto all’asino.

Più di metà dei team di F1 hanno infranto il budget cap?

Da ormai qualche settimana i faldoni con tutti i resoconti delle spese effettuate l’anno passato sono sui tavoli degli uffici della Federazione Internazionale e nell’aria aleggia del disagio. Il nuovo Supremo del Circus lo ha detto chiaro e tondo ai microfoni di Sky Sports. L’agitazione c’è e non è poca.  Il timore è che più di qualche squadra abbia tirato fuori più denaro del consentito per sviluppare la vecchia monoposto.

L’ex dirigente Ferrari e Lamborghini si schiera dietro ad una questione di credibilità. Se i numeri degli irregolari dovessero essere alti, ne andrebbe del buon nome della serie. “In questa annata le certificazioni verranno emesse prima, così da avere subito una sentenza relativamente ad eventuali sanzioni“, ha spiegato sottolineando come il caso degli energetici non sia stato particolarmente edificante, con una sentenza definitiva procrastinata per giorni.

Agganciandosi a questo discorso il boss della prima equipe punita Christian Horner, si è detto sicuro che questa volta la mannaia federale cadrà su almeno sei teste. Tutta colpa dell’inflazione e dei costi dell’energia. Dello stesso avviso pure il talent scout Helmut Marko. E le bizze dell’economia europea ne sarebbero la causa.

Lo stesso plenipotenziario ha rivelato di non essere sicuro che lo stessi ne usciranno indenni. “Non abbiamo certezze, ma sono tuttavia fiducioso che saremo all’interno della somma dettata“, ha proseguito il 79enne, tranquillizzato anche dallo scarso numero di incidenti e rotture che dovrebbe averli tenuti al riparo da spese extra.

Sarei molto stupito se dovessero trovarci irregolari“, ha asserito invitando la Federazione a fornire un prospetto definito entro l’inizio della pausa estiva. Possibilmente tra giugno e luglio.

Quando sono state disputate tre corse dall’avvio del Mondiale 2023, la Red Bull non pare aver patito per nulla la punizione. Anzi. Finora ha dimostrato di avere un passo nettamente superiore alla concorrenza e di poter esaurire il discorso titolo ad un duello in famiglia tra Verstappen e Perez.

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