La Williams riceve ben 26 milioni di sterline: il motivo è incredibile

In crisi da diversi anni la Williams potrebbe aver trovato le risorse necessarie per rifiatare. Ma saranno sufficienti per risalire la griglia?

Di tanto in tanto qualche buona notizia arriva anche agli ultimi della classe. Ed è bello pensare che alla Williams sia successo pochi giorni dopo il primo anniversario della scomparsa del padre fondatore Frank.

Sarà proprio per la storia romantica della squadra. Per quel suo essere stata creata da due visionari, nel senso buono del termine ovviamente. Due pazzi scatenati innamorati delle automobili, ma con pochi  quattrini in tasca, che continua a suscitare interesse e tenerezza, nonostante il suo ultimo risultato importante dati 1997 con Jacques Villeneuve.

Alex Albon, Williams (LaPresse Foto)
Alex Albon, Williams (LaPresse Foto)

Da allora pochi sprazzi di luce e molti bocconi amari da mandare giù. Basti pensare che dal 2018 è stata costantemente fanalino di coda, con un’unica eccezione in 2021 quando chiuse ottava.

Il colpo peggiore da sopportare, però, è stata la necessità di vendere per garantire la sopravvivenza della scuderia. Nel 2020 venne infatti finalizzato dalla figlia del patron Claire, il passaggio di mano al fondo d’investimento Dorilton Capital.

Il nuovo corso porterà qualche risorsa in più e con Jost Capito al muretto, un vincente nato, prova ne è il dominio nel WRC con Volkswagen, si noteranno piccoli passi avanti. Prima George Russell,  Alex Albon, hanno saputo regalare qualche fugace e limitata gioia. Una sorta di incoraggiamento per il futuro.

La Williams incassa un bell’assegno, ecco da chi

Ebbene, quando si entra nell’ultimo mese dell’anno, a Grove un’altra novità potrebbe aver portato un po’ di ossigeno. La Corte degli Stati Uniti ha dato ragione al team britannico nella causa intentata all’ex sponsor Rokit.

Nel 2019 l’azienda avrebbe dovuto patrocinare per tre stagioni l’equipe del Regno Unito, ma poi scoppiò la pandemia e dei soldi promessi non se ne seppe più nulla.

Il proprietario del brand Jonathan Kendrick, allora si difese ribaltando le accuse. Rimanendo sul vago fece intendere che se non scucivano il denaro era perché la squadra non aveva mantenuto le promesse in termini di risultati.

Non abbiamo problemi a pagare quando otteniamo ciò per cui lo stiamo facendo“, il messaggio prima dello strappo definitivo avvenuto dopo i test invernali del 2020.

Adesso però, la giudice distrettuale della California Christina A. Synder ha stabilito che in ogni caso quanto definito dal contratto di collaborazione dovrà essere versato. Anche se la separazione è già avvenuta anzitempo.

Lo scorso 1 dicembre la United States District Court ha decretato che dovranno essere corrisposte alla compagine inglese 26.220.094,25 milioni di sterline. Precisamente 32,2 milioni di dollari. Ma non solo. Il partner in fuga, oggi legato alla Formula E e alla British Touring Cars, dove appoggia il fratello di Lewis Hamilton Nicholas, dovrà occuparsi anche delle spese processuali, pari ad 1 milione di sterline.

Non è la prima volta che  nella top class dell’automobilismo si verificano querelle del genere. Celebre è rimasta la vicenda della Rich Energy. Marchio di bevande energetiche, che era riuscito a convincere l’americana Haas della sua diffusione planetaria, salvo poi scoprirsi che di fondi ne possedeva ben pochi, e la sua presenza era limitata agli scaffali di alcuni supermercati del Regno Unito.

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