Qual è il più grande difetto di Leclerc? Lo svela il boss Vasseur

Da poche settimane Vasseur ha preso in mano la Ferrari con il proposito di condurlo alla vittoria. Ma qual è il suo pensiero su Leclerc?

La prima attesissima giornata di test invernali del Bahrain si è conclusa in maniera positiva per la Rossa. Sebbene a dettare il passo sia stata ancora la Red Bull di Max Verstappen, i due portacolori della Ferrari hanno dato prova di non essere molto lontani. Sainz, sceso in pista in mattinata e autore di 72 giri ha segnato il terzo tempo assoluto a poco più di quattro decimi dall’iridato in carica. Mentre Leclerc, capace di coprire 64 tornate, ha terminato quarto con più o meno lo stesso gap dall’olandese.

Frederic Vasseur (Ansa Foto)
Il team principal Ferrari Frederic Vasseur (Ansa Foto)

Ma il giovedì di Sakhir non è stato soltanto il debutto in pista della nuova SF-23. E’ stato altresì quello di Frederic Vasseur al muretto del team dopo che alla fine del campionato 2022 Mattia Binotto è stato rimosso.

Intervistato in esclusiva dalla Rai, il manager francese proveniente dall’Alfa Romeo ha condiviso le sue sensazioni e svelato le criticità affrontate dal suo ingresso in fabbrica dello scorso gennaio. “La cosa più complicata è stata conoscere tutte le persone del collettivo e i vari reparti. Da bravo scolaro ha cercato di fare tutti i compiti un passo alla volta”.

Se la parte dirigenziale ha subito una bella ristrutturazione, con la cacciata dell’ingegnere italo-svizzero e la rimozione dello stratega Inoki Rueda, nulla è cambiato sul fronte driver.

Vasseur mette sull’avviso i suoi piloti

Parlando di Carlos, al suo secondo anno in Ferrari,e che lui stesso avrebbe voluto in squadra quando era al timone della Renault, ha detto: “E’ piuttosto veloce e decisamente intelligente. Inoltre è un gran lavoratore, che ama dare il massimo per il gruppo in cui si trova“.

Tanta stima per l’iberico, ma quando il discorso ha toccato Charles il viso del transalpino si è illuminato. “Lo conosco da quando correva nei kart“, ha confessato. “E’ senz’altro uno dei corridori più competitivi in griglia. Tuttavia ha un difetto. Tende a colpevolizzarsi per tutto”.

L’estrema attenzione agli sbagli non è comunque un male assoluto. Come ha riconosciuto il 54enne lo scrupolo può essere letto positivamente. “Imparare dai propri errori è una delle doti più importanti per un conduttore, oltre ad essere la chiave per migliorare“, ha considerato.

Dall’uomo alla macchina il passo è breve. Quindi, cosa ne pensa il tecnico di Draveil? “Esteticamente la nostra è una bella auto. Il motore era stato un po’ il tallone d’Achille della F1-75, ma adesso sembra essere tutto risolto. Detto ciò, è facile essere campioni a febbraio. Ciò che conta è esserlo a novembre quando si ultima il calendario. Quella che ci attende sarà un’annata lunga. Staremo a vedere”, ha cercato di adottare il basso profilo, ridimensionando subito le aspettative di una doppia coppa ad Abu Dhabi.

Come chiosa del discorso, Fred ha voluto precisare quale sarà la strategia relativamente alle gerarchie. Almeno in un primo momento non ci saranno un numero uno e un numero due, ma si partirà alla pari. A entrambi verrà concessa la libertà di lotta, ma a patto di non danneggiare l’equipe.

Siamo una scuderia e dobbiamo vincere come tale. In ogni caso, penso che tutti e due abbiano ricevuto il messaggio“, ha lanciato il ben noto monito, in linea con la storia del marchio. Quasi a dire, patti chiari, amicizia lunga.

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