La F1 dei brand? No grazie, i fan vogliono ben altro

La F1 sta cambiando pelle, ma il percorso intrapreso non è quello che i puristi del circus si aspettavano. Ecco cosa sta accadendo.

Il passaggio in F1 alle auto ad effetto suolo è stato epocale. Dopo 40 anni sono stati rispolverati, in chiave moderna, dei concetti che erano stati aboliti per motivi di sicurezza. Le wing car avrebbero dovuto riaccendere l’entusiasmo degli appassionati, ma le cose non sono andate come nelle aspettative. Dopo il lungo dominio di 8 anni della Mercedes, la categoria regina del Motorsport aveva bisogno di una sterzata decisa.

F1 (LaPresse)
F1 (LaPresse)

La Ferrari, la McLaren, l’Alpine, l’Aston Martin e altre storiche squadre hanno atteso con ansia il 2022. C’era la chiara volontà di rimescolare le carte dopo annate molto monotone. Il campione di Stevenage ha avuto per le mani vetture stradominanti, lasciando solo le briciole agli avversari. Dal 2014 al 2021 vi è stata solo una battaglia mondiale tra due team sino all’ultima tappa di Abu Dhabi. La Red Bull Racing, nel 2021, ha rischiato di rovinare la festa al team con sede a Brackley, tuttavia Bottas ed Hamilton hanno portato a casa l’ottavo riconoscimento iridato costruttori consecutivo. Lewis è stato beffato, complice anche un clamoroso errore di Michael Masi, sul più bello, dopo aver assaporato il gusto dell’ottava corona personale. Sarebbe diventato il primo a raggiungere un tale numero di mondiali.

Max Verstappen è stato caparbio nel 2021, riuscendo lì dove altri grandi campioni avevano fallito. La Rossa aveva provato con Sebastian Vettel ad interrompere la straordinaria striscia di risultati positivi della squadra teutonica. Il tedesco aveva lottato con il coltello tra i denti nel 2017 e nel 2018, tuttavia lo strapotere tecnico delle frecce d’argento era stato incontrastabile. Nell’era ibrida i marchi automobilistici hanno iniziato ad aver sempre più dubbi sulla qualità dello spettacolo in pista e si sono tenuti a debita distanza dal circus. La Mercedes, sin dal 2014, è apparsa di un’altra categoria. Salvo sporadiche affermazioni, tutti gli altri team hanno attraversato un periodo infernale.

La McLaren è tornata a vincere un Gran Premio con Ricciardo a Monza nel 2021, dopo anni avari di soddisfazioni. Idem la Renault, oggi Alpine, ma il nuovo regolamento tecnico non ha stravolto le gerarchie. Banalmente la Red Bull Racing ha ricoperto il ruolo della Mercedes, mentre tutte le altre squadre non hanno retto il passo della RB18. L’auto ad effetto suolo, progettata da Adrian Newey, è risultata imprendibile. I fan si erano illusi dopo le prime vittorie della Ferrari in Bahrain e in Australia, ma una volta risolti i problemi tecnici iniziali la wing car austriaca ha spiccato il volo. Dal quarto round di Imola in avanti la Red Bull Racing ha fatto la differenza.

F1, il fallimento delle wing car

Max Verstappen si è confermato campione nel 2022 e ha vinto, complessivamente, 15 Gran Premi, oltre a 2 Sprint Race. Nessuno nella storia della categoria regina del Motorsport era riuscito in una simile impresa. In una singola stagione i recordman erano stati Sebastian Vettel, ai tempi della Red Bull Racing, e Michael Schumacher, nell’era aurea in Ferrari, ma si erano fermati a 13. Il figlio d’arte di Jos è giovane, affamato e non ha nessuna voglia di mollare il numero 1 sulla carena. La Ferrari, rispetto alle tragiche annate 2020 e 2021, ha fatto un passo in avanti, tornando a vincere GP e chiudendo al secondo posto della graduatoria costruttori.

Le aspettative alla vigilia erano però diverse. Una mancata lotta per il vertice avrebbe significato un fallimento epocale, per amissione dello stesso Binotto. La Rossa ha chiuso ad oltre 200 punti dalla Red Bull Racing, tra problemi tecnici e pasticci strategici. Leclerc ha rischiato di essere beffato anche da Sergio Perez, secondo pilota del team con sede a Milton Keynes. Binotto è stato rimosso dall’incarico e al suo posto è stato nominato l’ex tecnico della Sauber, Frederic Vasseur.

La Mercedes ha fatto due passi indietro nel 2022, a causa di un progetto fallimentare. L’auto “senza pance” si è rivelata essere un disastro. Hamilton, per la prima volta in carriera, non ha conquistato nemmeno un successo. L’ex driver della Williams, George Russell, ha vinto in Brasile la sua prima gara. Nel 2022 vi è stata una differenza nettissima tra i top team. Le altre squadre sono rimaste stazionarie nelle posizioni che occupavano anche nelle annate precedenti. Team prestigiosi come Alpine, Aston Martin e Williams hanno investito ingenti somme, ciò nondimeno non hanno ottenuto risultati.

La McLaren ha ottenuto un solo podio ad Imola con Norris per un clamoroso errore di Leclerc. I regolamenti “molto standardizzati” non hanno entusiasmato. Le auto ad effetto suolo avrebbero dovuto inseguirsi da molto vicino, non subendo i flussi di aria sporca come la gen precedente, ma le nuove monoposto senza DRS hanno fatto, comunque, fatica a superarsi.

Vi sono stati solo 5 vincitori diversi e il campionato non è mai stato in bilico. Nel circus si susseguono voci su Cadillac, Ford, Porsche, ma ad oggi sembrano tutti brand pronti a metterci solo il marchio per apparire sulla livrea di una F1 piuttosto che puntare sull’innovazione come avveniva in passato. Vedremo cosa combinerà Audi in partnership con Sauber, tuttavia l’epoca d’oro delle innovazioni della categoria regina del Motorsport sembra ormai un lontano ricordo.

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