Come era soprannominato in pista Valentino Rossi? Ecco la verità

Valentino Rossi, nel corso della sua lunga carriera, è stato omaggiato con diversi nickname. Molti di voi conosceranno il più noto “The Doctor”, ma non è l’unico.

Dopo oltre un quarto di secolo Valentino Rossi ha deciso di lasciare la top class per lanciarsi nel mondo dell’automobilismo. Il centauro di Tavullia ha scritto pagine indelebili del motociclismo, conquistando un titolo o più in ciascuna classe in cui ha preso parte. Nessuno nella storia è stato in grado di vincere in 125, 250, 500 e MotoGP. L’ex pilota di Aprilia, Honda, Yamaha e Ducati sarà ricordato tra i più grandi di sempre, non solo per le imprese in pista.

Valentino Rossi MotoGP (Ansa Foto)
Valentino Rossi MotoGP (Ansa Foto)

Il suo modo di intendere il Motorsport ha, completamente, rivoluzionato la MotoGP. Prima dell’arrivo di Valentino Rossi il Motomondiale era per una nicchia di appassionati delle due ruote, nonostante ci fossero rider straordinari. Il carattere e l’energia del nove volte campione del mondo ha, letteralmente, coinvolto giovani, adulti e anziani, tenendoli incollati davanti allo schermo ogni domenica. Le rivalità con centauri come Biaggi, Gibernau, Hayden, Stoner, Lorenzo, Marquez hanno accresciuto il mito e anche la fama dei suoi contendenti alla corona. Sono stati anni irripetibili per la MotoGP, caratterizzati da battaglie all’ultimo respiro.

Valentino Rossi adottò il soprannome “The Doctor”, al termine della prima stagione nella classe regina. Il nativo di Urbino se lo attribuì perchè “in Italia si dice che sei un ‘Dottore’ quando sei molto bravo a fare qualcosa. Qualcosa ad alto livello. E’ un modo di dire…”. Forse fu lo stesso campione a dare l’idea all’Università di Urbino che, nel 2005, gli conferì la laurea ad honorem in “Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni”. Un presagio di grandezza, dati i futuri risultati delle sue imprese sportive e non. Vale è diventato anche un imprenditore di successo, grazie al merchandising dei suoi prodotti. Inoltre, quando non è impegnato in auto, segue da vicino la crescita del suoi giovani talenti dell’Academy. Pecco Bagnaia, cresciuto nella “scuola” VR46, si è laureato campione del mondo nel 2022, in sella alla Ducati.

Nella primissima fase di carriera Valentino Rossi era già considerato un predestinato. L’ex rider Lucchinelli, quando era solo un bambino, gli diede il soprannome di “Virus”. Nel corso della sua vita il #46 ha “infettato” milioni di persone che lo hanno seguito ovunque e in qualsiasi categoria del Motorsport. Il nickname più famoso, nelle prime battaglie in classe 125 e 250, fu Rossifumi. Uno degli idoli del campione italiano era il rider giapponese Norifumi Abe. Nel 1994, all’età di soli 18 anni, il nativo di Tokyo, partecipò con una wild card al Gran Premio del Giappone della classe 500. All’epoca era, veramente, pazzesco che un ragazzo appena maggiorenne potesse fare la differenza in top class.

Stupì subito la folla, piazzandosi al settimo posto in qualifica, e il giorno successivo sfidò con coraggio due mostri sacri come Doohan e Schwantz per il primo gradino del podio. Scivolò a due giri dal traguardo, lasciando il mondo intero con il fiato sospeso. Valentino Rossi, a 15 anni, rimase sbalordito dal coraggio del pilota giapponese. Kenny Roberts lo scelse per altri due GP della stagione 1994. Abe non tradì le aspettative, conquistando due sesti posti. Negli anni successivi si tolse la soddisfazione di vincere il suo Gran Premio di casa. Valentino decise di mettere sulla sua livrea il nome Rossifumi.

Gli altri soprannomi di Valentino Rossi

Valentino Rossi confessò, a seguito della scomparsa di Norifumi Abe in un incidente stradale, che fu l’unico rider a cui chiese un autografo. Celebrò la vittoria del Mondiale 2008 con un adesivo stampato sul casco in onore del giapponese. Valentino Rossi adottò anche il nome di Valentinik. Nel libro sulla vita del campione di Tavullia, scritto da Stuart Barker, è documentata l’origine del soprannome. “Durante quel viaggio lessi un fumetto di Paperino che in quest’avventura si trasformava in una sorta di supereroe, Paperinik con tanto di maschera e mantello. Questo personaggio però era sfortunato, non era come Superman, era veramente un disastro e più che risolvere problemi finiva per combinarne di tutti i colori. Mi divertì molto e pensai che sarebbe stato divertente chiamarsi così…”.

Un altro tratto unico del nove volte campione del mondo è anche legato alla sua fantasia. Dopo ogni vittoria mondiale riusciva a creare in pista delle scenette goliardiche. Valentino Rossi ha sempre corso con il sorriso. Continuerà a farlo anche nella prossima stagione nel campionato GT. La sua passione per i motori, probabilmente, non si spegnerà mai. Sta già preparando una nuova annata: ecco i suoi obiettivi.

Nonostante le innumerevoli vittorie si è sempre divertito al volante di qualsiasi cosa avesse un motore. Dagli scooter e le Apecar, da ragazzino, sino alle vetture Rally e le monoposto di Formula 1. Il #46 è diventato un simbolo. Milioni di ragazzi hanno iniziato a correre in pista sulle moto, grazie all’estro di Valentino Rossi. E’ previsto un nuovo evento per lui: ecco cosa dovranno fare i fan. Nell’immaginario collettivo rimarrà sempre un giovane con le sue tante scritte sulla tuta e il cupolino, ma per gli appassionati è stato molto di più.

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