L’ex F1 ha una teoria sulle difficoltà di Leclerc: fan inferociti

L’ex pilota Arturo Merzario ha analizzato la complicata situazione di Charles Leclerc nella Scuderia Ferrari. Ecco quale sarebbe il motivo dei fallimenti.

Alla vigilia nel secondo appuntamento stagionale sono già iniziati i processi a Charles Leclerc. Il monegasco rappresenta ad oggi la risorsa più importante della Scuderia Ferrari, impantanata in un caos dirigenziale come pochi precedenti storici.

Charles Leclerc Ferrari F1 (Ansa Foto.)
Charles Leclerc Ferrari F1 (Ansa Foto.)

Il monegasco sembra dover lottare contro tutto e tutti e per di più è accompagnato anche da una buona dose di sfortuna. Sin qui ha ottenuto molto meno di quello che avrebbe meritato, ma la vita di un pilota di Formula 1 va veloce e, a volte, con altrettanta rapidità si giudica l’operato di un driver senza considerare l’ambiente in cui gareggia.

Maranello è diventata una polveriera, nel quale anche straordinari campioni del mondo come Fernando Alonso e Sebastian Vettel non sono riusciti ad esprimersi al meglio, non arrivando a conseguire il tanto agognato titolo mondiale. Charles è giunto nel 2019 al posto di Kimi Raikkonen, ultimo storico campione del mondo della Scuderia, riuscendo subito ad impressionare. Al secondo Gran Premio rischiò di vincere, surclassando Vettel, Hamilton e Verstappen ma fu fermato da un problema tecnico. Flop Ferrari in Bahrain: l’ex ingegnere tira una bordata alla Rossa.

A distanza di quattro anni, sempre in Bahrain, il #16 si è dovuto fermare al giro 41 per un’altra avaria sulla sua Ferrari. Cambiano i campionati, i regolamenti, le auto ma la Ferrari continua a non consegnare nelle mani del suo alfiere di punta una vettura competitiva. Il giovane ragazzo dell’Academy si è ritrovato catapultato in uno dei peggiori periodi della storia della Rossa, caratterizzato da una dirigenza assente, un ex team principal inadatto al ruolo ed auto piene di noie tecniche.

Le parole di Merzario su Leclerc

La carriera di Charles nelle categorie minori è stata straordinaria, esattamente come quella di altri grandi talenti che lo hanno preceduto. In qualsiasi disciplina le giovani promesse che dimostrano skill superiori alla media vengono considerate dei futuri campioni. Charles ha dimostrato umiltà e disponibilità, sposando a pieno la causa della Ferrari. A volte ha dovuto subire anche degli atteggiamenti non proprio consoni, come ad esempio a Silverstone con un dito puntato contro da Binotto, ma dal 2023 è iniziato un nuovo corso, targato Vasseur.

L’ex driver Arturo Merzario, in una lunga intervista rilasciata sulle colonne de Il Giornale, ha dichiarato: “Leclerc mi piace, ma la sua rovina è che lo hanno fatto campione ancora prima di vincere la prima gara”. Su Lewis e Max ha una opinione diversa: “Dal primo giorno che ho visto Hamilton vincere a Monza in GP2 ho detto che avrebbe fatto strada. Verstappen poi lo ha già superato, ma prima di arrivare ha perso un sacco di gare e almeno un mondiale per la sua esuberanza da ragazzino”.

I problemi di Charles in Ferrari

La vera rovina del numero 16 è stata avere un’auto poco dominante che, per di più, ha avuto dei limiti tecnici evidenti nel confronto con i principali competitor. Con alle spalle una squadra non all’altezza del suo talento non ha potuto fare miracoli. Di sicuro una parte della stampa lo ha pompato a dismisura. Il giovane, subito definito un predestinato, ha ricevuto delle responsabilità importanti, tuttavia ha dimostrato di avere tutti i numeri per diventare un campione.

Il coetaneo Verstappen, invece, è stato coccolato e protetto prima di diventare il fenomeno attuale. L’olandese ha avuto la fortuna di essere circondato dalle persone giuste, in un ambiente non tossico e molto stabile. Tutto questo alla lunga ha generato un clima positivo. Essere in Ferrari comporta delle pressioni diverse dall’ambiente RB. Leclerc a parità di auto, nel 2019, riuscì a mettere i bastoni tra le ruote anche al figlio d’arte di Jos.

Per dimostrare le sue capacità in futuro dovrebbe avere a disposizione un’auto super competitiva, ma ad oggi si ritrova, per l’ennesima volta a gestire una monoposto nervosa che consuma le gomme e che accusa ancora gravi problemi di affidabilità.

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