Red Bull, è la solita furbata? Ecco i perché dell’accordo con la Ford

La Red Bull e la Ford si uniranno dal 2026, formando un nuovo marchio di Powertrains. Ecco perché può essere tutta una furbata.

Dopo tante settimane di voci, l’ufficialità è arrivata venerdì mattina a New York, con la Red Bull e la Ford che hanno siglato un accordo per la fornitura delle power unit a partire dalla stagione 2026. Si tratterà del ritorno della casa dell’ovale blu in F1, dopo un’assenza di oltre un ventennio, considerando che l’ultima macchina motorizzata era stata la Jordan nel lontano 2004.

Red Bull RB18 (LaPresse)
Red Bull RB18 con Verstappen e Perez (LaPresse)

L’ultimo titolo mondiale risale invece al 1994, quando la Benetton di Michael Schumacher ebbe la meglio sulla Williams-Renault di Damon Hill. Come motorista, la Ford ha vinto ben 13 titoli mondiali, seconda soltanto ai 15 della Ferrari se consideriamo quelli riservati ai piloti. L’obiettivo, dunque, è quello di dare la caccia al Cavallino, anche se i tifosi della Rossa sperano che da qui al 2026 le statistiche, ferme ormai dal 2007 e da quell’iride vinto da Kimi Raikkonen, possano tornare a muoversi.

La Red Bull potrebbe aver fatto un colpaccio non da poco a legarsi alla Ford, non tanto per il know-how della casa di Detroit sulle power unit, che evidentemente, al momento attuale, è inesistente, quanto per i vantaggi che potrà trarre dal fatto di essere considerato un nuovo costruttore di motori. Andiamo a scoprire i motivi dell’accordo che potrebbe fare la storia.

Red Bull, ecco come può funzionare l’accordo con Ford

La Red Bull e la Ford si legheranno a partire dal 2026, ma quello che tutti si stanno domandano è se e quanto la casa dell’ovale blu sarà realmente coinvolta nel progetto. Le nuove power unit verranno prodotte direttamente a Detroit? Sarà un normale legame costruttore-team cliente come avviente per tutte le squadre che non producono motori autonomamente? No, niente di tutto ciò.

Il team di Milton Keynes ha creato un reparto powetrain qualche anno fa, non appena venne reso noto l’addio della Honda alla F1 che sarebbe maturato a fine 2021. Se ricordate bene, infatti, per gran parte del 2022 il logo della casa giapponese non è stato presente sulla RB18, salvo poi riapparire dal Gran Premio del Giappone sino a fine campionato, per poi essere riproposto anche sulla RB19.

Tuttavia, il reparto powetrain è diventato operativo dopo l’acquisto di molti tecnici dalla concorrenza, tra cui alcuni uomini chiave della Mercedes, e visto che le power unit attuali sono state congelate, il suddetto reparto sta lavorando a stretto contatto con gli uomini della Honda, con i quali la collaborazione durerà sino a fine 2025, momento in cui questo ciclo tecnico delle unità propulsive andrà in archivio.

Cosa significa tutto questo? La Red Bull potrebbe aver attuato l’ennesima “furbata”, assolutamente all’interno dei regolamenti, questo deve essere ben chiaro, ma potrà sfruttare tutti i vantaggi che la FIA concede ai nuovi costruttori di motori, ovvero più ore di lavoro al banco ed anche 25 milioni di dollari disponibili per lo sviluppo della nuova power unit.

Gli uomini del reparto powertrain, in questi anni, avranno acquisito tantissime conoscenze nella partnership con Honda, ed è probabile che quanto imparato verrà riproposto anche sui motori del 2026. Dunque, la Ford marchierà le power unit e sicuramente fornirà i suoi tecnici per realizzare il propulsore e tutta la parte elettrica ad essa annesso, ma non si tratterà di un vero e proprio lavoro della casa di Detroit.

La “furbata” del team di Milton Keynes sta proprio nel poter essere iscritto come nuovo costruttore di motori, e tutto ciò porterà vantaggi non da poco. Inoltre, è probabile che alcuni uomini Honda ormai incastonato nel gruppo powertrain possa restare a Milton Keynes, creando uno squadrone davvero molto forte.

La casa di Sakura, dal canto suo, si è comunque iscritta tra i motoristi, e le opzioni sul tavolo sono due: iscriversi con un proprio team ufficiale, come accadde tra il 2006 ed il 2008 ai tempi della coppia formata da Jenson Button e Rubens Barrichello, o fornire le power unit ad un altra squadra.

Passando alla Ford, invece, l’ingresso in F1 è un enorme vantaggio sul fronte del marketing. Questo sport sta ormai spopolando negli Stati Uniti d’America grazie a Liberty Media, e nel 2023 ci saranno ben tre gare oltreoceano, ovvero Miami, Austin e la nuova arrivata Las Vegas.

Il ritorno d’immagine che la Ford potrebbe avere da questa operazione è incredibile, anche perché le nuove power unit avranno una parte elettrica maggiorata rispetto alle attuali, ed il marchio di Detroit sta investendo moltissimo nella mobilità sostenibile. Per entrare in F1 non ci poteva essere soluzione migliore che legarsi al team campione del mondo, una vera e propria genialata da entrambe le parti coinvolte.

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