Renault-Nissan, notevole cambiamento in vista: c’entra la Cina

Nel corso di una conferenza stampa condivisa Nissan e Renault hanno annunciato un’importante modifica nella loro collaborazione.

Era il 27 marzo 1999 quando Renault e Nissan davano vita ad un gruppo industriale, gestito da Carlos Goshn, con l’obiettivo di risollevarsi e sviluppare una strategia comune. I propositi alla fine verranno ripagati ed infatti, tempo il 2001  e la neonata partnership avrà già raggiunto la terza posizione mondiale dopo General Motors e Volkswagen AG. E con l’aggiunta di Mitsubishi nel 2017 passerà al comando.

Tutto dunque, avrebbe potuto proseguire nelle medesima maniera, ed invece, tramite una conferenza congiunta svoltasi a  Londra, sono stati ridefiniti i rapporti. Cosa significa? Significa che d’ora in poi i nipponici e i transalpini avranno pari rilevanza all’interno della collaborazione. E la firma del nuovo accordo arriverà a breve.

Renault (AdobeStock)
Il logo della Renault (AdobeStock)

Dunque, il 6 febbraio 2023, come anticipato a fine gennaio, è stata chiusa in maniera definitiva una storia cominciata il 19 novembre 2018, quando a causa di illeciti economici, l’allora massimo dirigente della compagnia, veniva arrestato. Adesso la palla passa ufficialmente in mano al CEO della Losanga Luca De Meo e all’omologo di Yokohama Makoto Uchida. Saranno loro ad amministrare la joint venture e la controllata Mitsubishi Motors amministrata da Takao Kato.

Cambia la partnership tra Renault e Nissan

Cerchiamo di capire cosa è successo. Da quanto si apprende i due consigli d’amministrazione hanno dato l’ok ad un bilanciamento delle rispettive partecipazioni azionarie incrociate. Ne conseguenze che saranno del 15% per entrambi, come entrambi avranno diritto di voto. Allo stesso modo il gruppo Renault farà confluire il 28,4% delle azioni del brand alleato a un trust francese, dove i diritti di voto saranno resi neutrali per il maggior numero delle decisioni da prendere.

Ma per quale motivo si è optato per tale revisione? Essenzialmente per garantire un po’ più di agilità ai processi di creazione dei progetti condivisi di impatto internazionale.  Questo dovrebbe rimpinguare le casse delle due Case. Addirittura si parla di centinaia di milioni di euro di profitti, se non di miliardi.

Stando a quanto emerso dal meeting svoltosi in Inghilterra, la firma sul nuovo accordo arriverà il prossimo 31 marzo e dovrebbe restare in vigore per i prossimi quindici anni. Al di là dell’aspetto pratico, il riassetto in questione ha un’altra motivazione. Il fatto che con il tempo Nissan aveva acquistato una posizione finanziaria più forte rispetto al partner d’oltralpe. E il nuovo e forte legame appena intrecciato dallo stesso con la cinese Geely.

Come si sono modificati i rapporti tra le parti

Come detto dal principio dell’Alleanza è passata parecchia acqua sotto i ponti. A fine anni ’90 la Renault stava vivendo un ottimo momento. Per questo non si era creata alcun problema a rilevare il 43,4% delle quote di Nissan, il quel periodo in forte crisi. In cambio l’azienda giapponese si era assicurata il 15% della Losanga, rinunciando però al diritto di voto. Oggi la situazione è decisamente diversa, visto che a Tokyo il capitale si trova in una fase di solidità e costanza con una capitalizzazione di all’incirca 14 milioni di dollari superiore all’alleato.

Ora con la suddivisione a 15  e 15, e lo slittamento del 28,4% ad un trust indipendente, si aprirà la chance per i nipponici di riprendersi progressivamente ciò che era suo. Il tutto avverrà in maniera diluita. Per un’operazione che l’agenzia Asia Nikkei valuta del valore di 4,3 miliardi di dollari.

Lo scossone in casa Renault

Era l’8 novembre scorso quando il direttore generale Luca de Meo ufficializzazione la suddivisione di due parti distinte della compagnia distinti. La prima, chiamata Ampere, si focalizzerà esclusivamente sulla realizzazione di mezzi elettrici, con un target di produzione di un milione di unità entro il 2031 e una crescita in dodici mesi fissata a oltre il 30% nei prossimi otto anni. La seconda sezione è stata denominata Horse ed è figlia di un accordo quadro con l’asiatica Geely, a cui spetterà una quota, almeno all’inizio, del 50%.

In maniera ufficiale Horse sarà connessa alla nuova area strategica Renault denominata Power, che si occuperà dei veicoli all’alimentazione classica per il brand stesso e per Dacia, e agirà come fornitore indipendente capace di produrre cinque milioni all’anno di gruppi ibridi e tecnologie a basse emissioni. Va detto che nonostante la proclamazione della ridefinizione dei pesi all’interno dell’Alleanza sia stata altisonante, la presenza di Nissan in Ampere, e l’inserimento di Geely, rappresentato due potenziali ostacoli. Perché? Adesso lo vediamo.

I rischi della nuova intesa

Come stabilito dal comunicato diffuso lo scorso 30 gennaio, la presenza di Nissan in Ampere è del 15%, ma come riferito dalla stampa specializzata con Automotive News la compagnia potrebbe affidare alla neo costituita divisione Renault dedicata alla produzione elettrica, solamente la realizzazione della Nissan Micra, in uscita nel 2026 e basata sulla  piattaforma Cmf-Bev che ospiterà la R5 per il 2024 e la R4 per il 2025.

La restante parte della gamma full electric della Nissan potrebbe finire di una programmazione autonoma dei nipponici. Un bel problema visto che la Losanga produce già la Megane E-Tech Electric e sta preparando la Scénic, entrambe a partire dal pianale Cmf-Ev, sviluppato in Giappone.

A fronte di una progettazione finora integrata, anche con l’annuncio della “separazione”, è chiaro che il distacco non potrà essere immediato. Lo dimostra Horse, partecipata al 50% che si occuperà di numerosi clienti industriali, da Renault, a Dacia, da Mitsubishi alla stessa Nissan e alla nuova arrivata Geely, coinvolgendo altresì tutte le realtà con cui il gruppo della Cina detiene rapporti e partecipazioni, ossia la Geely Auto, la Volvo e Lynk & Co, e in prospettiva pure la Mercedes.

Questo nuovo patto andrà a modificare i rapporti tra Nissan e Renault in India, in America Latina e in Europa. Anche se, come abbiamo detto, ogni iniziativa diventerà luogo e ragione di brevetti incrociati e da condividere. Uno scambio non  scontato specialmente quando si tratta di aziende giapponesi e cinesi.

Per fare un esempio va tenuto a mente che le prossime macchine a marchio francese che verranno create dalla nuova business unit denominata Power, e quindi motorizzazione termica comune, o ibrida, a sua volta sotto responsabilità di Horse, prenderanno vita dal pianale Cmf-C di progettazione Nissan. In soldoni, nonostante le suddivisioni, dovrà comunque esserci una collaborazione di base.

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