F1, ecco cosa cambia nel 2023: nuova modifica al regolamento tecnico

Le F1 del 2023 saranno molto simili alle ultime viste in pista, ma qualche novità non mancherà. Ecco cosa ci sarà di nuovo.

Si avvicinano le vacanze di Natale, ed il Circus della F1 è in pausa, in attesa che da gennaio si cominci ad entrare nel vivo della nuova stagione. Prima di tutto, va sottolineato un importante cambiamento nel calendario 2023, con la nuova stagione che partirà il prossimo 5 marzo in Bahrain, con due settimane di anticipo rispetto alla scorsa annata.

F1 (LaPresse)
F1 (LaPresse)

Ciò significa che ai primi di febbraio dovrebbero iniziare le presentazioni, e solo in quel momento scopriremo le aree dove i team hanno deciso di intervenire. Le nuove F1 scenderanno in pista per la prima volta tra il 23 ed il 25 di febbraio, giornate in cui sono previsti i test invernali, proprio sul tracciato di Sakhir, con una sola settimana di anticipo rispetto alla tappa inaugurale.

In questo modo, tutte le squadre avranno appena tre giornate di lavoro per conoscere le nuove armi, nella speranza che tutti gli studi al simulatore ed in galleria del vento abbiano funzionato a dovere. Rispetto al 2022 infatti, non verranno disputate le prime giornate di test a Barcellona, e la FIA ha giustificato questo taglio alle prove pre-stagionali affermando che le nuove vetture saranno molto simili a quelle che hanno girato per l’ultima volta un mese fa ad Abu Dhabi.

Non essendoci delle rivoluzioni regolamentari, è lecito attendersi valori in campo molto simili, con la Red Bull nel ruolo di grande favorita, seguita da Ferrari e Mercedes. Per il momento, circolano indiscrezioni ottime attorno al progetto 675, ovvero la nuova Rossa di Charles Leclerc e Carlos Sainz, la quale avrà il compito di andare a caccia del tanto agognato titolo mondiale.

Il primo miglioramento da apportare è legato all’area power unit, che ha fortemente limitato il Cavallino nel 2022. L’affidabilità è un punto chiave, visti i tanti cedimenti registrati nella prima parte di stagione, che hanno poi costretto la Scuderia modenese a ridurre la potenza di circa 30 cavalli dalla Francia in poi.

La Red Bull non smette di far paura, e l’obiettivo sulla RB19 sarà quello di continuare la dieta dimagrante iniziata sulla sua progenitrice iridata. Stando alle parole dei tecnici, ci sarebbero ancora una decina di kg da poter eliminare, cosa che produrrebbe un gran vantaggio in termini di bilanciamento e di gestione gomma.

Si sa davvero poco riguardo alla Mercedes ed al concetto che andrà ad adottare, ma non è da escludere che il team di Brackley possa insistere sulla tendenza “no sidepod”, dopo che nella seconda parte di stagione si sono registrati degli importanti miglioramenti in termini di prestazioni.

F1, ecco cosa cambierà nel regolamento del 2023

Come abbiamo già anticipato, le F1 targate 2023 non differiranno più di tanto dalle loro antenate, ma qualcosa di nuovo ci sarà comunque. Prima di tutto, le vetture andranno ad essere rialzate di 15 mm per evitare il ripetersi di episodi come il porpoising, e questa nuova regola è stata una vittoria politica non da poco per la Mercedes.

La proposta iniziale del team di Brackley era quella di rialzare di 25 mm, ma l’opposizione della Red Bull ha permesso di trovare un compromesso definitivo. A ciò si aggiungeranno dei test più severi per quanto riguarda la parte esterna dei fondi, zona delle monoposto che è divenuta determinante con il ritorno dell’effetto suolo, dal momento che la maggior parte del carico aerodinamico viene generata proprio da questa parte.

Dal 2023 sarà consentita una flessione di appena 8 mm sotto una spinta verticale di 600 n N per ogni lato, per cui tutte le squadre dovranno fare molta attenzione anche nelle loro simulazioni per arrivare preparate ai controlli della FIA. Sulla rigidezza e sulla flessione dei fondi ci sarà un’attenzione particolare, vista la “guerra” che era scoppiata ai primi di luglio riguardo agli skid block di Red Bull e Ferrari, messi sotto accusa dalla Mercedes per la loro eccessiva flessibilità.

Proprio per evitare episodi simili, la FIA aveva introdotto, a partire dal GP del Belgio, la direttiva tecnica TD39, la quale ha tarpato le ali alla Scuderia modenese. Mattia Binotto ha sempre dichiarato che questo cambio in corsa non aveva nulla a che vedere con il crollo di performance delle sue auto, ma la sensazione è che mantenesse questi toni per non ammettere l’ennesima sconfitta politica della sua gestione.

Sin dalle prime gare della nuova stagione si capirà se e quanto queste modifiche avranno influito sui valori in campo, nella speranza che non si presenteranno nuovi cambi in corsa durante il prossimo campionato. Il Circus ha bisogno di una stagione pulita e senza le polemiche che hanno caratterizzato quella appena conclusa.

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