Morbidelli, dall’Argentina segnali di risveglio del campione che si era perso

Dopo un paio di stagioni amare, in Argentina per Franco Morbidelli ci sono stati i primi segnali importanti. Che ora andranno confermati.

E’ stato un weekend strano quello del GP d’Argentina, seconda tappa del Mondiale MotoGP 2023. Per la prima volta si era vista una Ducati in leggero svantaggio in condizioni da asciutto su un’Aprilia che predilige il tracciato di Termas de Rio Hondo, ma la pioggia è andata un po’ a rimescolare le carte, riportando avanti la Rossa di Borgo Panigale, che si è dimostrata efficace anche in queste condizioni. Inoltre è stato il GP degli outsider che cercano un posto al sole in questo campionato, vedi Alex Marquez e Marco Bezzecchi. Ma va aggiunto anche un altro nome, che da tempo non appariva nelle prime posizioni, ed è quello di Franco Morbidelli.

Franco Morbidelli (ANSA)
Il pilota Yamaha Franco Morbidelli (ANSA)

Dopo gli ultimi test dello scorso anno sembrava davvero convinto di poter tornare a buoni livelli, con una Yamaha M1 finalmente che gli dava più feeling, poi però tra Sepang e Portimao l’italo-brasiliano è tornato a fare dei passi indietro, lamentando come Fabio Quartararo i soliti problemi con le gomme.

Prima dell’esordio per Morbidelli sembravano tornare i fantasmi del passato, che lo hanno fatto piombare in una crisi tecnica che ha rischiato seriamente di comprometterne la carriera in MotoGP. E il primo weekend stagionale è stata la conferma di quanto visto nelle settimane precedenti, con una moto incapace di assecondare le linee del pilota dell’Academy di Valentino Rossi. Forse però a Termas de Rio Hondo è arrivato un primo segnale di risveglio.

Morbidelli, anni di sofferenze incredibili

Dopo il Mondiale Moto2 dominato nel 2017, ci si aspettava una evoluzione rapida in MotoGP per Morbidelli, che dopo l’apprendistato in Honda ha saggiamente deciso Yamaha per cercare di arrivare più rapidamente alle zone che contano. Nel 2020, quando è arrivato a un passo dal sogno contendendo il titolo a Joan Mir, sembrava che per l’italo-brasiliano si aprisse davvero al strada verso qualcosa d’importante. Invece, come a un tratto, si è spenta la luce.

L’avere accanto Valentino Rossi nel 2021 poteva essere di grande stimolo per lui, ma il terzo posto di Jerez è stata solo un’illusione, perché lui, così come la Yamaha, sono cominciati a piombare in una crisi inspiegabile. Anche perché proprio nel 2020 era stato lui l’unico ad aver capito come guidare la M1. L’infortunio al ginocchio pareva essere solo una brutta parentesi, perché la promozione a pilota del team ufficiale faceva capire quanto la casa giapponese avesse considerazione di lui. Invece tutto è andato a rotoli.

Lampi di Frankie, che ora vuole la riconferma

Lo scorso anno giusto un paio di lampi, in testa e in coda, in mezzo una sofferenza pura con una moto che d’un tratto si è dimostrata inguidabile per lui. In Argentina un piccolo miracolo, perché fin dalle prime prove ha dimostrato di essere veloce sul serio, non un fuoco di paglia. Tanto da dare paga anche al più quotato compagno di box Quartararo. E’ vero, il circuito argentino ha aiutato molto la M1, che predilige un andamento regolare, ma Morbidelli c’ha messo del suo, insieme al team. E ha sfiorato per due volte un podio che sarebbe stato meritato.

Servirà la controprova ad Austin, ma l’aver ritrovato Morbidelli in queste condizioni è stato davvero molto bello. Perché ha sempre dimostrato di avere velocità e carattere, tanto quanto i suoi colleghi che ora si giocano il Mondiale. E riaverlo lì davanti sarebbe un bel regalo per la MotoGP e lo spettacolo.

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