Ferrari, frecciatina a Binotto? Il messaggio di Vigna è eloquente

L’amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, ha accolto con entusiasmo il nuovo team principal, Frederic Vasseur. Arrivano parole importanti.

Si respira un’aria nuova a Maranello, dopo aver chiuso la porta all’era Binotto. Quest’ultimo non sarebbe mai stato in Ferrari, nel ruolo di team principal, ciò che rappresenta Toto Wolff in Mercedes e Christian Horner in Red Bull Racing. L’ingegnere di Losanna ha iniziato la sua carriera nella Scuderia negli anni ’90, scalando la piramide sino al vertice, ma sul più bello è crollato.

Benedetto Vigna Ferrari Mattia Binotto (Ansa Foto)
Benedetto Vigna Ferrari Mattia Binotto (Ansa Foto)

La sua gestione verrà ricordata per il clamoroso accordo segreto con la FIA nel 2019, nell’anno di debutto al muretto al posto di Maurizio Arrivabene, per gli incredibili errori gestionali e di comunicazione. La squadra, non solo non ha mai lottato per il titolo mondiale, ma sotto il comando di Binotto ha vinto pochissimi Gran Premi. Solo 3 nel 2019, Spa e Monza con Leclerc e Singapore con Vettel, macchiati dalla vicenda legata ai motori della SF90. Un team, consapevole dell’assoluta innocenza, non sarebbe mai sceso a patti con la Federazione Internazionale dell’Automobile, soprattutto potendo immaginare le conseguenze dell’accordo.

Per due anni e mezzo la Ferrari non è più salita sul gradino più alto del podio. Leclerc ha compromesso due anni di crescita importanti, dopo l’exploit iniziale al debutto in red. Per Sebastian Vettel, invece, è stata la fine dei giochi. Non ha più vinto una gara in F1 e il passaggio in Aston Martin è stato fallimentare. La decisione di dire addio al quattro volte iridato è stata una delle più difficili, come ha ammesso lo stesso Binotto. La scelta di puntare su Sainz si è rivelata corretta, nell’anno d’esordio a Maranello, ma nel 2022 è arrivato un rinnovo, quasi alle medesime cifre di Leclerc, troppo prematuro.

La Scuderia ha anticipato i suoi tempi abituali, confermandolo sino al 2024, nonostante una partenza stentata sulle auto ad effetto suolo. Nel corso dell’anno lo spagnolo non ha dimostrato di poter mettere in difficoltà Verstappen, nemmeno in una occasione, accusando un ampio distacco dal suo giovane teammate. Leclerc ha vinto 3 gare, mentre Sainz ha conquistato il GP d’Inghilterra. La gestione dei piloti ha creato una confusione interna al box, mentre in Red Bull Racing i ruoli tra prima e seconda guida sono sempre risultati chiari.

Per di più la Rossa ha commesso errori imbarazzanti sul piano strategico. Gli esempi più eclatanti sono avvenuti, nella scorsa stagione, a Silverstone e Monaco. Sul piano tecnico la F1-75 non è stata il riferimento in pista, nonostante gli anni di sviluppo pregresso. L’auto è partita bene, ma poi è crollata, tra avarie tecniche alle PU Superfast e problematiche di degrado gomme. Gli aggiornamenti non hanno migliorato la vettura nel corso dell’annata e per di più lo scarso potere politico di Binotto è emerso, anche in occasione dell’introduzione della direttiva anti porpoising. L’ingegnere di Losanna ha sempre negato una correlazione tra il passo indietro della F1-75, post summer break, e la nuova altezza da terra causata dalla nuova regola. Sarebbe stata una ammissione del suo polso leggero nella stanza dei bottoni.

Ferrari, tutti i fallimenti di Binotto

La Rossa ha chiuso l’anno con il fiato sul collo della Mercedes, rivitalizzata dalla direttiva 39. Leclerc ha persino rischiato di perdere la seconda piazza in classifica piloti, dopo il rimontone di Perez. Il monegasco è stato in grado di gestire la situazione, finendo per precedere il messicano di soli 3 punti. Nonostante tutti i problemi Binotto ha continuato a ripetere il ritornello di “una squadra giovane che avrebbe dovuto crescere ed imparare nel tempo dai suoi errori”, creando una frattura netta con la dirigenza. Gli obiettivi erano chiari allo stesso Binotto che, a metà 2021, ammise che una mancata lotta per la corona iridata avrebbe significato un fallimento per la Scuderia nel nuovo corso.

Nonostante una vettura competitiva, nella prima fase di stagione, Leclerc e Sainz non sono mai stati messi nella condizione di sfidare un vero top team come la Red Bull Racing. Quando Binotto comprese la gravità della situazione di classifica decise di fermare gli sviluppi della F1-75, per puntare tutto sulla monoposto del prossimo anno. Un film già visto e che, in passato, non aveva dato i risultati sperati. La prova di appello Binotto non l’ha superata. Spazio allora a Frederic Vasseur, ex team principal della Sauber.

L’amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, ha così commentato la nomina: “Siamo felici di dare il benvenuto in Ferrari a Fred Vasseur come nostro Team Principal. Nel corso della sua carriera ha unito con successo i suoi punti di forza tecnici, grazie alla sua esperienza in qualità di ingegnere, a una costante capacità di stimolare il meglio nei suoi piloti e nei suoi team. Questo approccio e la sua leadership sono ciò di cui abbiamo bisogno per far crescere la Ferrari con rinnovata energia”.

Il comunicato rilasciato sul sito della Ferrari appare anche una bella frecciata all’ingegnere di Losanna. La Scuderia avvertiva la necessità di un approccio diverso. Vasseur dovrà dimostrare leadership, sin dal 9 gennaio quando si insedierà a Maranello, ma la “rinnovata energia” era ciò di cui la Rossa aveva bisogno. Chissà come avrà preso la staffilata l’ex team principal svizzero.

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