Verstappen “denuncia” il grande problema della F1: ecco cosa non va

Dall’alto dei suoi due titoli iridati, Verstappen dà un consiglio al Circus. La strada che ha scelto non è giusta per un motivo.

Nel tentativo di riavvicinare il grande pubblico alla F1 dopo anni di freddezza o comunque di relativo distacco, la massima serie ha cercato di investire nella creazione di tracciati cittadini. Poter godere di alberghi vicini, mezzi di trasporto efficienti e ristoranti ha reso il weekend di gara un’esperienza alla portata anche dei semplici curiosi. E finora questa strategia, magari meno congeniale ai puristi, ha premiato.

Mai come nelle ultime due stagioni il Circus ha fatto il pieno di spettatori. Eppure non tutti sono contenti. Non per l’aumento dei biglietti staccati, ma per la direzione intrapresa.

Max Verstappen (Ansa Foto)
Il pilota della Red Bull Max Verstappen (Ansa Foto)

Per Max Verstappen, correre su piste che in realtà sono vie normalmente aperte al traffico, è quanto di peggio possa esserci.  In particolare con le auto ad effetto suolo, dove il downforce è generato perlopiù dal fondo e non dalle ali come aravamo abituati.

Sebbene il design della RB18 si sia rivelato maggiormente indovinato di quello della concorrenza, nonché meno sensibile ai sobbalzi, l’olandese e il compagno di squadra Perez hanno ugualmente patito le reazioni imprevedibili e gli scatti della loro monoposto. In special modo sui cittadini.

Verstappen svela cosa non va

Anche per questo il figlio d’arte ha implicitamente domandato alla FIA di ridurre il numero di prove su tracciati non concepiti per le gare. “Con le vetture di oggi su layout in stile Montecarlo è davvero complicato riuscire a fare un giro pulito. Soprattutto in qualifica quando si va al massimo“, ha confidato a Viaplay.

Personalmente preferisco dove ci sono le curve veloci, tipo Spa. Un posto così non dovrebbe mai uscire dal calendario, in quanto il pilota può davvero fare la differenza”, ha affermato ribadendo la sua contrarietà a continuare con l’adozione dei “street circuit”. “Le nuove F1 sono troppo pesanti e rigide per quella conformazione“, ha spiegato.

Per far capire il proprio punto di vista, il 25enne ha preso come esempio Singapore,  a suo avviso una pista fantastica. “In confronto al 2015 o il 2016 quando le auto erano più agili e ti permettevano di sfruttare i cordoli, ora è frustrante“, ha asserito svelando che ora non appena si tocca il “kerb” si rischia di finire fuori.

Il 2023 sarà poi occasione di un debutto importante quello della scintillante Las Vegas il prossimo novembre, che andrà affiancare altri due appuntamenti negli States, ovvero Texas e Miami.  “Avrei preferito andarci in altre circostanze”, ha tagliato corto sostenendo di preferire gli impianti vecchia scuola.

Ormai è un continuo aggiungere circuiti cittadini. Come detto io non li amo, perché le nostre macchine non sono progettate per muoversi sui percorsi di ogni giorno. Al contrario si esprimono al loro massimo dove si va veloci. Bene averne qualcuno, ma non in eccesso. Una tornata lanciata in una struttura come Suzuka, è molto più divertente che qualsiasi stradale“, la sentenza definitiva del campione della Red Bull, il quale non lascia speranza al nuovo corso del Circus.

Idee nate dall’esigenza di attrarre un seguito composito, nello specifico i giovani, sulla scia di quanto vorrebbe fare la Formula E.

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