Lavorare in Ferrari diventa una tragedia: il racconto è da film horror

Dopo aver lavorato per anni in Ferrari come ingegnere, Smedley parla delle “drammatiche” criticità che si incontrano a Maranello. 

Deve essere stata un’esperienza traumatizzante quella vissuta da Rob Smedley in Italia. Non è certo una novità che gli inglesi non amino lavorare nel nostro Paese. Basti solo pensare a Adrian Newey, da sempre ben attento a respingere ogni avvicinamento del Cavallino. Ma il racconto dello storico ingegnere di pista di Felipe Massa, con lui anche alla Williams, ha dell’incredibile. A suo avviso la Ferrari è sentita in maniera così profonda dagli abitanti dello Stivale da farti passare dalle stelle alle stalle. Letteralmente dall’esaltazione passano a sputarti in faccia.

Ferrari (ANSA)
Ferrari (ANSA)

Non possiamo sapere se davvero il tecnico si sia trovato alle prese con episodi del genere, noi ne dubitiamo. Però questo è quanto ha espresso descrivendo il suo periodo trascorso in Emilia. Secondo il britannico, e non solo lui, questo fervore sarebbe figlio del fatto che a differenza loro, che possono godere di numerose squadre, situate perlopiù nella zona nord di Londra, la Penisola dispone di una sola equipe per cui tifare. L’Alpha Tauri, con base a Faenza, non viene infatti neppure considerata, probabilmente per via del suo legame con la Red Bull.

L’ex Ferrari consiglia il nuovo boss

Tornando al 49enne, si è sentito in dovere di dare alcuni consigli a Frederic Vasseur, ovvero colui che attualmente sta amministrando il muretto, avendo ereditato a fine dicembre dalle mani di Mattia Binotto. Bene. A suo avviso il francese dovrebbe affrontare il suo impegno gara per gara, in modo da assicurare delle performance costanti.

Tutto il gruppo dirigenziale, specialmente chi deve esporsi davanti ai media ha una grande responsabilità“, le sue parole al podcast di Sky Sports F1. “In Italia la Rossa è vissuta come una religione. E’ il team nazionale. Motivo per cui non si rappresenta un marchio, ma un popolo. Ecco perché è così complicato. Avere la pellaccia non basta. Devi avere ben di più, anche se in realtà la situazione va a cicli“.

Un po’ come accade nel calcio, la tifoseria prima ti esalta e poi al primo inciampo chiede la tua testa. Oltre a ciò ci si mette pure la stampa che di certo fomenta per creare discussione. “E’ una dicotomia difficile da gestire, ma devi farcela. E’ importante in questo senso integrare gli alti e bassi, così da creare un equilibrio e poter rendere al meglio“, ha proseguito nell’analisi suggerendo al manager transalpino di tapparsi le orecchie quando verrà esaltato e di far lo stesso quando lo criticheranno.

Convinto che l’ex capo dell’Alfa Romeo saprà uscire indenne e senza ossa rotte dalla permanenza in Scuderia, il britannico lo ha così definito: “Una brava persona, in forza nel motorsport già da molto tempo in posizioni di rilievo tra la ART Grand Prix, la Renault e il Biscione”.

Avendo dimestichezza con i ruoli di comando, per Smedley il 54enne non sarà rimasto sorpreso di trovarsi davanti una montagna. “Ciò che è differente sono l’intensità e la pressione. Ma dovrà farci il callo. In quanto fa parte del suo mestiere“, ha concluso.

E una prova sul campo di ciò che significa comandare in zona Modena Fred l’ha avuta nei primi due eventi della stagione cominciata lo scorso 5 marzo dal circuito di Sakhir in Bahrain. Quella che sulla carta avrebbe dovuto essere l’annata della riscossa, ha già preso la forma di un ponte verso il 2024, che ci si augura possa garantire qualche soddisfazione in più. Ovviamente, bando ai pessimismi, siamo solo al principio di un calendario lungo e massacrante, ma ciò a cui abbiamo assistito fino ad ora è stato deludente.

Sul Golfo zona Manama Leclerc si è ritirato a causa di un guasto alla centralina e Sainz ha chiuso quarto. In Arabia Saudita, invece, la prestazione è stata globalmente mediocre con Carlos che ha tagliato il traguardo in sesta piazza e Charles in settima. Il quesito a questo punto è, riuscirà il team a dare almeno qualche cenno di ripresa? I tifosi non vedono l’ora di tornare a gioire, a cantare l’inno, a godersi un po’ di rosso sui podi di tutto il globo.

Ciò che erano state in grado in fare le Frecce d’Argento sul finire del 2022 dovrebbe essere un bello sprone.

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