Auto elettriche, scatta l’allarme in Italia: il dato è spaventoso

Il mercato delle auto elettriche stenta a decollare nel nostro Paese. I problemi sono svariati, ma i numeri di una crisi annunciata parlano chiaro.

L’industria dell’Automotive ha imboccato una strada con poche uscite. Le vetture del futuro saranno più care, in una fase di recessione mondiale, e già questa non è una grande notizia. Il mondo sta, a fatica, cercando di emergere da una delle più gravi crisi economiche della storia. La scelta di stravolgere il mondo dei trasporti, puntando sulle auto a batteria non solo appare poco tempestiva, ma poco logica.

Auto elettriche (Adobe Stock)
Auto elettriche (Adobe Stock)

Gli ecologisti moderni della strada sono rimasti ad una concezione abbastanza semplicistica del problema. In molti immaginano, banalmente, una strada trafficata quando pensano all’inquinamento, ma secondo l’Unione Europea l’inquinamento altera l’aria, l’acqua o il suolo in modo tale da riuscire a renderlo dannoso per le persone o per la natura. In sostanza le polveri sottili non sarebbero causate, esclusivamente, dai mezzi di trasporto. Secondo una ricerca di qualche anno fa di OurWorldinData, il settore dei trasporti contribuisce al 16,2% delle emissioni su scala globale.

Se tutto il mondo, da domani mattina, rinunciasse a mezzi con motori termici rimarrebbe un problema pari al 83,8%. Un bel problema starete pensando ora. L’Automotive sta andando nella direzione di una diffusione massiccia di vetture alla spina, senza rendersi conto di tutte le implicazioni. Il business legato alle batterie agli ioni di litio genera solo vantaggi ambientali o politici? E cosa accadrà circa lo smaltimento delle batterie? Milioni di colonnine spunteranno dalle strade come funghi? Chi acquisterà vetture così costose? Forse l’auto inizierà a diventare un bene di lusso. La fascia media sarà tagliata fuori. Si creerà l’effetto Havana con vetture vecchissime, proprio come quelle che potreste osservare in una calda giornata cubana, mentre una minima parte della popolazione potrà girare in auto moderne.

E, soprattutto, perché l’Europa sta consegnando nelle mani della Cina un business plurimiliardario? Proprio la Cina che è uno dei Paesi più inquinati e più colpevoli del futuro inquinamento del mondo? Vi sono tante cose che non tornano nella corsa all’oro elettrico, ma c’è una sola certezza: per ora in Italia di auto elettriche se ne vedono poche. Nel momento in cui una EV diventa poco più di uno smartphone il piacere dell’acquisto viene meno. Marchi come Google, Uber, Xiaomi (giusto per citare un colosso della telefonia) hanno già progettato un inserimento nel mercato alla spina e a quel punto vi saranno un paio di elementi a fare la differenza.

L’autonomia della batteria e il prezzo, ma non vi ricorda qualcosa? Sono stati in grado di ridurre l’auto ad un telefonino o un pc a quattro ruote, e senza rendersene conto anche le più grosse case costruttrici al mondo sono state fagocitate dal sistema green. Credete che in futuro un consumatore, a parità di tecnologia, sceglierà un marchio storico ad uno moderno cinese più economico? Sarà solo questione di batterie, anche perché le vetture, oramai, si somigliano già tutte. Un tempo sarebbe stato impossibile per un produttore di computer, tablet e smartphone lanciarsi, ad altissimi livelli, nel car market. Oggi i “consumatori” sono early adopter, ovvero utilizzatori precoci, e stanno provando ad adattare le proprie abitudini a quelle che necessitano le attuali vetture elettriche.

Cosa accadrà quando il concetto del “more is less” di Chapman verrà rimpiazzato da una pesante batteria che vi farà rimpiangere di essere nati in quest’epoca? Il piacere di guida verrà a meno, in barba a chi afferma che l’accelerazione di una Tesla sia fenomenale. Le auto elettriche, oltre che care, sono anche spersonalizzanti. Le case costruttrici storiche potrebbero trovarsi in clamorosa difficoltà perché si sta perdendo il concetto stesso di esclusività. Oggi acquistare una Tesla fa ancora figo, ma tra qualche tempo sarà visto tutto da ben altra prospettiva. Date una occhiata a questa storia poco edificante. La Cina sta sfruttando l’evidente vantaggio dei componenti per inserirsi nella sfida da grande protagonista, ma l’U.E. sta permettendo tutto ciò.

Auto elettriche, crisi nera in Italia

Nonostante la posizione decisa del Gruppo italo-francese Stellantis, capitanato da Tavares, vi è un’altra parte d’Europa, comandata dalla Germania che, a quanto pare, è ben contenta di inchinarsi al dragone rosso. Vi sono realtà, specialmente nel Nord Europa, in cui la scelta è già stata compiuta. Non vi è una crescita omogenea delle EV (Germania 167.000; Gran Bretagna 115.000; Francia 93.000; Svezia 40.000). Nei primi sei mesi del 2022 in Italia la flessione è stata del 17,6% rispetto al 2021. La quota di penetrazione del mercato si è attestata quindi al 3,7%, con un crollo di immatricolazioni di auto elettriche. No ecobonus, no party.

Nel 2022 il mercato italiano dell’automobile elettrica è crollato rispetto al 2021. Il potere d’acquisto dei cittadini italiani è minimo, in questa delicata fase di crisi post pandemica. I prezzi delle vetture elettriche del segmento A e B non invitano al cambio epocale. I dubbi sul mercato dell’usato, inoltre, non facilitano la scommessa. Dovrebbero arrivare, nel 2023, nuovi modelli, ma il problema principale rimane il prezzo delle vetture full electric. Ecco quanto costa una ricarica in media. La dead line del 2035 con lo stop della vendita delle auto con motore termiche si avvicina, ma in pochi sembrano voler anticipare i tempi, almeno alle nostre latitudini.

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