F1, la FIA “strozza” i team: la cifra è davvero pazzesca

In barba all’inflazione e alla crisi economica, la Federazione non ha pietà con le scuderie di F1. Le tasse sulle licenze sono da capogiro.

In un Circus sempre più sinonimo di spettacolo nudo e crudo, dove il glamour è più importante dello sport, anche i costi lievitano. Per i protagonisti innanzitutto. E a goderne è in particolare la FIA la quale in questi mesi è arrivata ad incassare ben 26,7 milioni di dollari per le tasse versate dai piloti e dalle squadre per essere presenti in griglia. Un computo esito dei risultati ottenuti nel 2022, in quanto alla quota fissa, va aggiunto un tot per ogni punto guadagnato.

Red Bull e Ferrari (ANSA)
F1 Red Bull e Ferrari (ANSA)

Considerato che i GP lo scorso anno sono stati ventidue, che adesso si assegna un bonus per il giro veloce, e che in tre occasioni si è pure disputata la Sprint Race al sabato, è facile comprendere come sia stato possibile arrivare ad una somma del genere.

E purtroppo la situazione andrà peggiorando visto che nel 2023 i round saranno ventitré e le mini-corse sei.

La F1 è sempre più cara

Stando al Regolamento Sportivo attualmente in vigore, tutte le equipe iscritte devono versare un importo forfettario di 617.687 dollari, più quota che varia a seconda del punteggio. Chi ha vinto la coppa più prestigiosa tra i costruttori dovrà mettere sul piatto 7.441 dollari (prima erano 6.926), mentre le altre nove 6.174 dollari, dai 5.770 di un tempo.

Per quanto riguarda il denaro tirato fuori dai corridori, indiscrezioni danno per certo un aumento del 30%, che dovrebbe aver fatto salire la somma a 2.100 dollari a lunghezza. Mentre la fee forfettaria è di 16.236 dollari.

Per fare un esempio, la Red Bull che l’annata scorsa ha messo fine alla supremazia Mercedes tra le marche dovrà pagare 6.242.636 dollari per figurare sullo schieramento. Max Verstappen, fresco di secondo titolo iridato 969.636 dollari. E Sergio Perez, terzo, 656.736 dollari. In pratica, l’autorizzazione a prendere parte al campionato della massima categoria, costerà all’incirca otto milioni di dollari alla compagine di Milton Keynes.

Allo stupore del boss Christian Horner, si è aggiunta la voce del #1 che a Servus Tv aveva parlato di ingiustizia e di condizione unica che si vive in F1.

Anche se non possiamo definire l’ingresso regalato, la Williams, ultima della classe, dovrà “sganciare” molto di meno, essendo per lei previsto un conto da 707.951 dollari

La domanda a questo punto è, ma a cosa servono tutti questi soldi alla Federazione Internazionale? Essenzialmente agli studi sulla sicurezza, come avvenuto per il tanto contestato Halo, o per l’HANS ad inizio degli anni 2000. Sulla carta altresì alle categorie motoristiche di base, e ai progetti sulla sicurezza stradale. Ma per adesso non vi è una vera e propria rendicontazione limpida, su come le risorse vengano spese.

Tabella dei costi relativi alle tasse per i team:

Red Bull 759 punti, 6.242.636 dollari
Ferrari 554 punti 4.038.083 dollari
Mercedes 515 punti, 3.797.297 dollari
Alpine 173 punti, 1.685.789 dollari
McLaren 159 punti, 1.599.353 dollari
Alfa Romeo 55 punti, 957.257 dollari
Aston Martin 55 punti, 957.257 dollari
Haas 37 punti, 846.125 dollari
Alpha Tauri 35 punti, 833.777 dollari
Williams 8 punti, 667.079 dollari

Tabella dei costi relativi alle tasse per i piloti

Verstappen 454 punti, 969.636 dollari
Leclerc 308 punti, 663.036 dollari
Perez 305 punti, 656.736 dollari
Russell 275 punti, 593.736 dollari
Sainz 246 punti, 532.836 dollari
Hamilton 240 punti,  520.236 dollari
Norris 122 punti, 272.436 dollari
Ocon 92 punti,  209.436 dollari
Alonso 81 punti, 186.336 dollari
Bottas 49 punti,  119.136 dollari
Magnussen 25 punti, 68.736 dollari
Gasly 23 punti, 64.536 dollari
Stroll 18 punti,  54.036 dollari
Tsunoda 12 punti, 41.436 dollari
Zhou 6 punti, 28.836 dollari
Albon 4 punti,  24.636 dollari
De Vries 2 punti, 20.436 dollari
Piastri 0 punti,  16.236 dollari
Hülkenberg 0 punti, 16.236 dollari
Sargeant 0 punti,  16.236 dollari

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