Ferrari, ritorno al 2014? Statistica drammatica per la Rossa

La Ferrari è fuori dalla top 4 nelle qualifiche di Melbourne, un dato che non vedevamo da tanti anni. Ecco perché c’è da preoccuparsi.

Tempi duri in casa Ferrari, con lo spettro di battere il record di 21 anni senza titoli mondiali tra il 1979 ed il 2000 che si fa sempre più plausibile. Anche il 2023 è da archiviare come una stagione fallimentare, che non regalerà ai tifosi nemmeno l’illusione di giocarsi il titolo come invece era accaduto lo scorso anno.

Ferrari SF-23 (ANSA)
Ferrari SF-23 con Sainz a Melbourne (ANSA)

Le qualifiche del Gran Premio d’Australia hanno visto Carlos Sainz chiudere in quinta piazza e Charles Leclerc in settima, confermando le difficoltà viste nelle prime due tappe. A questo punto, Frederic Vasseur dovrà seriamente intervenire all’interno della Gestione Sportiva, per evitare che la situazione esploda del tutto.

In Ferrari servono tecnici validi da prendere nelle altre squadre, ed ormai è chiaro che l’organizzazione orizzontale iniziata da Sergio Marchionne ha fallito del tutto. Nei team inglesi ci sono ingegneri di maggior talento e con preparazione differente, ed è ora di andarli a pescare.

Ferrari, peggior qualifica a Melbourne dal 2014

Per la Ferrari il risultato di Melbourne è stato raccapricciante, visto che la SF-23 è ormai diventata la quarta forza non solo in gara, ma anche nelle qualifiche, dove in Bahrain ed in Arabia Saudita era stata molto competitiva. Si parla del fatto che la monoposto sia stata settata per essere veloce in gara ed invertire la tendenza rispetto alle prime due tappe, ma come ha detto Charles Leclerc, ciò non può giustificare una performance così avvilente.

Quest’auto si sta dimostrando una grande delusione, con i piloti che fanno molta fatica a capirci qualcosa. Carlos Sainz ha chiuso quinto, con Charles settimo, e ciò vuol dire che per il Cavallino si tratta della peggior qualifica a Melbourne dal lontano 2014. Quella fu l’ultima volta in cui nessun ferrarista si piazzò fuori dalla top 4 al sabato, ed in pochi avranno dimenticato quella monoposto.

La F14T consentì a Fernando Alonso di qualificarsi in sesta posizione, mentre Kimi Raikkonen si piazzò dodicesimo dopo essere andato a sbattere in Q2. La qualifica si disputò sotto il diluvio, ma la gara asciutta non cambiò di tanto i responsi. Lo spagnolo giunse quinto, salendo poi quarto grazie alla squalifica della Red Bull di Daniel Ricciardo, che aveva chiuso secondo al debutto con il team di Milton Keynes.

Raikkonen rimontò sino alla settima piazza, ma i distacchi dalla Mercedes vincente con Nico Rosberg furono enormi, con Nando che si prese ben 35 secondi nonostante l’ingresso della Safety Car a metà gara. Insomma, sembra uno scenario molto simile a quello che ha visto protagonista la Ferrari nelle prime due gare, notte fonda rispetto ad un anno fa.

La Rossa è la macchina che meno di tutte è progredita in questi 12 mesi, affossata dalla direttiva tecnica TD39 introdotta in Belgio lo scorso anno e nel 2023 dall’innalzamento del marcipiede del fondo di 15 mm. Oltre a questo, va sottolineato che il concetto si è rivelato sbagliato, e che Red Bull e gli altri hanno lavorato meglio. La situazione è irrecuperabile.

La stagione si concluse senza vittorie e pole position

La Ferrari F14T è ricordata da tutti come una delle peggiori della storia del Cavallino, la prima dell’epoca della power unit turbo-ibrida. La sua scarsa competitività costò il posto a Stefano Domenicali nel ruolo di team principal, a Luca Marmorini nel ruolo di responsabile del reparto motori ed anche ad altri membri della squadra.

Fernando Alonso ottenne due miracolosi podi chiudendo terzo in Cina, dietro alle inarrivabili Mercedes di Lewis Hamilton e Nico Rosberg, ed un secondo in Ungheria, quando accarezzò il sogno della vittoria sino a pochi giri dalla fine, prima di essere passato dalla Red Bull di Daniel Ricciardo che aveva gomme più fresche.

Non arrivarono né successi di tappa né pole position, ma neanche una prima fila, visto che il miglior risultato in qualifica furono un paio di quarti posti. Lo spagnolo chiuse sesto nel mondiale, mentre Kimi Raikkonen fu addirittura dodicesimo, senza riuscire a conquistare neanche un podio.

Ferrari F14T (ANSA)
Ferrari F14T con Alonso a Melbourne nel 2014 (ANSA)

La Scuderia modenese dovette accontentarsi del quarto posto tra i costruttori, finendo fuori dalla top tre per la prima volta dal 2009. L’andazzo attuale pare molto simile, e c’è da dire che il mondiale è sempre più un miraggio. Occorre intervenire in fretta per provare a salvare il salvabile.

 

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