Wolff fa un annuncio sul suo futuro in Mercedes: arriva la decisione finale

A dieci anni dal suo ingresso in Mercedes, il team principal Wolff fa il punto del suo percorso e detta la linea per il domani.

Dal 2021 a questa parte Toto Wolff ha dovuto affrontare parecchi grattacapi. La Mercedes, all’improvviso, si è trovata privata dello scettro. Indebolita e non più in grado di gestire un vantaggio tecnico che da un momento all’altro è passato nelle mani della Red Bull, attualmente sta cercando di rimontare per quanto possibile, anche se la strada si appresta ad essere tutt’altro che in discesa. Il boss della scuderia ha già raccomandato i suoi piloti di non avere fretta. Per tornare davvero competitivi ci vorrà tempo, anche se il podio conseguito da Hamilton in Australia fa ben sperare la Stella.

E a proposito dell’appuntamento agli Antipodi, lì il manager viennese ha festeggiato i dieci anni al vertice della squadra tedesca. Nel 2013 ci arrivò da semplice azionista della piccola Williams, per ritrovarsi a dover gestire ben altre pressioni e attese.

Toto Wolff (LaPresse Foto)
Il team principal Toto Wolff (LaPresse Foto)

Tra i boss più attivi e vincenti del Circus, l’austriaco ha erò ammesso di aver vissuto una fase buia, nel 2020. “Ero convinto di smettere perché il mio obiettivo era comprare e vendere azioni. Ma qualcosa in me è cambiato. Per la prima volta nella mia vita avevo voglia di restare dov’ero“, le sue parole a Motorsport.com. “Ora sono un vero imprenditore e resterò in questa azienda a lungo, mi verrebbe da dire, per sempre“, la dichiarazione d’amore alle Frecce Nere.

Wolff tra ieri e domani, cosa farà “da grande” il capo Mercedes

Tornando con la mente alla data del suo approdo a Stoccarda il responsabile del muretto ha ricordato: “Firmai un contratto triennale e da allora fu un continuo rinnovo“, ha raccontato. Cruciale è stato l’arrivo della pandemia. “Dovevo decidere cosa fare, andare avanti illimitato o uscire. Ed ho scelto la prima possibilità”.

Tra le ipotesi prese in esame, anche quella di un taglio netto con il passato e il trasferimento in Tailandia, ma l’appeal del poter essere co-proprietario di un’equipe gloriosa ha preso il sopravvento.

Dominante dall’ingresso dell’era ibrida dello sport, la Stella ha vissuto una battuta d’arresto a partire dal 2022.  “Nei primi test del Bahrain ci eravamo illusi di essere sulla strada giusta, poi abbiamo capito che non era così. Solo nella fase finale della stagione siamo tornati ad essere competitivi“, ha affermato confessando di essere rimasto sorpreso negativamente dalla W13. “Non capivamo quale fosse il problema. Oggi invece sappiamo quali sono i deficit della W14“, ha sottolineato.

Fondamentali pezzi del puzzle che hanno contribuito a rendere grande il team che ha base tra Brackley e Brixworth il direttore tecnico Aldo Costa, fuoriuscito dalla Ferrari nel 2011 e capace di individuare le aree giuste per far diventare vincente il suo nuovo ufficio . E in seguito James Allison, a lui subentrato nel 2017 e oggi figura secondaria. “Svolge la funzione di  Chief Technical Officer. Ha un ruolo attivo quando si discutono strategie a lungo termine, ma ormai si dedica al progetto America’s Cup e ad altri programmi che mirano all’innovazione“, ha spiegato escludendo un suo ritorno in pompa magna per cercare di mettere una pezza alle criticità che si stanno incontrando.

Il target resta il titolo

A dispetto proprio di queste difficoltà il buon Toto non ha voluto ridimensionare le ambizioni. Anche se la realtà sembra andare in un’altra direzione, il Mondiale rimane il risultato da inseguire. “Siamo solo all’inizio, e voglio mantenere alta la motivazione della squadra“, ha asserito. Ci sono tante novità in cantiere. Ad Imola, ad esempio, cambieranno le forme della macchina“.

Per il boss,  dopo tre gare la Red Bull ha dato prova di avere un altro passo rispetto alla concorrenza. Poi ci sono loro, Aston Martin e Ferrari, che non sono tanto lontane l’une dalle altre. “Per poter puntare alla prima posizione dovremo superare due piloti che sono oggettivamente lontani. Inoltre stiamo lottando come seconda forza dello schieramento”, si è soffermato sullo sdoppiamento delle missioni da compiere.

E’ ovvio che volere non sempre è potere. Specialmente in un periodo come questo della classe regina dell’automobilismo, influenzato dal tetto di spesa. “Al di là del budget, per fare passi avanti ci vogliono idee e ore in galleria del vento“, ha commentato tenendosi lontano da biasimi nei confronti del nuovo regolamento, deciso collettivamente e all’unanimità.  “Volevamo un modello finanziariamente sostenibile e dieci squadre in grado di competere tra loro. Oggi c’è qualcuno più in forma. Ma anche Aston ha fatto un grande passo avanti, Merito del buon lavoro. Perché non c’è magia. Solo ingegneria”, ha quindi considerato mostrando ottimismo verso il prosieguo dell’annata.

Hamilton desinato ad uscire di scena?

Negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare dell’avvenire di Hamilton, in scadenza di contratto. C’è chi immagina l’inglese in Ferrari, o addirittura lontano dallo sport. Ma cosa ne pensa Wolff? “Francamente, non voglio avere colloqui con altri driver perché sono molto contento di quelli che abbiamo. Al momento non esiste un piano B. C’è Lewis e basta“, ha tagliato corto, facendo capire che se sarà divorzio sarà per volontà del sette volte iridato. “Non credo comunque che si fermerà con un breve preavviso. Non è una persona che ci lascerebbe in una posizione difficile. Solo allora cominceremo a guardarci attorno“.

Di giovani di valore ce n’è, tuttavia la F1 ci ha insegnato che le sorprese possono sempre accadere e al volante delle Frecce Nere potrebbe mettersi Mad Max, ovvero colui che il marito di Susie Stoddard aveva già intercettato in passato. “Ma non avevo un volante da potergli offrire“, ha svelato. “Avevamo Ham e Rosberg. Entrambi a lungo termine. Lui era chiaramente un giovane interessante. E Marko aveva un posto libero. Io stesso gli consigliai di seguire quella strada“.

A differenza della Mercedes, gli energetici possiedono una vera e propria scuola, in più con l’Alpha Tauri possono mettere alla prova i talenti in erba. “E’ un grande vantaggio, ma anche molto costoso. Devi poterti permettere di spendere 100 milioni a stagione per poter giudicare i corridori”, ha valutato.

Anche se la struttura non è paragonabile a quella composita di Milton Keynes, anche Stoccarda vanta un percorso junior. Tra i pulcini attualmente più di valore figura l’italiano Andrea Kimi Antonelli. “Ha finora soddisfatto tutte le nostre attese. Inoltre mi piace come ragazzo. Ha intorno a sé un ottimo ambiente familiare che lo aiuta a restare sempre con i piedi per terra. Pur essendo nella fase iniziale del suo percorso, ha davanti a sé un futuro brillante. Ma dovrà fare un passo alla volta”.

In merito alla direzione presa dal Circus, più indirizzata al mero spettacolo che al confronto sportivo, Wolff, ha reclamato l’esigenza di non stravolgere troppo i format per non snaturare la sua essenza. “Noi appassionati vorremo sempre avere tre sessioni di prove libere, una qualifica e il GP. Tuttavia vanno anche valutati i tempi che cambiano. Alla fine credo che ci si debba chiedere cosa manchi per poter avere un prodotto migliore. E al momento credo che nessuno lo sappia“, ha argomentato.

Infine guardando addirittura al 2033, a vent’anni dal suo ingaggio al timone della Stella, l’austriaco ha dichiarato: “Spero di essere ancora qui e di non aver venduto la mia quota di squadra. Magari il round australiano la seguirò da casa, perché il viaggio è davvero troppo lungo“, ha concluso.

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