Button, accusa clamorosa ad Alonso: i tifosi restano a bocca aperta

Non finiscono mai le storie curiose riguardanti Alonso. L’ultima, da non credere, arriva dal suo ex compagno in epoca McLaren Button. 

Negli anni lo abbiamo sentito insultare e dileggiare un po’ tutti. Scuderie, motoristi e perfino vicini di box sono stati “vittime” dei suoi sfoghi. Eppure Fernando Alonso si è sempre fatto perdonare ogni cosa. La sua verve. La sua fame di vittoria che dimostra ogni qualvolta scende in pista, rendono i suoi improperi parte del gioco. O comunque nulla da prendere troppo seriamente, o per cui offendersi.

Jenson Button e Fernando Alonso (ANSA)
Jenson Button e Fernando Alonso (ANSA)

Non creano scalpore, ma fanno dunque soltanto sorridere, pure alcuni episodi borderline, narrati da chi lo ha avuto in squadra dal 2001 in avanti. Qualche mese fa un ex meccanico McLaren, aveva raccontato di come il Samurai allungasse mazzette a chi si occupava della sua macchina, così da averla sempre al top. Mentre ora emerge un’altra mania dell’iberico altrettanto criticabile, se non fosse, appunto, per la sua grande personalità.

Button svela il segreto di Alonso

A narrare le gesta nascoste del due volte iridato è Jenson Button, con lui in squadra in quel di Woking tra il 2015 e il 2016. Come ben si sa, in quel periodo, la vettura inglese non era delle migliori, carente di prestazioni e affidabilità anche a causa di un propulsore Honda non all’altezza.

Ebbene, Alo non riusciva ad accertarlo. Ma soprattutto non si faceva una ragione che il suo compagno potesse essere più competitivo di lui. Di conseguenza, pur di non sfigurare, faceva un giochetto.

A condividerlo è lo stesso driver di Frome in uno scambio con il campione 2016 Nico Rosberg.

“C’è stata una parentesi del mio percorso in cui ero in forma. Non avendo una macchina vincente, però, non potevo lottare con nessuno, se non con lui. Quindi ci divertivamo un po’. Ma non voglio entrare nel dettaglio”, ha attaccato l’iridato 2009 lasciando un velo di mistero.

Incalzato dal tedesco ha tuttavia cominciato a sbottonarsi. “Cercavano di nasconderci le informazioni a vicenda, mascherare il nostro passo, piuttosto che non condividere gli assetti“, il suo ricordo.

C’era molto rispetto tra noi. E personalmente sapevo che sebbene Nando non fosse stato al top in un weekend, durante il GP avrebbe comunque raccolto qualcosa“, ha aggiunto ammettendo la superiorità globale dell’asso di Oviedo, svelando poi un particolare del suo modo di affrontare le criticità.

Magari non riusciva a trovare il giusto bilanciamento della monoposto. O quello che piu si adattava a lui, ma alla fine era in grado di tirare fuori il massimo dal mezzo a disposizione. Era sempre a caccia di nuove strategie. Che fosse il pit stop anticipato o altro. Ed effettivamente se prima io ero davanti, in qualche occasione gli andava bene“, ha approfondito prima di arrivare al punto più atteso. Al trucco che lo faceva sempre cadere in piedi.

E’ capitato altresì che non riuscendo proprio a passarmi, si inventava problemi sull’auto e poi si ritirava“, ecco rivelata la furbata del 41enne.

All’ascolto dell’aneddoto il figlio di Keke si è fatto una risata. In fin dei conti, nonostante possa sembrare assurdo, questo atteggiamento è perfettamente in linea con l’orgoglio e la voglia di primeggiare costantemente dimostrati da uno dei piloti forti del lotto da ormai un ventennio.

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