Ecobonus, occasione imperdibile: ecco quali auto sfruttano gli incentivi

Gennaio 2023, inizio di una nuova fase per il mercato dell’auto o continuazione di una crisi nera? Nelle prossime settimane scopriremo gli effetti degli ecobonus.

In Europa continuano i dibattiti sul divieto di circolazione dei mezzi con motori termici dal 2035. Tra incertezze e crollo del mercato, gli italiani sono alla disperata ricerca di incentivi per cambiare la propria automobile. Il Belpaese ha un parco auto vetusto, tra i più vecchi d’Europa. Dal 2014 al 2020 in Italia sono state immatricolate poco più di 12,1 milioni di vetture. La pandemia, iniziata nel primo trimestre del 2020, ha fatto degenerare una situazione già critica per il nostro Paese.

Ecobonus auto (AdobeStock)
Ecobonus auto (AdobeStock)

Il rischio è avere nei prossimi anni una spaccatura ancora più marcata rispetto ad altri Stati. Un Europa a due velocità, con alcune realtà che hanno abbracciato con entusiasmo, e una buona dose di insensato coraggio, la rivoluzione green delle auto elettriche e alcuni Paesi costretti, invece, a soffrire su mezzi di traporto datati. L’Italia, al momento, si colloca tra le nazioni in maggiore difficoltà economica. Schiacciati dai rincari delle bollette e dall’inflazione, gli italiani hanno palesato enormi difficoltà a cambiare vetture. La transizione green stenta a decollare, anche a causa di una carenza infrastrutturale di colonnine rispetto ad altri Stati della Unione Europea.

A livello pubblico mancano ancora aree coperte da Wallbox in larga scala. Il nuovo decreto, presentato in questi giorni in materia, ha sancito l’intervento con i fondi del Pnrr, per la nascita di nuove colonnine con priorità a dove ci sono i distributori attuali. Sta di fatto che, per ora, non sono sbucate colonnine come funghi, specialmente nel Meridione. Una minoranza di italiani può godere di un box auto per la ricarica domestica. Per di più i problemi sono di natura strutturale, con dei lavori che non sono di poco conto. I costi delle vetture di ultima generazione, inoltre, continuano ad essere proibitive. Le auto elettriche costano cifre molto serie, se considerate che una city car due posti come la Smart alla spina parte da una cifra base di oltre 25.000 euro.

Non solo il mercato delle EV è alle stelle, ma vi sono ancora molti dubbi connessi a quello dell’usato. Non solo le auto full electric sono per la maggior parte della popolazione proibitive, ma anche le ibride non scherzano. Se si pone l’accento sulle ultime berline hybrid delle principali case automobilistiche al mondo bisogna riconoscere che non sono alla portata di un italiano medio, che a stento fa fatica ad arrivare a fine mese. La situazione è diversa in molti Paesi del Nord Europa, o in Svizzera, dove gli stipendi sono molto più elevati. Gli acquirenti di Svezia, Norvegia e altre nazioni molto benestanti hanno, inoltre, cambiato le proprie abitudini per adattarsi alla tecnologia, essendo i cosiddetti early adopter.

Tutto ciò potrebbe avere un impatto diverso in futuro. In Italia solo una minima percentuale di automobilisti si è dimostrata disposta a cambiare la propria posizione. E’ questione di mentalità e di un retaggio culturale diverso. In Italia si vendono poche auto alla spina, anche per una forma mentis opposta ad altre realtà estere. Non tutti, specialmente gli anziani cresciuti con potenti motori termici, sono disposti a cambiare il loro approccio alla guida. Se l’auto viene venduta per la sua tecnologia, proprio come uno smartphone, non a tutti scatta la voglia di investire i proprio risparmi in un tablet su quattro ruote.

Mercato auto, spazio agli ecobonus

Non è un caso che diversi major della telefonia o del mondo digitale si siano lanciati nel car market. La Cina, inoltre, sta sfruttando l’evidente vantaggio dei componenti per inserirsi nella corsa all’oro elettrico. Nel 2022, comunque, la flessione è stata allarmante. In Italia si vendono, in generale, sempre meno automobili, non solo per una questione di prezzi. La crisi del microchip ha dilatato, enormemente, i tempi di consegna dei nuovi modelli e non tutti sono disposti ad aspettare 9 mesi o oltre.

In un clima di grande tensione, gli ecobonus rappresentano l’unico appiglio per chi ha intenzione di cambiare auto nel 2023. Il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) ha stanziato 630 milioni di euro, dei quali 575 milioni per le auto, in base alle categorie dei veicoli. Per le EV si possono ricevere 3.000 euro che diventano 5.000 con la rottamazione di un altro veicolo omologato alle classi Euro 0 – Euro 4. Auto elettriche, quali durano di più? Ecco le 11 con più autonomia.

Per quanto concerne le ibride si avranno da 2.000 a 4.000 con rottamazione e per le altre auto a basse emissioni si avranno 2.000 euro. La Fiat 500 elettrica, con un prezzo base, che parte da 29.950 euro con gli ecobonus viene proposta a 24.950 euro. La Renault Twingo electric da 22.950 euro scende a 17.950 euro. La Dacia Spring, da 21.450 euro passa a 16.450 euro, mentre la Smart fortwo alla spina da 82 cavalli, scende da 25.210 euro a 20.210 euro.

Per le ibride i migliori affari si possono fare con i best seller Fiat Panda, nella versione 1.0 FireFly 70cv S&S Hybrid, Lancia Ypsilon, Toyota Yaris Cross, Mazda 2, Jeep Compass. Tra le proposte economiche a basse emissioni che possono trarre vantaggi dagli ecobonus 2023, vi sono la Citroen C3, prezzo chiavi in mano da circa 18.000 euro, la Dacia Sandero da 9.500 euro o la Gpl da 11.850 euro. Per quanto concerne la Fiat c’è la 500X con motore multijet diesel. Vi consigliamo di dare una occhiata anche al listino della Opel e della Volkswagen.

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