MotoGP, la Yamaha ancora in allarme? Problemi lontani dalla soluzione

La Yamaha non è più da tempo il riferimento per la MotoGP, ed ora sorgono indiscrezioni che non fanno ben sperare i tifosi.

Lo scorso 17 gennaio sono stati tolti i veli alla nuova Yamaha M1, svelata in quel di Jakarta alla presenza di Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e del team manager Lin Jarvis. La casa di Iwata punta a tornare in alto, in un momento in cui le case giapponesi stanno perdendo, ma forse hanno già perso, il loro dominio sulla MotoGP.

MotoGP Yamaha 2023 (Yamaha)
MotoGP Yamaha 2023 ancora in crisi di potenza (Yamaha)

Il metodo di lavoro chiuso nei confronti del resto del mondo non sta premiando la Yamaha, né tantomeno la Honda, e ad approfittarne sono state la Ducati in primis, ma anche la KTM e l’Aprilia, progredite tantissimo nell’ultimo anno. La nuova M1 non è stata ovviamente svelata in termini di aerodinamica, visto che il pacchetto da gara lo inizieremo a vedere soltanto nei test di Sepang in programma ai primi di febbraio.

Non ci sono dubbi sul fatto che la casa di Iwata abbia lavorato duramente, ma non è chiaro se ciò basterà per chiudere il gap nei confronti della concorrenza. Il distacco che si era venuto a creare lo scorso anno era davvero ampio, e c’è il serio rischio che anche il 2023 possa essere un’annata di sofferenza.

Questo i due piloti non se lo augurano affatto, forse Morbidelli in maniera particolare, che ha bisogno di una stagione pulita per guadagnarsi un altro rinnovo del contratto dopo un 2022 da incubo, in cui a fatica è riuscito ad entrare in qualche occasione nella top ten, dimostrandosi irriconoscibile rispetto al passato.

Il problema principale della M1 è sicuramente situato nella zona del motore, con una potenza inferiore ai rivali che non consente ai piloti di giocarsela nel giro secco ed anche nel duello corpo a corpo. La situazione, in chiave futura, non pare essere delle migliori, e c’è già chi pensa che il problema verrà risolto tra parecchio tempo ancora.

MotoGP, ecco come stanno le cose sul motore Yamaha

La Yamaha viene da stagioni complicate in MotoGP, e soltanto l’enorme talento di Fabio Quartararo ha consentito alla casa di Iwata di portare a casa il titolo mondiale piloti lo scorso anno e di giocarsi sino all’ultimo quello dello scorso anno. Per il resto, gli altri rider del marchio nipponico hanno sempre faticato ad occupare le posizioni in zona punti, questo tanto per dare un riferimento delle difficoltà della M1.

Il problema principale è ovviamente quello legato al motore, che da tempo è nettamente inferiore alla concorrenza. Tutte le problematiche legate alla potenza sono venute fuori nella seconda parte di stagione nel 2022, rendendo “El Diablo” impotente di fronte alla rimonta di Pecco Bagnaia e della sua strabiliante Ducati, in grado di vincere tutto ciò che c’era da vincere.

La Yamaha non ha intenzione di mollare, e per cercare di recuperare sulla concorrenza ha ingaggiato l’ingegner Luca Marmorini, ex motorista della Ferrari in F1. Il tecnico italiano sta lavorando duramente per cercare di dare un futuro migliore a Quartararo ed alla casa giapponese, ma non è affatto facile venirne a capo.

Marmorini si sta occupando da quasi un anno del quattro cilindri in linea da 1000 cc, e nei primi test di Misano i miglioramenti sembravano incoraggianti. Tuttavia, in quelli di Valencia successivi al finale di stagione sembra esserci stato un netto passo indietro, con l’ex campione del mondo della MotoGP che non è apparso per nulla soddisfatto del nuovo propulsore.

L’idea della Yamaha potrebbe essere quella di puntare su un nuovissimo motore V4, ma che con ogni probabilità, come riportato anche da “Speedweek.com“, non verrà montato sulla moto del 2024, ma più possibilmente dal 2026. Questo significa che la casa di Iwata potrebbe dover soffrire molto ancora a livello di motore, e che quello che verrà portato nel 2023 dovrà dare per forza dei segnali positivi, almeno per effettuare un primo passo importante nella risalita di questa moto.

Da casa Yamaha non sono arrivati commenti ufficiali relativamente al lavoro che si sta svolgendo attorno al propulsore, ma è chiaro che il debutto del V4 è ancora molto lontano nel tempo. Per il prossimo biennio, ma probabilmente anche triennio, si proseguirà con il quattro cilindri in linea, a conferma del fatto che i giapponesi non hanno ancora quella tendenza al rischio ed all’innovazione che in questi ultimi anni ha fatto grande la Ducati.

Tuttavia, occorre sottolineare quanto Marmorini non sia affatto uno sprovveduto, ed è un ingegnere che anche in Ferrari ha sempre lavorato molto di programmazione. Attorno alla sua figura c’è grande ottimismo all’interno del gruppo nipponico, nella speranza che i primi risultati emergano già dai prossimi mesi.

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