Negli ultimi anni sempre più piloti di F1 hanno mostrato interesse verso altre categorie. L’ultimo caso è quello di Norris.
Un tempo il Circus era un via vai di piloti. I protagonisti in griglia di partenza variavano ad ogni gara e di sovente erano impegnati in più di una disciplina motoristica. Due o quattro ruote non c’era differenza. Giacomo Agostini e John Surtees, per dirne solo due, sono stati un esempio. Poi piano piano la massima serie è diventata una materia sempre più specialistica. La montagna da scalare. Il sogno a cui agognare e per cui lavorare senza sosta. Per cui una volta raggiunto meritevole della piena attenzione.
Il primo a ridare po’ di spirito eclettico ai corridori del Circus è stato Kimi Raikkonen. Il finlandese, mandato via dalla Ferrari a fine 2009, ha riparato nel WRC per due stagioni. Prima come ufficiale nel junior team della Citroen, quindi da privato correndo sempre con una C4. Stando di misurarsi contro il cronometro, accetterà la sfida della NASCAR, dove sarà protagonista di due appuntamenti, prima di tornare a casa in seno alla Lotus.
Poi è stata la volta di Fernando Alonso. L’iberico, aiutato dal proprietario della McLaren Zak Brown ha avuto l’occasione di familiarizzare con la IndyCar. E non nascondendo di avere come obiettivo la Tripla Corona, tenterà in tre occasioni (2017, 2019 e 2020), di ottenerla partecipando alla 500 Miglia di Indianapolis. Molteplici le sue incursioni in altre serie, specialmente nel corso dei due anni fuori dalla classe regina. WEC e Dakar saranno il suo pane quotidiano.
Norris alla conquista dell’America?
Sulla scia delle basi poste con il Samurai nel suo periodo di militanza a Woking, il manager californiano avrebbe deciso di offrire una chance ad un altro dei suoi portacolori, ossia Norris, a quanto pare molto interessato a partecipare alla storica corsa nell’Indiana.
Avendo il #4 firmato un contratto lunghissimo con il team, il dirigente 51enne avrebbe già cominciato a muoversi per organizzare un test ad hoc per lui alla guida della Arrow McLaren SP.
“Lando ha espresso il desiderio di prendere parte alla 500 Miglia un giorno“, ha affermato ad Autojournal.fr ricordando come il primo assaggio di questo genere di impegni sia avvenuto appunto con il bicampione del mondo. “Allora fu un’esperienza fantastica per tutto“, ha affermato entusiasta seppur conscio dell’enorme sforzo richiesto.
“Si sa che quei giorni sono davvero intensi, ma i corridori amano mettersi al volante di qualunque genere di auto. Quindi, vedremo cosa riuscirò a fare“, ha asserito facendo capire che da qui a breve si metterà in moto per realizzare il desiderio del talento di Brisol.
Sotto la bandiera a stelle e strisce, la Casa creata da Bruce McLaren ha allargato i suoi rami un po’ ovunque, al di là della top class. IndyCar, Extreme E e Formula E, sono alcune delle categorie che la vedono in bagarre. Ma per l’imprenditore ed ex driver non è finita qua. Il futuro potrebbe vedere il marchio misurarsi tra i prototipi.
“Come sempre bisogna essere al posto giusto, al momento opportuno perché le cose prendano forma. Certi progetti prevedono molte cose da fare. Ma se possedessi una bacchetta magica e potessi scegliere dove portare le nostre macchine, dire l’endurance con le hypercar“, ha infine confidato l’americano.