Morto Maurizio Costanzo: l’autobomba che quasi lo uccise

L’attentato di via Fauro, del 14 maggio 1993, fu un evento drammatico nella vita di Maurizio Costanzo. Quest’ultimo è scomparso all’età di 84 anni.

Negli anni ’90 Maurizio Costanzo era in prima linea nel contrastare la mafia. Il conduttore romano, dopo l’omicidio di Libero Grassi, fece una trasmissione a reti unificate sulla lotta alla mafia. Il giornalista utilizzò dei termini molto duri, bruciando in diretta una T-shirt con la scritta Mafia made in Italy. Trent’anni fa il tema era molto più caldo di oggi e le conseguenze di determinate azioni potevano costare caro.

Maurizio Costanzo (Ansa Foto)
Maurizio Costanzo (Ansa Foto)

Maurizio Costanzo, grande amico di Giovanni Falcone, ospite abituale dei suoi programmi TV, divenne così un bersaglio dei mafiosi. I boss Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Lorenzo Tinnirello, Cristofaro Cannella, Francesco Geraci organizzarono a Roma il primo tentativo di attentato a Maurizio Costanzo. Le azioni all’epoca non erano solo intimidatorie, ma volte a demolire le auto in cui viaggiavano gli obiettivi dei mafiosi. Qual è la macchina di Matteo Messina Denaro? Scopriamola.

I malavitosi si misero sulle tracce del conduttore romano, dopo la trasmissione “Maurizio Costanzo Show”. Salvatore Riina, nel 1992, disse a Sinacori di tornare in Sicilia per alcune questioni importanti. L’attentato fu solo ritardato. Nel maggio 1993 i mafiosi di Brancaccio e Corso dei Mille, ossia Cristofaro Cannella, Cosimo Lo Nigro, Salvatore Benigno, Giuseppe Barranca, Francesco Giuliano viaggiarono a Roma per chiudere, definitivamente, la questione.

L’attentato a Maurizio Costanzo

Dopo alcuni sopralluoghi nella zona dei Parioli, il gruppo di criminali rubò una Fiat Uno per piazzare l’esplosivo nel centro commerciale “Le Torri” a Tor Bella Monaca. L’automobile commercializzata dalla casa del Lingotto dal 1983 al 1995 era una delle più comuni dell’epoca. Pensate che, ancora oggi, detiene un record clamoroso, essendo stata acquistata da oltre 9 milioni clienti in due differenti modelli, quello dal 1983 al 1989 e la seconda versione dal 1989 al 1995.

L’utilitaria, al lancio sul mercato, presentava un motore 903 cm³ di 45 CV, ereditato dalla 127, un 1116 cm³ di 55 CV, lo stesso della Ritmo 60 seconda serie ed il 1301 cm³ di 68 CV recuperato dalla Ritmo 70 per la versione “Uno 70 S”. In seguito arrivarono anche un motore Diesel di 1301 cm³ con 45 cavalli (33 kW) a 5.000 giri al minuto e 77 N·m a 3000 giri al minuto, col nome di “Uno D”. L’auto era così diffusa che non avrebbe, assolutamente, dato nell’occhio.

L’autobomba, però, venne parcheggiata in via Fauro ma per un difetto dell’ordigno non esplose. Lo Nigro e Benigno intervennero per sistemare la bomba. Per una frazione di secondo, probabilmente, Maurizio Costanzo e Maria de Filippi riuscirono a raccontare l’accaduto. Benigno attendeva il conduttore a bordo di una Alfa Romeo 164, ma la coppia arrivò nell’abitacolo della Mercedes blu non blindata. Quel secondo di attesa fu determinante.

Il driver Stefano Degni e le due guardie del corpo, a bordo di una Lancia Thema, rimasero coinvolti nell’esplosione. Se Maurizio Costanzo e la De Filippi rimasero illesi, le due guardie del corpo Fabio De Palo e Aldo Re riportarono delle lesioni. Persino i palazzi e il muro di una scuola ebbero delle gravi conseguenze a causa della deflagrazione. Sessanta auto parcheggiate nelle vicinanze rimasero danneggiate e altre sei finirono a pezzi nell’esplosione. Date una occhiata a questa storia assurda su Matteo Messina Denaro: ecco cosa è successo.

Nel 1998 Cristofaro Cannella, Salvatore Benigno, Cosimo Lo Nigro, Giuseppe Barranca, Gaspare Spatuzza, Francesco Giuliano e Antonio Scarano furono riconosciuti come esecutori materiali dell’attentato di via Fauro nella sentenza per le stragi del 1993. Maria de Filippi e Maurizio Costanzo la scamparono per miracolo quel drammatico giorno, ma purtroppo è arrivata, in queste ore, la notizia della morte del giornalista romano. Negli ultimi anni Costanzo aveva lavorato come opinionista con svariati quotidiani nazionali ed emittenti radiofoniche. Costanzo lascia sua moglie Maria de Filippi, con cui era sposato dal 1995, e suo figlio Gabriele, adottato nel 2004.

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